venerdì 26 febbraio 2021

tradimenti

 Ci tradisce chi ci ama o è nostro amico solo se noi corrispondiamo alle sue aspettative.


Ci tradisce chi non desidera che noi diventiamo ciò che siamo veramente.

Ci tradiscono i gruppi che valutano negativamente o guardano con sospetto le caratteristiche individuali dei propri membri, invece di accoglierle come possibilità di arricchimento e stimolo per la crescita della collettività.

Ci tradiamo noi stessi quando abbiamo delle intuizioni, delle percezioni chiare che ci vengono da dentro, ma le abbandoniamo per strada, dimenticandoci che sono esistite.

Ci tradiamo anche quando, per essere accettati o amati, ci adeguiamo troppo ai desideri degli altri, rinunciando ad esprimere ciò che siamo e che sentiamo vero.

mercoledì 17 febbraio 2021

17 febbraio: giornata del gatto


Dico solo una cosa: non vorrei mai che i gatti fossero diversi da quello che sono! L'esperienza mi dice che se uno ama i gatti ama essere una persona che cerca  la possibilità di essere autentico, autonomo e indipendente e apprezza le persone che desiderano esserlo. Quasi sempre è  anche una persona che ama entrare in relazione con le persone che, come lui, rispettano la diversità degli altri. T
utti gli animali, come tutte le persone, noi compresi, se ci rispettano, vanno rispettati!

Buona giornata del gatto al gatto che è dentro di noi! 

venerdì 12 febbraio 2021

la storia di Aldo

Caro Aldo,

quanti anni abbiamo passato insieme! Sei entrato nel mio studio per la prima volta più di trent'anni fa e ci sei tornato tutte le settimane, fino a poco tempo fa, quando te ne sei andato per sempre.

Ti ricordi quando venivi da me le prime volte, qualche anno prima di andare in pensione? Venivi a raccontarmi i tuoi pensieri, perchè non avevi nessun amico, nessun familiare, nessuna persona con cui parlare.
E tutta la tua vita era stata così, perchè non avevi mai avuto la capacità e il coraggio di entrare in una relazione affettiva con un altro essere umano. Tu avevi paura degli altri e dicevi che non te ne importava proprio niente di loro.
Vivevi da solo, eri autonomo, autosufficiente e ti dava fastidio perfino se qualcuno ti regalava qualcosa, perchè ti sentivi obbligato in qualche modo a contraccambiare.
Ricordo che parlai di te a una collega più anziana che mi disse: fai del training autogeno con lui, che almeno si rilassi un po', non può mica fare della psicoterapia!
Eppure, caro Aldo, io e te siamo andati avanti per una strada che poteva sembrare senza sbocco, ma che abbiamo percorso insieme passo dopo passo.
Quando ti ho conosciuto tu non frequentavi nessuno, vivevi nel mondo delle tue fantasie, non andavi nemmeno al bar: le tue uniche compagnie le trovavi, di tanto in tanto, quando andavi al cinema a luci rosse a vedere qualche film pornografico.
Eppure eri anche colto, ti interessavi di letteratura, di arte, di musica, ma avevi un giudizio così tanto negativo di te stesso, da precluderti qualsiasi relazione reale.
Avevi paura di soffrire nelle relazioni e le donne per te erano tutte delle persone che ti volevano incastrare, portare via la libertà e anche i soldi.
Ma a me non hai mai smesso di raccontare i tuoi pensieri. Ricordo quando un giorno ti dissi che tutti abbiamo un Io e tu, serio, mi guardasti e mi dicesti: no, io non ce l'ho l'Io!
Non davi importanza neppure ai sogni. Giocavi in borsa, lì mettevi tutta la tua libido, volevi vincere, guadagnare, avere, possedere, ammucchiare, come Paperon de' Paperoni. Non sapevi fare altro, non sapevi amare, nè gli altri, nè te stesso.
Se vogliamo fare un riassunto breve dei tuoi cambiamenti di questi anni, possiamo dire che hai cominciato ad andare a giocare a carte al bar, poi a qualche corso per anziani, poi alle vacanze estive organizzate per gli anziani dal Comune.
E al ritorno da una di queste vacanze, lo ricorderò fin che campo, mi hai detto: al mare ho conosciuto una donna che mi ha colpito molto perchè è una donna buona.
Hai detto proprio così, ti ricordi? Hai detto che era una donna buona. E con quella donna hai iniziato una storia d'amore fatta di tenere carezze, mele cotte, marmellate fatte in casa e televisione guardata insieme. Per tua fortuna, lei era molto portata per certe cose e ti ha fatto vivere in cinque anni tutte le fantasie erotiche che, fin da giovane, avevi  sempre immaginato e sognato ma mai realizzato insieme a una donna. Che esperienza meravigliosa è stata per te vivere il sesso unito al sentimento! Una cosa vissuta per la prima volta a settant'anni con l'ingenuità e lo stupore di un adolescente!
L'affetto per quella donna ti aveva fatto cambiare. Ora avevi il cuore che sorrideva e anche gli occhi ridevano e non eri più triste e solo, eri quasi sempre sereno, a volte felice. Purtroppo però la tua felicità è durata solo cinque anni, poi la vita ti ha giocato un brutto scherzo. La tua donna, la tua amata compagna alla quale avevi anche scritto alcune poesie, da un giorno all'altro ha perso conoscenza e non è stata più lei: qualcosa dentro la sua testa si è rotto e non ricordava quasi più nulla, non riusciva più a parlare, è velocemente peggiorata e dopo pochi mesi è morta. 
E per la prima volta nella vita hai vissuto il dolore profondo della perdita di una persona amata, tu che per tutta la vita ti eri difeso dai sentimenti con grande tenacia per evitare di soffrire. La andavi a trovare tutti i giorni all'ospedale, le portavi i fiori che piacevano a lei e le parlavi per ore, anche se lei non ti riconosceva, sperando inutilmente che tutto questo sarebbe servito a farla guarire, ma non è stato così.
 
Com'è la vita, eh, Aldo? 
Chi l'avrebbe detto, a suo tempo, che ce l'avremmo fatta a rompere il muro che ti separava dagli altri esseri umani?
Chi l'avrebbe detto che saresti arrivato a sentirti bello e desiderabile e ad interessarti dell'anima delle altre persone?
Che saresti riuscito ad essere felice, umano, a stare bene con te stesso e a rapportarti con gli altri con consapevolezza, senza le vecchie paure?
Chi l'avrebbe detto che avresti sperimentato il dolore e il lutto per la morte di una persona cara?
E chissà come sarà stata la tua morte, quella morte che ti ha sempre spaventato tanto e alla quale negli ultimi tempi non davi più così tanta importanza. Nella mia immaginazione ti vedo andare incontro alla morte con grande serenità.

 

domenica 7 febbraio 2021

malinconia creativa

 

Joan Mirò - Canto dell'usignolo di mezzanotte e pioggia del mattino (1940)

Oggi vorrei parlarvi di uno stato d'animo, tipico dell'adolescenza, che però quasi tutti prima o poi provano nella vita nei momenti di trasformazione: la malinconia creativa. Cos'è? E' uno stato d'animo tipico delle età di passaggio, caratterizzato dall' incertezza su ciò che siamo, su come sarà il nostro futuro, su come cambierà la nostra vita dopo la trasformazione che è in atto. 

E' come essere a metà dell'attraversamento di un ponte e constatare che, da un lato, abbiamo lasciato una sponda che conoscevamo bene e, dall'altro, che non siamo ancora arrivati dall'altra parte; che siamo in una terra di mezzo, con la consapevolezza che dovremo andare avanti verso un territorio sconosciuto e che non è possibile rimanere dove siamo per sempre e nemmeno tornare indietro. 

Siamo obbligati ad andare avanti (proviamo un certo desiderio di farlo, insieme alla speranza che alla fine ci sarà qualcosa di positivo) ma non sappiamo con sicurezza dove arriveremo, il futuro sconosciuto ci fa provare timore. Paura e speranza coesistono in noi, ma questa miscela di sentimenti contrapposti contiene una certa dose di vitalità.

La malinconia creativa genera una tensione vitale che permette di fluttuare in tutte le direzioni, tra la ricerca della consapevolezza di chi si è davvero e il mistero su ciò che si diventerà. Si sperimenta così quella mancanza di certezze che a volte diventa forza vitale, per poi ritornare ad essere dubbio, incertezza, timore: un periodo caratterizzato da tempi vuoti, creatività, noia, riflessione, a volte da grandi paure o momenti di esaltazione: in una parola, un multiforme periodo di formazione ed elaborazione del nostro futuro. 

Un periodo che è simile a un tuffo nel mare profondo, con un misto di paura e di speranza, perchè non sai mai se alla fine il mare ti inghiottirà o ti regalerà la freschezza per rigenerarti e farti ripartire più forte e sicuro di prima.

Guardando questo video ho provato le emozioni tipiche della malinconia creativa, nelle immagini, nella musica e anche nelle parole ed è per questo che ve lo propongo.

                     Corey Kilgannon - Soften, Continue (2016)
 

P.S.: Grazie a Maria Cardamone (www.treccenere.blogspot.com) che mi ha fatto trovare il video. 

giovedì 4 febbraio 2021

conchiglie

Sandro Botticelli - Nascita di Venere  (1485)

 

Dal punto di vista simbolico la conchiglia rimanda al mondo femminile.
 
Nell'antica iconografia indiana, il dio Vishnu porta una conchiglia, simbolo dell'Oceano e del primo alito vitale.

Negli affreschi di Pompei e nei dipinti di Botticelli e di Tiziano, la nascita di Venere dalla schiuma del mare viene rappresentata con la dea che esce dalle valve di una conchiglia.

Come creatura acquatica, la conchiglia collega il simbolismo sessuale al concetto di procreazione e fertilità, divenendo l'attributo della dea dell'amore.

In Cina la conchiglia è uno dei simboli della fortuna e della prosperità.

Presso gli Aztechi, Tecsiztecatl (letteralmente "quello della conchiglia") è il dio della Luna: la conchiglia rappresenta la matrice femminile, la Luna presiede alle nascite della vegetazione e della vita in generale.

La conchiglia è in grado di generare la Perla, il Sè più profondo e perfetto.

Il simbolo della conchiglia ha anche valenze spirituali: infatti spesso, nelle chiese, le acquasantiere di pietra hanno la forma di una conchiglia.

Quindi, se un giorno con amore una donna regalerà a un uomo delle conchiglie scelte e raccolte da lei, quell'uomo dovrà ritenersi molto fortunato, perchè ella gli avrà fatto dono della sua essenza femminile più profonda, autentica e vera.