martedì 24 maggio 2022

possibile/impossibile

Non credo di esagerare se dico che il mio lavoro consiste (quando va bene) nel trasformare qualcosa che sembrava impossibile in qualcosa che, giorno dopo giorno, si rivela sempre più possibile.

Queste due categorie dell'esistenza mi hanno sempre affascinato. Quando ero poco più che bambino mio padre mi aveva soprannominato "l'avvocato delle cause perse" perchè, se ero convinto di una cosa, andavo avanti a sostenerla fino allo sfinimento (dell'altro). Ci mettevo tutto me stesso, non mi risparmiavo, con una forza che mi veniva dal credere fermissimamente in ciò che sostenevo (a volte difendevo nello stesso modo anche le mie bugie per non essere sgridato!). 

A distanza di più di mezzo secolo devo ammettere che l'appellativo che mi aveva dato mio padre, oggi mi calza a pennello, perchè quando, per quello che riesco a intravvedere, mi convinco che un paziente potrà stare meglio al mondo ed essere più felice (non so mai con certezza se di poco poco o di moltissimo), mi butto a difendere anche quella che apparentemente potrebbe sembrare una causa persa.

Molte psicopatologie ruotano intorno alla coppia di opposti possibile-impossibile. Gli esempi sono semplici, persino banali: un depresso spesso vorrebbe essere o fare qualcosa che non gli riesce, che sembra impossibile per lui; gli attacchi di panico quasi sempre vengono quando si dovrebbe/vorrebbe cambiare qualcosa di molto importante nella propria vita, ma si ha tantissima paura che non ci si riuscirà; il narcisista è impossibilitato ad amare perchè, invece di prendersi cura dell'altro, l'unica cosa che riesce a fare è creare continuamente interesse intorno a se stesso senza costruire mai rapporti affettivi profondi e duraturi.

Per cercare di trasformare l'impossibile in possibile bisogna crederci fino in fondo, mantenere alta la motivazione, con la ragione e il sentimento. Bisogna non dare retta alla statistica. Se una cosa è andata male nove volte, alla decima può andare bene. Spes ultima dea, la speranza è l'ultima dea, dicevano i romani. Ecco, forse il segreto per riuscire sta nell'immaginare che l'impossibile possa accadere anche all'ultimo istante disponibile, non per magia, ma perchè nessuno realmente sa come andranno le cose tra un minuto. E se vuoi una cosa con tutto il tuo essere, fino alla parte più profonda e interiore di te e sei realmente pronto per realizzarla, riuscirai a far uscire da te un'energia talmente forte che quella cosa avrà buone possibilità di realizzarsi e questo, con mia rinnovata sorpresa, l'ho visto accadere tantissime volte. 

Per trasformare l'impossibile in possibile bisogna far andare d'accordo la ragione con l'utopia, bisogna accettare quella terra di mezzo dove i contrari si relazionano tra di loro, dove l'incertezza è sovrana, il fallimento è una possibilità e la sicurezza non esiste: in una parola, bisogna accettare la vita. 

Per cambiare le cose bisogna mettersi in viaggio ed essere aperti ai cambiamenti. 

Spesso dove cerchi Dio non lo trovi, Egli si manifesta in luoghi imprevedibili scriveva Euripide. 

Più semplicemente, ai giorni nostri, Steve Jobs suggeriva: siate affamati, siate folli, e in effetti credo che nessuno possa dire a priori, con totale sicurezza, che una cosa sarà davvero possibile o impossibile.

Quindi, se volete rimanere davvero vivi, non siate troppo unilaterali e non cercate di controllare tutto, fate stare insieme amichevolmente possibile e impossibile, come anche tutte le altre coppie di contrari,  così realizzerete una sorta di equilibrio dinamico e non rischierete di cadere nella routine e nella noia esistenziale.