Le cose che si costruiscono oggi sono mediamente più fragili e hanno minor durata di quelle costruite nel passato. I prodotti sono sempre più standardizzati e la loro bellezza è spesso un fattore esteriore che nasconde una qualità intrinseca del prodotto media o addirittura scadente.
Gli artigiani tendono a scomparire: sia quelli che costruiscono e vendono cose particolari, sia quelli che sanno aggiustare le cose, sia quelli che vendono i ricambi e gli strumenti per fare manutenzione.
Il loro posto è preso dalle grandi catene commerciali che hanno commessi spesso un po' inesperti, le cui competenze si limitano a indicarti su quale scaffale sono esposte le cose che cerchi. Comprando su internet, addirittura, non parli con nessuno e non vedi nemmeno le cose fisicamente: un paio di scarpe, ad esempio, non le puoi nemmeno provare, al massimo, se non ti vanno bene, puoi restituirle.
Mancano anche i giovani che vogliono fare gavetta presso gli artigiani imparando le basi di cui è composta la professione, per appropriarsi piano piano dei segreti del mestiere. La formazione dei giovani è oggi spesso standardizzata, appaltata ad esperti che raramente hanno sperimentato personalmente le tecniche che vanno ad insegnare.
Mi è capitato di recente di essere invitato da una coppia di conoscenti a vedere l'appartamento bellissimo da loro comprato qualche mese fa, completamente ristrutturato e con un arredamento tutto nuovo. Sono rimasto basito: tutti gli ambienti erano arredati con colori grigi, dal grigio chiaro al grigio scuro, più poche cose nere o bianche; un appartamento in bianco e nero, con mobili dalle linee sagomate, drittissime e freddissime. Qualcuno mi ha detto che adesso è di moda così: ti affidi a un geometra o a un architetto, che arreda tutti gli appartamenti in questo modo, perchè adesso sono di moda così. Niente di particolare, niente di colorato, di allegro, niente di stravagante, di eccentrico: tutto troppo anonimo, almeno per i miei gusti.
Anche la pubblicità, non potendo decantare qualità particolari dei prodotti, perchè tutti sono relativamente simili, perlopiù ci invita a comprare oggetti vendendoci sentimenti o narcisismi vari, facendoci così perdere l'abitudine a rapportarci con gli oggetti (e con noi stessi) in modo davvero personale (cosa voglio davvero? mi piace davvero quella cosa? ne ho bisogno davvero?).
La domanda è: vivendo in un mondo pieno di cose standardizzate, non si rischia di arrivare anche a perdere il contatto con l'idea che sia possibile vivere la propria vita in modo diverso da ciò che fanno tutti, perdendo di vista il valore dell'unicità del proprio essere?
Io credo che questa generale standardizzazione dei prodotti contribuisca a far sì che, anche nel rapporto con noi stessi, piano piano, ci dimentichiamo che possiamo costruire la nostra vita in modo personale e artigianale, imparando gradualmente, un pezzettino oggi e uno domani, giorno dopo giorno, l'arte del vivere e mettendola in pratica secondo il nostro modo autentico di sentire e di pensare.
Le nostre diversità spesso vengono classificate malattie perché misurate in base ai canoni e alle abitudini della maggioranza delle persone.
E' anche da qui che nascono molte ansie, molti attacchi di panico e molte depressioni: dal fatto di non essere standardizzati, di non aderire pienamente ai modelli e ai risultati che ci vengono proposti e richiesti dalla società. Non solo gli oggetti, ma anche il nostro tempo e la nostra testa rischiano di diventare standardizzati: il pensare in modo personale diventa estremamente difficile da praticare e spesso viene guardato con sospetto o addirittura contrastato.
Così, mi viene da pensare che, quando varcano la soglia del mio studio per la prima volta, i miei pazienti che stanno male perchè si sentono disorientati o sbagliati, entrino nella bottega di un artigiano della psiche, dove il lavoro consiste fondamentalmente nel rimettersi in contatto col proprio modo di pensare e sentire, con i propri valori, con ciò che dà senso alla propria vita, per dare valore a quei pensieri, sentimenti, comportamenti e relazioni che sono il frutto di ciò che è autentico e unico dentro di sè, per poi cercare di viverli senza sentirsi sbagliati.
Vivere la vita in modo artigianale anzichè standardizzato favorisce molto la salute mentale perché fa crescere la consapevolezza delle differenze individuali e del fatto che abbiamo tutti diritto di essere quello che siamo, anche se ciascuno di noi è diverso da tutti gli altri, esattamente come gli artigiani o gli artisti producono i propri prodotti in base a ciò che sentono autentico dentro di sè e non misurano il proprio valore in base a ciò che fanno gli altri, rispettando così la propria e l'altrui diversità.