giovedì 19 gennaio 2023

diventare obsoleti con grazia

Qualche giorno fa ho letto sulla Repubblica on-line alcune parti di un discorso tenuto 40 anni fa da Steve Jobs, nel quale egli sosteneva che i computer avrebbero cambiato la capacità degli uomini di sperimentare la vita. La cosa che più mi ha colpito non è tanto il contenuto del discorso, pure interessante, quanto la frase finale da lui pronunciata.

Dopo aver raccontato di come, secondo lui, l'Intelligenza Artificiale avrebbe modificato la nostra vita, ha terminato il suo intervento affermando che la sua generazione avrebbe dovuto diventare obsoleta con grazia

Questa espressione, totalmente inaspettata, mi ha fatto nascere immediatamente una serie di domande: Come si fa a diventare obsoleti con grazia? E' possibile? Cosa significa?

La prima associazione che mi è venuta è stata con Pasolini, che spesso diceva di ammirare la grazia dei ragazzi più giovani ed emarginati, non ancora contaminati dalla società consumistica. 

Ma come associare il restare indietro rispetto all'evolversi della società, con la grazia? Come si può accettare di andare verso l'emarginazione sociale sorridendo e sentendosi leggeri? Invecchiare non piace a nessuno e non sapere destreggiarsi con agilità tra le competenze informatiche fa sentire spesso vecchi e inadeguati.

Però, pensandoci bene, sentirsi obsoleti con grazia forse è possibile, a patto che accettiamo una cosa estremamente semplice e naturale: che il tempo passa e non si ferma, che nessuno sarà giovane in eterno e che la vita scorre continuamente, come le lancette dell'orologio che non si fermano mai. Allora, forse, potremo apprezzare la bellezza di essere stati al centro del mondo quando il mondo aveva la nostra taglia, quando sapevamo misurarci con i linguaggi, le mode, i modi di vivere che erano nuovi ed attuali, perchè erano i nostri, mentre ora potremo lasciare la posizione centrale alle nuove generazioni, che essendo nate e cresciute nel mondo informatizzato,  sanno viverlo molto meglio di noi. Questo passaggio del testimone, questo passaggio di ruolo, non deve abbatterci, non dobbiamo sentirci defraudati del centro della luce dei riflettori, perchè sarebbe profondamente ingiusto tenere nel buio i giovani di oggi, che hanno tutto il diritto di acquisire una posizione centrale simile a quella che avevamo noi.

Potremo diventare obsoleti con grazia se avremo comunque stima di noi, di ciò che siamo diventati e se avremo la sensazione di avere imparato dalla vita delle cose importanti, compresa la capacità di passare anche attraverso difficoltà e fallimenti imparando qualcosa dai nostri sbagli. Allora forse potremo accontentarci di ciò che siamo e prepararci a godere di tutti i giorni che ancora ci sarà dato vivere nel modo migliore possibile, senza tormentarci nei rimpianti o nell'impossibile rincorsa a modi di vivere artificiosi e innaturali che con l'essenza e la bellezza della vita umana hanno ben poco da spartire. 

  

mercoledì 18 gennaio 2023

integrare gli opposti

Ho unito in questo dittico due cantanti, due donne le cui voci non passano certo inosservate e, a mio modo di vedere, sono affascinanti, anche se per motivi opposti.

Anche la presenza scenica è opposta: una è elegante, delicata e raffinata, l'altra è sensuale, carnale, quasi animalesca.

L'accostamento di queste due cantanti mi sembra rappresenti bene l'idea che la vita è costituita da tante coppie di opposti e che la salute psichica consiste nella loro integrazione, nel poter godere dell'uno e dell'altro opposto, senza escluderne uno a privilegio dell'altro.

Integrare gli opposti è l'unico modo per poter godere appieno dell'energia vitale che, come la corrente elettrica, si crea dal contatto tra poli opposti, Il distacco totale dall'altro polo, qualunque sia, ci lascia psichicamente al buio, così come l'identificazione assoluta con uno solo dei due opposti.