Se fin da bambini nessuno ci ha stimato per quello che eravamo, se le aspettative degli altri sono state troppo basse o esagerate rispetto a ciò che in un certo momento della nostra vita noi riuscivamo a essere o a fare, la nostra autostima sarà troppo bassa o troppo alta e questo creerà problemi al nostro crescere.
Se nessuno ha dato il giusto valore a ciò che riuscivamo a fare, se nessuno ci ha insegnato pazientemente a fare cose nuove che erano alla nostra portata, non avremo il desiderio di fare qualcosa di diverso da ciò che già sappiamo fare, la nostra autonomia non crescerà e la nostra creatività sarà compromessa.
Se, al contrario, ci avranno valorizzato solo per le nostre performances, ci sentiremo sempre obbligati a rincorrere successi e saremo sempre oppressi dall'ansia da prestazione.
E' compito dei genitori aiutare i figli a far crescere progressivamente la loro autostima, la loro autonomia e la loro creatività, stando loro vicini nelle difficoltà e senza forzare troppo i loro limiti.
Ho sentito troppi genitori denigrare e colpevolizzare anche violentemente i figli per la loro incapacità, per la loro mancanza di autonomia e creatività.
Il mio lavoro spesso consiste nell'aiutare le persone a valorizzare ciò che hanno di buono oppure ad abbassare ideali esagerati di perfezione.
La realtà è che ciascuno di noi, per migliorare, deve conoscere e accettare ciò che egli è in un certo momento come base per migliorare, affrontando ciò che è possibile fare, senza pensare di non sapere fare niente o di dover raggiungere obiettivi troppo alti.
L'amore per gli altri, in fondo, consiste proprio in questo: non colpevolizzarli per ciò che non riescono a fare, sostenerli dando loro fiducia, fargli sentire che c'è qualcuno che crede in loro. E se qualcosa è davvero impossibile, non avere paura di ammetterlo e cambiare percorso o obiettivi, fino a diventare davvero consapevoli delle proprie capacità, perchè nessuno può fare bene tutto, nessuno è portato per natura a fare bene ogni cosa. E, importantissimo, questo vale anche nel rapporto con se stessi.
La serenità si raggiunge quando ci si pacifica con la propria relatività e si abbandonano i sogni di assoluto: solo allora si può crescere con gioia e consapevolezza e si può diventare chi si è veramente.
Come racconta la saggezza popolare, il nostro asino perduto, che ci aiuta ad andare avanti, non va cercato fuori da noi, perchè ci siamo seduti sopra e molte volte non lo vediamo, non lo cerchiamo proprio lì dove è: vicino a noi, dentro di noi.