E' necessario sognare? Perchè molte persone non ricordano mai sogni mentre altre hanno coi sogni un rapporto quasi quotidiano?
Molte sono le domande che ci si può porre rispetto a questo evento apparentemente strano che è il sogno. Credo che la prima cosa da dire al riguardo è che i sogni sono strettamente personali e quindi ciascuno di noi ha il suo rapporto coi propri sogni indipendentemente da ciò che accade agli altri, per cui se una persona non ricorda mai i sogni il motivo può essere molto semplicemente che non ne ha bisogno e che la sua vita scorre bene anche senza dialogare con le immagini oniriche.
Per qualcun altro, invece, è importante ricordare i sogni, perchè lo aiutano a trovare un equilibrio migliore nella propria vita e questa è proprio la funzione che i sogni svolgono in psicoterapia. I contenuti dei sogni possono aiutare a riequilibrare idee o sentimenti troppo unilaterali e quindi disfunzionali. Ricordo a questo proposito una mia paziente che viveva da sola ed era molto triste e depressa, che sognava quasi quotidianamente di andare a ballare, partecipare a feste e stare allegramente in mezzo ad amici.
In psicoterapia i sogni possono servire proprio a questo: a portare alla luce quella parte di noi che ci teniamo dentro, che non è conosciuta (in-conscia) e che ci può aiutare a trovare un migliore equilibrio personale.
Vi racconto la storia di una mia paziente che vidi parecchi anni fa, che è emblematica di come un sogno possa aprire alla coscienza di una persona nuove strade e nuove possibilità di crescita e sviluppo personale, facendola uscire da una situazione di blocco delle energie vitali per arrivare a un recupero della propria autenticità e della libertà di essere se stessa.
Un giorno suonò alla porta del mio studio una ragazza di 22 anni. Aprii la porta e la vidi salire le scale. Aveva il passo molto lento e pesante, lo sguardo verso terra, era tutta vestita di nero, neri anche i lunghi capelli, sembrava facesse molta fatica anche solo a respirare. Entrò, si sedette immobile e muta sulla poltrona, sempre con lo sguardo fisso sul pavimento. Le chiesi perchè fosse venuta da me e lei, parlando a voce bassissima e con una lentezza incredibile, mi disse che da parecchio tempo sentiva di non avere più energie, più interessi, più voglia di vivere e che non sapeva perchè. Non aveva amicizie vere, mai avuto un fidanzato, non c'era dialogo coi suoi genitori coi quali viveva, non c'era al mondo qualcosa che le desse gioia.
Per circa un'ora parlai con lei cercando di riuscire a trovare qualche aggancio positivo alla vita, qualcosa che avesse a che fare con la vitalità, la gioia, l'allegria, ma il risultato fu negativo. Sembrava che nel suo mondo ci fosse solo tristezza. Alla fine, non avendo trovato niente cui appigliarmi, le proposi di fare un altro incontro, chiedendole di prestare attenzione ai sogni (anche se lei disse che non ne ricordava mai) e di annotarseli se ne avesse ricordati.
Quando tornò mi disse che aveva ricordato un sogno:
Il sogno era ambientato in un aeroporto e si sapeva che lei si stava imbarcando su un aereo diretto in Argentina.
Cominciammo a parlare di questo sogno. Le chiesi cosa aveva di particolare, cosa rappresentava per lei l'Argentina e, con mio grande stupore, per la prima volta la ragazza acquisto vitalità, sollevò lo sguardo da terra e, guardandomi per la prima volta in faccia, mi disse che per lei l'Argentina era una terra calda e vitale, dove le persone ballavano e cantavano e c'era molta gioia di vivere.
Questo sogno mi fece intravedere una speranza di poter aiutare questa ragazza: la sua parte conscia era completamente a terra, ma dentro di lei, nel suo inconscio, c'era chiarezza sulla meta da raggiungere e il sogno diceva chiaramente che il viaggio era possibile farlo, non c'erano intralci.
Questo sogno era stato ricordato la notte successiva al nostro primo incontro e questo mi fece pensare che il viaggio di cui parlava il sogno avesse qualcosa a che fare con la nostra prima seduta, come se il suo inconscio vedesse positivamente l'inizio della psicoterapia, come l'inizio di un viaggio verso l'Argentina.
In effetti fu così. Ad ogni seduta successiva la ragazza mi portò sogni nuovi pieni di contenuti dinamici e vitali che la parte conscia non conosceva. Tali sogni illustrarono i problemi da affrontare, il percorso da compiere per uscire dalla sua situazione di blocco emotivo, per ritrovare la sua naturale voglia di vivere. E grazie anche alla fiducia che si stabilì nel nostro rapporto, la paziente riuscì, nell'arco di un paio di anni a ribaltare completamente la situazione: trovò per la prima volta un fidanzato, trovò un lavoro, andò a vivere da sola e poi un giorno venne a salutarmi e a ringraziarmi, dicendo che d'ora in avanti si sentiva di continuare il viaggio da sola. Dopo parecchi anni sono venuto casualmente a sapere che si è sposata e ha avuto due figli.
Mi piace raccontare questa storia perchè è stata molto soddisfacente per me ed è finita bene, ma soprattutto perchè hanno fatto quasi tutto i sogni, dall'inizio alla fine: la paziente li ha registrati e ci ha dialogato, mentre io l'ho sostenuta emotivamente ed affettivamente in questo percorso.
Mi sembra che sia una storia che possa aiutare a capire come l'interpretazione dei sogni non sia solamente una questione tecnica e razionale, l'associazione di un'immagine onirica ad un significato standard, come si trova in certi pseudomanuali. Il rapporto con i sogni ha sempre un valore affettivo individuale, i nostri sogni sono quanto di più personale esista al mondo e soprattutto hanno un valore emotivo e creativo che può veramente aiutarci a recuperare un equilibrio psichico migliore.