martedì 29 maggio 2012

siamo tutti un po' scossi

Oggi non è stata una bella giornata.
Ore 9: la terra trema forte, come dieci giorni fa, ma dopo un po' smette.
Ore 12.56: la terra trema ancora forte sotto i piedi.
Ore 13.02: ancora una scossa forte e lunga come quella di prima.
Ora sono le 17.36 e da quattro ore non è successo più nulla di importante.
Sì, si contano le ore che passano, e più ore passano e più ci si sente tranquilli, e si spera che l'ultima scossa avvertita sia stata davvero l'ultima.
A 30 km di distanza da qui, nella zona dell'epicentro, le scosse le avvertono quasi in continuazione da dieci giorni. Dieci giorni e dieci notti sono un'eternità, sempre a pensare, anche se non lo si vuole, che magari ne capiterà una che tirerà giù tutto.
E chi sta ai piani alti ondeggia e pensa che in caso di necessità deve fare molte scale di corsa, forse troppe. E la sensazione è spesso quella di quando si sale su una barca e poi si scende, che si sente ancora la terra ondeggiare intorno.
E i camion che passano fanno vibrare le case e lo sguardo corre sempre al lampadario: si diventa ipersensibili, è questione di sopravvivenza. Un leggero scricchiolio di un mobile di legno diventa un segnale di pericolo.
C'è sempre qualcuno che è più terremotato di te e se non si è proprio nell'epicentro non ci si può lamentare.
C'è questa sensazione sgradevolissima di non poter fare niente, tranne che scappare fuori il più presto possibile. C'è in gioco la casa, c'è in gioco la vita.
Speriamo che finisca presto.

mercoledì 23 maggio 2012

la domanda di senso

Che senso ha la mia vita? In cosa consiste il senso della mia vita?
Questa domanda, espressa o inespressa, mi ha sempre accompagnato dall'adolescenza in poi, ma qualche volta si è affacciata anche alla mia mente bambina.
Se all'inizio era centrata esclusivamente sulla mia esistenza, sul cercare di arrivare a conoscere la mia vera essenza, a un certo punto la domanda non ha potuto non tenere conto anche della società, del mondo in cui vivevo, perchè comunque ero consapevole che la mia autenticità si doveva poi realizzare nella relazione con gli altri, nel contesto sociale.
Nè, d'altra parte, si può immaginare una risposta valida per sempre, in assoluto, giacchè il fatto che siamo vivi comporta un continuo cambiamento nel modo di vedere e di sentire le cose della vita.
C'è quindi una interrogativo personale (chi sono io?) e una dimensione relazionale (come mi comporto nelle relazioni con gli altri e col mondo?) che si intrecciano continuamente.

Non porsi questi interrogativi, rinunciare ad ascoltarsi e a cercare la propria verità, significa estraniarsi da sè stessi, vivere facendosi dirigere da ciò che pensano gli altri, col rischio di conformarsi ai comportamenti della maggioranza oppure di cadere nel nichilismo o nel ribellismo che non progetta, non propone e non costruisce.
Se la vicinanza affettiva degli altri si percepisce sulla base dei sentimenti di amore e di amicizia, il calore che noi ci possiamo dare passa attraverso la continua ricerca del senso attuale, vero e autentico, della nostra vita. Nel percepirsi come individui che stanno autenticamente cercando il proprio senso sta la consolazione rispetto agli insuccessi, la sicurezza della propria identità indipendentemente dai risultati ottenuti; su ciò si fonda l'affetto per noi stessi che non dipende dalla quantità di frutti che raccogliamo, ma che si basa sulla consapevolezza del nostro esserci, delle cose in cui crediamo e dell'impegno che mettiamo nel cercare di realizzarle.



lunedì 21 maggio 2012

un terremoto inimmaginabile

Il terremoto che ha colpito la bassa modenese e il ferrarese è stato un evento inimmaginabile, perchè qui da queste parti non si è mai visto nulla di simile da secoli se non da millenni. Credevamo che essere su una terra elastica, perchè non rocciosa e zuppa d'acqua fosse una garanzia sufficiente per non subire mai danni così gravi e la morte di sette persone. Ma la parola mai non è del mondo umano.
A Modena città, comunque, non abbiamo avuto nessun problema, se non quello di svegliarci di notte e aspettare che il movimento delle case cessasse. Invece in provincia ci sono stati danni grandi, case lesionate e crollate, edifici industriali anche di recente costruzione abbattuti, animali (soprattutto mucche e maiali) morti sotto le macerie dei grandi allevamenti.
Quasi tutti gli edifici storici (chiese, torri, torrioni, mura, rocche e castelli) che erano il legame degli abitanti col loro passato e rappresentazione concreta della loro storia e della loro identità culturale, hanno subito gravissimi danni o sono crollati. Oltretutto qui piove e fa freddo (strano per il mese di maggio, che spesso vede sole e temperature estive), e ciò acuisce i disagi.
Mirandola, Medolla, S.Felice sul Panaro, Massa Finalese e Finale Emilia sono una serie di comuni vicinissimi tra loro, che segnano il confine tra il modenese, il mantovano e il ferrarese.
Proprio qui sotto, a Rivara di S.Felice, vicinissimo a dove c'è stato l'epicentro del terremoto, da anni si è progettato di costruire un enorme deposito grande centinaia di milioni di metri cubi, per stoccare il gas metano, contro la volontà delle popolazioni locali, dei comuni, della provincia e della regione. Immagino che almeno questo incubo, di avere per sempre una enorme bomba sotto le proprie abitazioni, svanisca e che almeno questo sia un frutto positivo di questa catastrofe.
Ma adesso speriamo solo che il peggio sia passato e che si possa pensare unicamente alla ricostruzione e alla ripresa, che sarà comunque dura e difficile.

venerdì 18 maggio 2012

cos'è l'amore?

Non pretendo ovviamente di esaurire l'argomento, ciascuno potrà aggiungere qualche altro pensiero. Ma se devo pensare a ciò che è veramente essenziale nell'amore, mi viene da scrivere questo:
Amare è desiderare intensamente che l'altro sia e diventi sè stesso, che riconosca e viva la propria vita autenticamente.
Amare è non avere bisogno dell'altro, lasciargli la libertà, anche quella di non amarci più, perchè il massimo della libertà garantisce il massimo dell'amore.
Amare è pensare di sopravvivere alla perdita dell'altro, perfino alla sua morte, perchè il senso ultimo del nostro vivere è insito nella nostra natura, ed è bello sollevare gli altri dal dovere di esserci vicini, sostenerci e amarci, lasciandoli liberi da qualsiasi ricatto affettivo, affinchè l'amore sia desiderio vero di autolimitazione, per il bene nostro e dell'altro.

A ciò consegue, evidentemente, che quanto più si conosce la propria natura, ci si ama e ci si vuole bene, tanto più si è in grado di conoscere, amare e volere veramente bene agli altri.

mercoledì 16 maggio 2012

il gheppio liberato

Era prigioniero in un anfratto del castello di Carpineti. Non riusciva più a trovare la strada per la libertà.
Per sua fortuna, durante la visita al castello, è stato notato da alcuni ragazzi che con l'aiuto di un'insegnante, sono riusciti a liberarlo. Qui vedete l'animale un attimo prima di essere restituito al suo volo.
E mi è sembrato curioso che nella giornata che ho definito cibo per l'anima sia accaduta anche questa cosa. Perchè, come dice Vania in un commento al post precedente, oltre alla teoria è necessaria anche la buona pratica. E questa collaborazione insegnante-alunni per liberare un rapace imprigionato mi sembra non meno educativa per l'anima di tante lezioni scolastiche.

lunedì 14 maggio 2012

cibo per l'anima

Il castello di Carpineti
A mio parere l'anima si nutre soprattutto di natura, bellezza e autenticità.
Ieri è stata una buona giornata per la mia anima, che si è nutrita ottimamente durante tutto il giorno.
In programma c'era una gita scolastica di due classi prime della scuola media frequentata da mio figlio, alla quale erano invitati anche i genitori.
Sveglia alle 7, ritrovo alle 8.30 sotto un cielo plumbeo con pioggia battente e freddo autunnale (per la cronaca, il giorno prima c'era cielo sereno, sole pieno e 32°); presenti 30 bambini, altrettanti genitori e due insegnanti.
Mèta della nostra gita: le terre collinari di Matilde di Canossa vicine a Reggio Emilia, con visite ai castelli di Carpineti, Sarzano e Canossa.
Arrivo al castello di Carpineti ( a 800 metri di altitudine, con temperatura di 7° e pioggia sottile) alle 10. Incontro con Edda, la nostra guida, una giovane donna molto vitale e sorridente che fa parte di Ideanatura, un gruppo di giovani che, con mille iniziative intelligenti, cercano di valorizzare il territorio. La guida ci accoglie e parla per mezz'ora a bambini e genitori di Matilde e dei suoi tempi, in modo ammirevole e caldo, riuscendo a tenere catalizzata l'attenzione di tutti, con una simpatia pari alla sua notevole preparazione storica. Del castello medioevale sono rimasti quasi solo ruderi, ma sufficienti per capire come fosse stato in origine. La posizione era stupenda e avrebbe permesso una vista meravigliosa, anche se noi abbiamo visto solo nubi tutt'intorno, ma quel luogo emanava comunque un fascino particolare, grazie anche alle descrizioni della guida, che ci metteva davvero l'anima per trasmetterci lo spirito di quei luoghi.
Alle 12 tutti a mangiare in un posto semplice e rustico, l'Ostello e Ristoro di San Vitale, luogo magico, sede di un insediamento bizantino, in mezzo alle colline, gestito da giovani che ci hanno fornito cibi semplici e genuini, saporiti e gustosi.
Poi tutti al castello di Sarzano, dove ci attendeva un liutaio che aveva portato con sè violini, viole e anche un violoncello di sua costruzione, e qui, colpo di scena, abbiamo scoperto che la nostra guida sapeva anche suonare il violino e ha accennato per noi un paio di brani medioevali, riscuotendo applausi.
Alle 16, ultima tappa, il castello di Canossa, mèta di molti tedeschi che vengono a visitare il luogo dove il loro imperatore Enrico IV venne a chiedere perdono al papa e fu fatto aspettare da Matilde fuori dal portone per tre giorni.
Matilde di Canossa

Ricapitolando: luoghi suggestivi, carichi di storia e immersi in una natura rigogliosa e rispettata; una guida che ci ha messo l'anima nel fare il suo lavoro, riuscendo ad interessare sempre tutti; un gruppo di giovani che ci hanno fornito cibi buoni e naturali.
E, oltre a ciò, una insegnante che non ha esitato ad accompagnare i ragazzi senza problemi, "sacrificando" una sua domenica di libertà, per sostituire una collega che avrebbe dovuto venire ma che è stata trattenuta a casa da un grave problema familiare.
Con tutti questi ingredienti, in questo clima caratterizzato dalla sincera attenzione al bene gli altri, si capisce come l'anima si sia nutrita ottimamente e nemmeno il brutto tempo abbia avuto il potere di deprimerla.
  

sabato 12 maggio 2012

il profumo dell'adolescenza


A volte mi capita di leggere delle cose e pensare: non potrei descriverlo meglio.
Ecco un esempio, scritto dalla psicologa Marica Rytovaara:
"L'adolescenza è piena di emozioni violente e inelaborate, dato che gli adolescenti sono pieni di un senso di impotenza, della mancanza di autonomia e di mezzi per dare forma al proprio destino. Gli adulti spesso ridicolizzano la vulnerabile dipendenza dei ragazzi di quest'età e non riescono a vedere il nudo terrore e la paura dell'abbandono che si nascondono dietro la maschera del disprezzo. L'adolescente è assolutamente consapevole del fatto che la rete di protezione dei genitori, ormai logora, sta per scomparire e si rende conto che fare la scelta sbagliata può rivelarsi essere perduto per sempre.
Gli adulti tendono a soffrire di amnesia collettiva riguardo alla loro adolescenza per evitare di riconnettersi con il tumulto e le ferite di amori non corrisposti, rifiuti e tradimenti. Gli adolescenti invece intraprendono la discesa nella solitudine, che significa l'inizio della separazione e dell'individuazione e della comprensione del fatto che i genitori non possono più proteggerli dal duro scontro con le gerarchie sociali".

Personalmente amo lavorare con gli adolescenti, perché è come lavorare a contatto con il magma incandescente: magnifico e pericoloso al tempo stesso. Materia grezza, da maneggiare con cura, bisognosa del massimo rispetto e della massima valorizzazione.
Stabilire un rapporto di fiducia con un adolescente non è per nulla scontato, ma, se accade, ha il profumo dei fiori appena sbocciati.

Maria Grazia Luffarelli: tulipani danzanti

giovedì 10 maggio 2012

i due pesci

Foto di Arianna Zorzolo
Ho letto questa antica storia:

"Due pesci si incontrano nel mare e uno dice all'altro: Com'è l'acqua dalla tua parte?
E l'altro risponde: Acqua? Che cos'è l'acqua?".

Questo racconto mi ha colpito molto, ma non so bene spiegare il perchè. Ogni tanto mi riviene in mente e mi sembra che contenga qualcosa di importante, ma non so dire che cosa.
Che ne dite?

domenica 6 maggio 2012

l'incontro di sabato

Ieri pomeriggio c'è stata la prima presentazione pubblica del progetto di costituire gruppi che lavorino sull'autenticità della comunicazione nelle relazioni.
Le cose sono andate bene, nel senso che è circolata davvero molta autenticità.
Il pubblico non era numerosissimo (hanno partecipato 25-30 persone), ma la sensazione più forte è stata la piena sintonia tra le aspettative dei partecipanti e ciò che abbiamo proposto loro.
Il tema dell'autenticità è stato molto sentito ed è stato declinato in vari modi negli interventi del pubblico: l'essere autentici anche quando si hanno dubbi, unitamente all'assunzione di responsabilità nelle relazioni sono stati i punti più significativi emersi negli interventi, oltre all'approfondimento della natura della relazione, come realtà che ha una sua identità autonoma e diversa da quella dei partecipanti.
Insomma, si è dialogato senza timore e ci siamo scambiati idee e opinioni.
L'idea di partecipare ad un gruppo dove si cerchi di coltivare l'autenticità è piaciuta a molti e probabilmente è andata incontro ad un bisogno-desiderio molto sentito.
Insieme alla mia amica-collega pensiamo quindi di fare qualche altro incontro simile a questo e di fare poi partire l'esperienza concreta dei gruppi nel prossimo settembre.