domenica 11 settembre 2022

21-30 anni: dove si comincia a confrontarsi con l'autonomia e la responsabilità

Prima di entrare nel merito del tema di oggi, vorrei chiarire che le cose che scrivo non sono obblighi da realizzare in un certo periodo della vita, perchè, come giustamente ha scritto un commentatore, nella vita si possono fare anche dopo cose che non si sono fatte prima. Ciò che scrivo è il frutto della constatazione che quotidianamente registro nel mio lavoro, delle difficoltà che può creare il non procedere in avanti in modo naturale nel crescere e nel maturare. Quando la libido, cioè l'energia vitale, ristagna e i pensieri tendono troppo verso il passato, la vita non è mai molto soddisfacente e ciò vale fino al giorno stesso in cui si muore.

---------------------

Questo è un periodo critico perché si è a metà del guado: non si può tornare indietro e nemmeno stare fermi a sognare, bisogna andare avanti concretamente negli studi o nel lavoro per costruire il proprio futuro. È tempo di scelte decisive che spesso fanno paura e quindi si vorrebbero rimandare. 

Si vive tra il desiderio e il timore di sperimentare rapporti affettivi importanti e mettersi in gioco nel mondo del lavoro, spesso si teme di arrivare alla laurea immaginando le difficoltà del post-laurea. Si fatica ad abbandonare le sicurezze e i vantaggi economici che offre la convivenza coi genitori: la libertà che il vivere da soli comporterebbe è tanto agognata quanto temuta per le responsabilità che porta con sé. 

Ci si confronta con le difficoltà economiche, con la precarietà del lavoro, con la necessità di fare delle scelte e di assumersi delle responsabilità. 

Rispetto al decennio precedente qui si affronta la vita nei suoi aspetti concreti e le decisioni che si prendono possono avere un impatto importante sul proprio futuro. Si avverte che prendere delle decisioni è necessario anche se difficile e che non rimarrà tanto tempo per percorrere strade diverse.

Spesso capita di scoprire che dobbiamo modificare qualcosa che non funziona nel nostro modo di vivere, avvertiamo delle carenze. Gli anni della piena maturità sono dietro l'angolo e non possiamo permetterci di essere troppo impreparati ad affrontarli.

Se non si riesce a modificare il proprio stile di vita adolescenziale e si cerca di rimanere attaccati a un passato che ci preclude la possibilità di crescere davvero, si rischia di essere preda di sentimenti di incapacità e di impotenza.

Nell'affrontare questo decennio sono molto importanti le esperienze che abbiamo fatto nei due decenni precedenti. Se in essi abbiamo sviluppato una sufficiente fiducia nelle nostre capacità razionali ed affettive, troveremo il coraggio sufficiente per andare avanti superando le difficoltà che questo periodo ci può far incontrare.

A trent'anni dovremmo avere raggiunto una consapevolezza sufficientemente chiara di chi siamo e di quali sono le cose più importanti che danno senso alla nostra vita. E, possibilmente, dovremmo non avere paura di avere paura, di fare fatica a raggiungere i nostri obiettivi. Dovremmo esserci resi conto che la vita è fatta di tante sfumature, di tanti colori diversi e che non esiste solo il bianco della vittoria e il nero della sconfitta. Dovremmo avere una buona dose di perseveranza nel cercare di raggiungere gli scopi che sentiamo veramente nostri e dovremmo valutare in autonomia le idee, i pareri e i giudizi degli altri.

Insomma, a trent'anni l'adolescenza dovrebbe essere davvero finita e con desiderio di andare avanti si dovrebbe entrare nell'età adulta.

(3 - continua)