venerdì 20 agosto 2021

game over

 


Primo quarto

Lunedì scorso è stata una giornata terribile. Notte calda e poi fin dal mattino aria calda che diventava sempre più calda. Già a metà mattina aprire la finestra era come aprire lo sportello di un forno a 300 gradi, un vento caldo che bruciava. E così tutta la giornata fino a sera. Poi, d'incanto, martedì mattina il vento si è girato, trasformandosi in aria fresca, gradevole, respirabile. Mi si è fissato in mente quello che ho provato in quell'esatto momento, quando continuavo ad aspettare il caldo del forno e invece in un attimo ho sentito il fresco del maestrale. E' un momento sublime, unico: il passaggio dal male al bene.

Secondo quarto

Le ferie stanno finendo, tra tre giorni ritorno a casa e, come tutti, ricomincia la vita normale scandita da orari e impegni da rispettare: non ci sarà più la totale padronanza del tempo che ho piacevolmente sperimentato durante le ferie.

Terzo quarto

In questi giorni mi è venuto in mente che parecchi anni fa un mio paziente anziano mi telefonò mentre ero in ferie chiedendomi se potevamo sentirci perchè gli stavano venendo ripetuti e forti attacchi di panico (ai miei pazienti dico sempre che, in caso di emergenza, mi possono chiamare anche se sono ferie). Ci parlammo per telefono e gli chiesi quando erano cominciati. Mi disse che era stato ricoverato in ospedale per un problema fisico di media gravità ma per lui particolarmente fastidioso e che mentre era là gli era cominciato a venire il pensiero che fosse un'ingiustizia che questa malattia fosse capitata proprio a lui, che era sempre stato una persona buona e generosa. Una volta a casa, questo pensiero si era incistato dentro di lui e, solo adesso che me ne parlava, si rendeva conto della rabbia che covava dentro. Questa rabbia si era letteralmente impadronita di lui, ne era stato talmente condizionato da diventare incapace di sentirsi, come prima, padrone della sua vita. Mi disse che gli attacchi di panico forse erano proprio in relazione a questo: al pensiero di non potere più essere padrone della sua vita perchè sottomesso a questa ingiustizia che non poteva eliminare in nessun modo. Riconobbe che era un atteggiamento eccessivo e che doveva riconciliarsi con l'idea che non poteva controllare tutto. Dopo quella telefonata non ebbe più attacchi di panico.

Ultimo quarto

Perchè ho scritto di seguito tutte queste cose? Che relazione hanno tra loro?

Perchè gli attacchi di panico sono quasi sempre in relazione a qualcosa che, consciamente o inconsciamente, temiamo. Molte volte è la paura di affrontare dei cambiamenti che genera ansia (gli attacchi di panico non sono altro che picchi di ansia somatizzata). Quando tutto rimane così com'è, non abbiamo paura del nuovo: in generale abbiamo una grande capacità di adattarci a  situazioni poco gradevoli anche se durano a lungo nel tempo.

Quindi, quando c'è una settimana di caldo pazzesco, bisognerebbe stare il più possibile fermi e buoni ad aspettare che il vento cambi, quando finiscono le ferie bisognerebbe accettare che poi ritorneranno l'anno successivo e quando ci si sente oppressi da qualcosa, bisognerebbe cercare comunque di rimanere centrati su se stessi e accettare che certe cose non le possiamo cambiare tutte e subito (come il vento, che cambia quando pare a lui).

Insomma, bisognerebbe ridimensionare il proprio Io, non pretendere nè da sè nè dagli altri qualcosa che non è possibile, rimanendo consapevoli dei propri e degli altrui limiti, all'interno dei quali fare del nostro meglio, tutto quello che riusciamo, tenendo presente limiti e confini reali, altrimenti andremo in tilt, come i flipper di una volta, che se li scuotevi un po' non succedeva niente, ma che se li scuotevi troppo forte, si spegneva tutto e si illuminava la scritta Game Over.


sabato 14 agosto 2021

sul viaggio

Disegno di Carolina Zambrano

Un vero viaggiatore è chi sa quanto sia non solo migliore ma più vero sognare Bordeaux che sbarcare a Bordeaux.

Fernando Pessoa

lunedì 9 agosto 2021

a volte vedi una cosa in cielo...

 A volte vedi una cosa in cielo, prendi il cellulare, fai una foto, poi la guardi e ti meravigli di cosa è venuto fuori...