martedì 2 novembre 2021


Veliero farfalla di Vladimir Kush

L'eros, inteso come slancio vitale, come apertura alla vita, è difficilmente separabile dalla paura.

Paura di perdere il quotidiano, con tutte le sue tranquille certezze, paura della trasformazione, paura di andare verso nuove e sconosciute esperienze.
A me pare che, in questo senso, la nostra società sia in generale poco erotica: predomina la difesa, la conservazione dell'esistente e l'eros viene vissuto o nella sua dimensione fisica, spesso strumentalizzata e terreno di lotte per la conquista del potere, o nella sua dimensione spirituale. Ma l'eros non è nè l'una nè l'altra cosa, è l'una e l'altra insieme; Eros è il dio che scaglia le frecce nella carne, ma ha in sè anche il divino.
Ciò che favorisce più di ogni altra cosa l'incontro con il proprio eros è la relazione con persone che vivano la vita in modo passionale oppure l'ascolto di quella forza vitale interiore che ci spinge ad andare là dove abbiamo paura di andare, dove non siamo mai stati, fuori dalla strada che conosciamo bene.
Come diceva Oscar Wilde: il vantaggio delle emozioni è che ci portano fuori strada. 
Concerto di Caravaggio
Chi vuole avere il controllo sugli individui fa di tutto per evitare di lasciare loro del tempo vuoto, perchè proprio lì potrebbero incontrare il proprio personale eros, sotto forma di fantasie, di inquietudine, di immaginazione e creatività: meglio vendere, per il loro tempo libero, le immagini di un eros preconfezionato, mercificato, sterilizzato, catalogato, banalizzato, privato del suo potere trasformativo.
Come dice un personaggio de "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij, che parla di come mantenere il potere sul popolo: "Sì, noi li obbligheremo a lavorare, ma nelle ore libere dal lavoro daremo alla loro vita un assetto come di giuoco infantile, con canzoni da bambini, cori e danze innocenti".

6 commenti:

alberto bertow marabello ha detto...

Un eros travolgente evrivoluzionario. Bello! Chiaramente non può essere solo banale esercizio fisico. Anzi

Franco Battaglia ha detto...

Eros paragonabile alla felicità. Stesse dinamiche, stesse paure, stessi ostacoli.

Anonimo ha detto...

Un Eros sofferente ,dove nella seconda parte del post viene tracciata una plausibile motivazione a tale sofferenza ...e quindi si,inquadrata la paura si invoca il coraggio verso uno slancio alla libertà interiore che non si contrappone tra corpo e spirito ma li abita l'uno nell'altro...materiale ed immateriale.


Buona serata


L.

giorgio giorgi ha detto...

@alberto: sì, non c'è nulla di più travolgente e rivoluzionario dell'amore per la vita...

giorgio giorgi ha detto...

@franco: sì, eros e felicità sono affini e, anche se sono travolgenti e rivoluzionari, ci vuole un certo equilibrio interiore per goderne appieno.

giorgio giorgi ha detto...

@L.: spirito e materia sono profondamente connessi, non può essere diversamente se si vuole raggiungere un equilibrio davvero profondo e duraturo.