lunedì 8 novembre 2021

la fiaba preferita


La fiaba che preferivo da bambino era I tre porcellini. Non mi stancavo mai di ascoltarla. Era la storia di tre porcellini, fratelli tra loro, che erano inseguiti da un lupo che voleva mangiarli: il primo si costruiva una casa di paglia e fango, ma il lupo la buttava giù, il secondo se la costruiva di legno, un po' più robusta, ma il lupo distruggeva anche quella e finalmente il terzo, lavorando più degli altri, costruiva una solida casa fatta di mattoni dove ospitava e salvava gli altri due fratelli in fuga perchè quella casa il lupo non riusciva a distruggerla e se ne andava via scornato.

Cosa possono essere in concreto questi mattoni che ci difendono dai lupi di cui parla la fiaba? In quanti modi diversi ci possiamo difendere da chi non ci vuole lasciare vivere la nostra vita?
Per chi dice sempre sì, ad esempio, qualcuno di quei mattoni può simboleggiare dei no che ci salvano da coloro che vogliono farci vivere la nostra vita a modo loro.
E i lupi, chi possono essere e in quanti modi simbolicamente ci possono mangiare, come racconta anche la fiaba di Cappuccetto Rosso? Il lupo può essere, ad esempio, chi cerca di farci venire sensi di colpa ingiustificati se cerchiamo di vivere tranquillamente la nostra vita?
Credo che ciascuno di noi abbia il diritto naturale di costruirsi la sua casa psichica fatta come vuole, coi mattoni che vuole e di abitarla in santa pace, lasciando entrare chi desidera e lasciando fuori chi ha intenzioni cattive.


5 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Succede cha volte il lupo si traveste da nonna e carpisce la buona fede. A quel punto non solo devi vivere in una casa psichica blindata, ma riuscire anche a discernere le intenzioni e l'ipocrisia dilagante. E non sempre il dna ci aiuta. Di buono però, c'è che ci fa ripartire, comunque e sempre con nuovi sogni e nuove prospettive, senza farci cadere in depressione (male del secolo).

Maria D'Asaro ha detto...

Ho raccontato letteralmente centinaia di volte questa fiaba, prima a uno dei miei figli, poi ai miei nipoti che vogliono raccontata solo questa. Penso che sia corroborante per i bambini (ma anche per gli adulti) 'sentire' e sapere che c'è una casa (metafora della vita fisica, psichica, degli affetti...) che riesce a salvarsi dalla voglia distruttiva di un lupo cattivo.

alberto bertow marabello ha detto...

Bellissima favola per molteplici motivi. Il primo è i porcelli... mi ci riconosco. 😀
Poi perché è meglio costruire che distruggere come il lupo, o meglio costruire che gigioneggiare come gli altri porcellini. E costruire vuol dire costruirsi pure delle difese del "prendersi cura si sé".
Ma il motivo principale è i porcelli
😀

Giulia Lu Mancini ha detto...

Anch’io amavo questa fiaba e apprezzavo molto il terzo porcellino più laborioso degli altri due, mentre i primi due pelandroni mi facevano un po’ rabbia...
Nella vita servono molti mattoni per proteggerci, ognuno trova i suoi come può

Franco Battaglia ha detto...

Postilla: ogni volta a passeggio per paesini e angoli di paradiso, sia in Italia che all'estero, continuiamo a stupirci delle case con le chiavi attaccate alla porta, di assenza di inferriate, allarmi, mura di recinzione.
Potrebbero costruire serenamente con paglia e fango, anzi, lo fanno.
La differenza la fa l'assenza del lupo. Se guardassimo anche a noi a monte?