lunedì 7 dicembre 2020

una scuola che formi l'uomo

Credo che il regalo più bello che possiamo fare al mondo sia immaginare qualcosa di nuovo, che riteniamo migliore di quello che già c'è.

Galimberti in questa intervista prova a immaginare una scuola che funzioni con modalità diverse da quelle attuali, una scuola che cerchi di formare l'uomo, anche se, lui per primo, ritiene che ciò sicuramente non si potrà realizzare.

Per me è stato molto stimolante ascoltare le sue parole, sempre dettate dalla passione, anche quando parla del rapporto tra genitori, ragazzi e insegnanti.

Credo che, anche se su qualche argomento si hanno idee diverse, questa intervista costituisca uno stimolo interessante con cui confrontarsi per riflettere su un tema fondamentale per tutti noi e per la nostra società. 



10 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Sempre piaciuto Galimberti.. pensa che ero uno di quelli convinti che l'emergenza pandemia, il lockdown, la sensibilizzazione, i morti, la reclusione.. ci avrebbero cambiati... ;)
.. meraviglioso e inquietante quel suo "poche parole nel vocabolario, pochi pensieri in testa"

giorgio giorgi ha detto...

Sì, è sempre molto interessante sentire i suoi punti di vista, che esprime con forza critica, chiarezza e capacità di sintesi. Ti dirò che quando ho scoperto che faceva parte dell'associazione di psicoanalisti dove sono entrato anch'io, la cosa mi ha fatto molto piacere!

Annamaria ha detto...

Molto articolato il discorso di Galimberti e condivisibile quando parla - senza peli sulla lingua - della necessità di una scuola formativa, di insegnanti che sappiano creare interesse e di certi difetti dei genitori nel rapporto coi figli.
Però, a mio avviso, generalizza troppo: ci sono storture, certo, ma non esistono solo quelle. Inoltre, è giusto che l'insegnante sappia creare interesse, ma non si può pretendere che tutti siano Benigni quando legge Dante...
A suo tempo, io ho avuto un insegnante così veramente carismatico e altri invece molto meno. Ma anche se erano meno brillanti, erano comunque persone oneste alle quali importava di noi, e penso che - nonostante i tempi siano cambiati - ce ne siano anche oggi.
Poi, su altri aspetti, il discorso sarebbe lungo.
Grazie!

giorgio giorgi ha detto...

@annamaria: Concordo. Galimberti è sempre molto duro, anche eccessivo, quasu apodittico, ma credo che lo faccia per colpire le coscienze, per privicare delle reazioni. D'altra parte luu stesso duce che ci sono tanti insegnanti anche giovani validissimi. Credo che Galimberti, come Gramsci, "odi gli indifferenti". E in generale credo che voglia indurre ad andare oltre l'esistente, ad avere il coraggio di immaginare qualcosa di altro e di migliore senza appiattire. La sua sfiducia nel futuro io la leggo: "Se ciascuno di noi non lotta per ciò in cui crede, le cose andranno male".

giorgio giorgi ha detto...

Scusa gli errori ma credo si capisca cosa volevo dire...

Annamaria ha detto...

Si capisce benissimo, Giorgio, grazie!

silvia ha detto...

Galimberti mi piace per la semplicità e franchezza, però non vedo il video, riproverò con il p.c.

Andrea Sacchini ha detto...

Devo molto a Galimberti. Moltissime delle (poche) cose che so le ho imparate da lui, dalle sue conferenze (a una sono anche riuscito ad assistere di persona) e dai suoi libri che affollano la mia libreria , anche se alcuni li ho trovati molto difficili per il mio background culturale.
Il discorso sui problemi e le mancanze della scuola è uno dei chiodi su cui batte di più, anche se spesso cade in eccessive generalizzazioni su cui non sono sempre d'accordo.
Grazie per aver postato questa bella intervista.

giorgio giorgi ha detto...

Il tuo modo di scrivere e i contenuti dei tuoi scritti mi piacciono molto. Mi fa piacere dialogare con te.

Andrea Sacchini ha detto...

La cosa è reciproca.