domenica 15 novembre 2020

incontrarsi a metà strada

 Molti anni fa, quando ero ancora all’inizio della professione, mi telefonò una persona che mi raccontò di essere da poco tempo in cura da uno psicoterapeuta, col quale però le cose non andavano bene.

Mi spiegò che aveva degli attacchi di panico molto forti che gli impedivano fisicamente di andare nello studio del terapeuta e, nonostante le sue richieste, il medico non era disponibile per andare a fare le sedute di psicoterapia presso il suo domicilio.
Mi chiese quindi se io avrei potuto andare a fare le sedute nella sua abitazione. Risposi affermativamente e iniziai ad andare da lui ogni sabato mattina.
Un po' di tempo dopo mi disse che si sentiva pronto per provare a venire con la sua automobile nel mio studio, che distava circa 20 chilometri da casa sua. Io acconsentii e il sabato successivo lo aspettai nel mio studio, sperando di vederlo arrivare.
Poco prima dell’orario concordato, ricevetti invece una sua telefonata nella quale mi diceva che era riuscito ad arrivare in automobile fino a un paesino che era circa a metà strada tra casa sua e il mio studio. Mancavano ancora 10 km, ma lui non riusciva né a proseguire verso il mio studio, né a tornare a casa: il panico lo teneva bloccato esattamente a metà strada.
Gli dissi di non preoccuparsi, che sarei andato io da lui, e così feci. Lui intanto si era seduto al tavolino di un bar all’aperto. Lì lo raggiunsi, mi sedetti vicino a lui e facemmo la nostra seduta sotto l'ombra di un albero. Dopo un’ora mi disse che se la sentiva di tornare a casa, e così fece.
Il sabato successivo ci riprovò e questa volta arrivò fino al mio studio: ricordo ancora l’atmosfera di festa e di gioia che vivemmo insieme quel giorno!

Questo episodio è rimasto profondamente impresso nella mia memoria, perché questo trovarsi a metà strada, questo fare ciascuno dei due il proprio pezzo di strada per andare incontro all'altro è rimasto per me simbolo ed essenza del lavoro psicoterapeutico.

22 commenti:

OLga ha detto...

Complimenti dottore per la sua disponibilità nei confronti del paziente,buona serata.

Maria ha detto...

Che bellissima condivisione Giorgio, commovente :)

Franco Battaglia ha detto...

Ironicamente si potrebbe sottolineare: ma se non viene il terapeuta incontro al paziente, chi altri? Ma comprendo le infinite sottigliezze e sfumature, eppoi, venti chilometri in auto possono mettere a dura prova il panico di tanti. Voglio immaginarli dentro una città caotica.. ;)

Annamaria ha detto...

Molto bella la tua disponibilità, ma anche questa strategia dei piccoli passi che serve a incoraggiare il paziente e ad evitare che si senta solo nella sua malattia. Se ci si propone subito obiettivi molto alti, il rischio è di fallire e deprimersi. Ma in questo modo, gradino per gradino, l'esito positivo si raggiunge meglio...almeno credo.
Grazie!

giorgio giorgi ha detto...

@annamaria: hai centrato il cuore del problema. Quando ci sono attacchi di panico è indispensabile procedere a piccoli passi, altrimenti non se ne esce. Il panico è sempre dovuto a un problema che non si sa come superare, che si sente enorme. Solo affrontandolo con molta gradualità se ne può venire a capo.

giorgio giorgi ha detto...

@franco: :)

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie della condivisione. "Fare ciascuno dei due il proprio pezzo di strada per andare incontro all'altro è rimasto per me simbolo ed essenza del lavoro psicoterapeutico." E anche, allargando il contesto, simbolo ed essenza di ogni relazione umana significativa ed autentica. Buon tutto e grazie ancora.

chicchina ha detto...

Sono un po' assente,in questo periodo.Un post interessante,che può dare tante indicazioni.muoversi a piccoli passi,per esempio.Vale certo nella tua professione dove immagino serva tanta cautela e sensibilità nell'approccio,ma anche nel quotidiano,per ognuno di noi.Lo stesso per il ritrovarsi a metà strada.Dopo qualche anno di matrimonio e qualche scontro frontale,ho adottato,unilateralmente,questo metodo,cedere un po di terreno per trovare il giusto equilibrio.Ben presto,condiviso il metodo,abbiamo preso la strada giusta.Era tanto tempo fa...Ho quasi fatto una seduta on line.Grazie per quello che condividi.

giorgio giorgi ha detto...

@chicchina: grazie a te per il commento. C'è nel tuo racconto il gradevolissimo profumo di una relazione d'amore vero.

Paola S. ha detto...

Dai, che dolcezza questa cosa...Mi ha fatto tanta tenerezza pensare alla persona in questione chiamarti ammettendo di non riuscire a proseguire ed immaginare poi il vostro incontro a metà strada. A volte forse serve solamente non sentirsi soli, sapere di avere qualcuno pronto a fare il tifo per noi, pur silenziosamente, senza urlare e strafare...
Spero che ora il tuo paziente riesca a fare senza paura tutti i kmn che vuole <3

giorgio giorgi ha detto...

@paola: Hai centrato il punto: io dico abitualmente che sono un fan dei miei pazienti...
Quanto al paziente di cui ho parlato è riuscito poi perfino a prendere abitualmente l'aereo per andare all'estero per lavoro e a separarsi da sua moglie che non credeva assolutamente nella sua possibilità di rendersi autonomo...

silvia ha detto...

Quindi per curare gli attacchi di panico serve la terapia e non i farmaci? Oppure ogni caso è a sé?

giorgio giorgi ha detto...

@silvia: ovviamente ogni a caso è a sè. Io ti posso parlare di ciò di cui ho esperienza personale e in molti casi ho visto che gli attacchi di panico se ne vanno con una psicoterapia adatta anche senza farmaci. In altri casi i farmaci possono aiutare, ma generalmente la fine definitiva degli attacchi di panico ce l'hai quando hai individuato e superato le cause che ti creano il panico.

silvia ha detto...

La familiarità può essere una causa?

giorgio giorgi ha detto...

L'aria che si respira in famiglia, il modo di relazionarsi dei genitori coi figli, influiscono sicuramente sulla crescita psicologica dei figli, soprattutto per il fatto di creare più o meno sicurezza in loro. Il panico è correlato a un alto tasso di insicurezza su di sè in generale o su qualche parte di noi. Quindi in questo senso la risposta alla tua domanda è sì, non è invece una questione di genetica.

silvia ha detto...

Intendevo quello, se potesse essere genetico. ero convinta che malattie mentali quali depressione e simili avessero una base ereditaria, cioè, l'avevo letto.
Ho un'altra domanda (se non divento scocciante): le persone con un' intelligenza superiore alla media sono statisticamente più a rischio?

giorgio giorgi ha detto...

No. Tutti i sintomi delle psicopatologie vanno visti come segnali utili che ti indicano che il modo in cui stai vivendo ti sta portando troppo lontano da un tuo modo naturale di esistere. Ti obbligano a interrogarti su chi sei veramente. Se uno riesce a vivere in un modo coerente con ciò che è i sintomi spariscono. Quindi i sintomi sono un'occasione per migliorare il proprio modo di vivere. La psicoterapia dovrebbe servire proprio a questo: riportarti a vivere in un modo veri, autentico, in base a ciò che sei veramente.

silvia ha detto...

Grazie mille.
Non è facile convincere un ragazzo di 20 anni senza entrate economiche a intraprendere un percorso psicoterapico.

giorgio giorgi ha detto...

Bisogna che ci sia la volontà e, se non ha soldi, almeno una famiglia che aiuti. Poi si deve cercare una persona che gli piaccia e che gli faccia un prezzo compatibile con la sua disponibilità economica, come faccio io. Se abita a Milano, Firenze o Bologna, conosco qualcuno che potrebbe interpellare.

silvia ha detto...

Terrò presente, nel caso ci sia un' apertura; difficile entrare in questi discorsi e sapere come si è evoluta la situazione senza trovare barriere, pur in buona fede...grazie ancora...

Sara ha detto...

Wow, mi ricordi la mia psicoterapeuta, sempre disponibile e affettuosa!
Margherita, quello è il suo nome! Grazie a Lei sono diventata ciò che sono. Ed è per quello che amo tanto la psicologia! Questa capacità di entrare nell'anima è tirarne fuori ciò che è bello e risolvere i conflitti! Onore alla Vostra professione e ancor di più a chi la svolge con così tanta passione!!

Ho letto tutto di ciò che hai scritto prima di questo, tornerò di sicuro!
Grazie!

giorgio giorgi ha detto...

Felice della tua condivisione e di sentire che siamo in sintonia su temi tanto importanti...