mercoledì 16 settembre 2020

per una ecologia della mente

 Oggi una mia paziente mi ha chiesto: vorrei sapere cosa ne pensa lei di quelli che, irrazionalmente, negano l'evidenza dei fatti, cioè la contagiosita' e la mortalità  del Covid e sostengono che non esiste, di quelli che pensano che c'è qualcuno che ci vuole limitare la libertà e danneggiarci coi vaccini, ecc.

Io credo che ciascuno possa avere le proprie opinioni, che possa non credere alla scienza o alla medicina, e in generale avere delle opinioni diverse su qualsiasi tema ed argomento. Ci mancherebbe! Non è questo il problema! 

Io sono preoccupato quando vedo il terrore profondo che anima certe persone che devono essere sicure al 100% che le loro idee sono giuste e questa sicurezza è così profondamente interiorizzata che qualunque cosa un altro possa dire per invitarli a un dialogo razionale, non la ascoltano nemmeno o la ascoltano con sufficienza per un po' per poi ribadire con assoluta certezza il loro incontrastabile punto di vista. Questo mi spaventa, perchè nella mia esperienza lavorativa ne ho visti parecchi di pazienti con tratti di personalità paranoici coi quali qualsiasi dialogo razionale è impossibile e so che una umanità composta di persone siffatte non può che portare ad avere sempre dei nemici da combattere ed eliminare. 

I paranoici non possono vivere senza nemici, perchè dividono il mondo con un taglio netto in due fette: da una parte chi la pensa come loro (amici) e dall'altra chi la pensa diversamente da loro (nemici) e tra queste due fette c'è uno spazio che rimane tristemente vuoto, inaccessibile al dialogo; al confine non ci si può trovare per parlare e dialogare perchè mors tua, vita mea: quindi devo eliminarti: URSS contro USA, guerra fredda, bombe atomiche, il dottor Stranamore (ricordate?), mentre anche oggi Trump è orgoglioso di annunciare al mondo che è l'unico ad avere delle armi che possono eliminare una volta per tutte qualsiasi nemico.

E' la violenza assoluta anche solo verbale verso l'altro che mi spaventa, la violenza che nasce dal terrore di soccombere, di essere finito se ciò che pensa l'altro si rivelasse vero. E da ciò nasce la necessità di eliminare l'altro, per sopravvivere, per non morire. Immaginate cosa sarebbe la nostra società se aumentasse sempre più il numero delle persone con le quali è impossibile dialogare, che o la pensi come loro o sei una minaccia da eliminare.

Chiunque ha avuto a che fare con una persona con dei tratti paranoici di personalità sa di cosa sto parlando: l'impossibilità di un dialogo, di un confronto civile, perchè per un paranoico non ha diritto di esistere niente che sia diverso dalla sua verità.

Credo che bisognerebbe far nascere intese a livello globale per cercare di affrontare questo problema, che non ha meno valore di quello ecologico: l'ecologia della mente non è meno importante dell'ecologia della Terra! 

Mentre dico questo sento già la critica che farebbe il gruppo di paranoici: "ecco, vedi, il paranoico sei tu, che hai paura di noi, sei violento e ci vorresti togliere di mezzo, noi invece con la nostra lotta vogliamo salvare anche te"! E questo è esattamente il punto aldilà del quale non si riesce ad andare nel dialogo razionale con i paranoici a meno che non si riesca con molta fatica a portarli ad avere più autostima, a sentire dei sentimenti caldi e affettuosi per sè, in modo che non siano così tanto spaventati dal mondo esterno, dagli altri. Ogni volta che riusciamo a raggiungere una sufficiente autostima o aiutiamo gli altri a farlo, stiamo togliendo spazio alla paranoia e quindi stiamo migliorando il mondo, stiamo allargando gli spazi del rispetto, del dialogo e dell'amore reciproco. 

Ecco, adesso posso dirvi cosa ho risposto oggi alla domanda della mia paziente: 

temo che sempre più persone diventino paranoiche sia a livello individuale che a livello sociale più di quanto io tema il Coronavirus o qualsiasi altra cosa.




16 commenti:

Annamaria ha detto...

La tua analisi è lucidissima e purtroppo veritiera.
Mi è capitato di incontrare persone che vedono in chi la pensa diversamente un pericolo per la loro stessa esistenza, come se la vita degli altri diventasse una negazione della loro.
Un dialogo civile di conseguenza è impossibile perchè il paranoico vive ogni opinione diversa dalla sua non come l'occasione di un normale confronto, ma come una sorta di "lesa maestà".

giorgio giorgi ha detto...

Purtroppo è proprio così!

Andrea Sacchini ha detto...

>Io sono preoccupato quando vedo il terrore profondo che anima certe persone che devono essere sicure al 100% che le loro idee sono giuste

Anche io sono preoccupato. Più che idee, però, tenderei a chiamarli pregiudizi. Tutti abbiamo pregiudizi, che sono determinati dalla cultura in cui cresciamo, gli insegnanti che abbiamo avuto, i libri che abbiamo letto, la famiglia in cui siamo creciuti ecc., e ai pregiudizi non si può rinunciare perché ad essi è ancorata la nostra identità. Però si posson mettere in discussione, si possono problematizzare; il modo migliore per conviverci è infatti quello di rendersi conto che non sono verità assolute ma concetti passibili di fallacia.
Credo comunque che il problema da te sollevato non abbia soluzione, perché chi si è incancrenito sulle proprie idee non le metterà mai in discussione.

giorgio giorgi ha detto...

Però, secondo me, è importante che se ne parli, che si mantenga l'abitudine di valorizzare e condividere certi principi che sono a fondamento dei rapporti umani, motivandone l'importanza, mettendo in guardia sui rischi della loro estinzione e disapprovando chi non li pratica. Bisogna fargli un po' di pubblicità a questi valori, altrimenti potrebbe succedere quello che accadrebbe alla Coca Cola se smettesse di fare pubblicità: tra dieci o vent'anni non se ne ne ricorderebbe più nessuno, sarebbe sostituita da nuove bevande pubblicizzate e non esisterebbe più!

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, certo, concordo perfettamente.

Er Matassa ha detto...

Purtroppo di queste persone ve ne sono tante.
E in questo problema non viene nessun aiuto, temo, dai social network, che fanno da cassa di risonanza per tanti leoni da tastiera (leoni nel senso che magari, se non fossero trincerati dietro a uno schermo, potrebbero addivenire a più miti consigli e anche a un confronto dialettico).
Un saluto,

EM

giorgio giorgi ha detto...

Ottimo commento! Si, l'anonimato aiuta sicuramente i comportamenti meno umani, dialogici, costruttivi. Ci si abitua a togliere di mezzo l'altro che non ci piace senza danni con un clic.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Concordo con questa analisi, certi atteggiamenti - di persone troppo sicure che le loro convinzioni siano giuste e sbagliate quelle degli altri- mi danno l'angoscia, sono persone con cui non si può avere un dialogo sereno.

chicchina ha detto...

Un problema non indifferente quello che stai portando alla nostra attenzione e che molti di noi stanno già attenzionando,in particolare chi frequenta i social.
Non immaginare di possedere la verità, è il primo presuopposto per metterci in discussione,per accettare il dubbio.In anni mi sono allenata a questo:eravamo in quattro in famiglia,con quattro idee diverse,non solo politiche,e ricordo con infinita nostalgia le discussioni che a tavola duravano ore,per cercare il bandolo della matassa,per capire chi e su che cosa avesse ragione.Il metodo ha funzionato,anche quando i rampolli sono cresciuti e qualcuno manca purtroppo all'appello.Abbiamo costruito,a fatica,una piccola cominità di pensanti,che è stata esportata,in nuove situazioni ambientali e di lavoro.Bisogna abituare i gioani a sapersi mettere in discussione..

giorgio giorgi ha detto...

@anonimo: Sono assolutamente d'accordo sull'ecologia spirituale che induca ad ascoltare la propria essenza e a rispettare quella degli altri. Quanto alla generalizzazione dell'anonimato non è questo ciò che intendevo dire. Penso che l'anonimato aiuti certe persone a non rispettare gli altri, ma certamente tante persone hanno la capacità di rispettare gli altri anche agendo in modo anonimo. Lei mi sembra ne sia un esempio reale di questo modo rispettoso di comportarsi e per questo la ringrazio davvero del suo commento anonimo.

giorgio giorgi ha detto...

@giulia: concordo!

giorgio giorgi ha detto...

@chicchina: grazie del bel commento e del racconto della sua esperienza. "Una comunità di pensanti" è una bellissima definizione: pensare insieme nel rispetto reciproco é bellissimo e nutriente!

Rakel ha detto...

Il tuo post tratta un argomento che ogni giorno di più accresce il numero di questi individui, unici detentori di "io so più di te" .
La mancanza di elasticità mentale fa perdere di vista la realtà. Sicuramente occorre molta pazienza condurre un dialogo,se solo ascoltassero chi la pensa diversamente da loro , forse sarebbe un grande passo

Buona settimana
Rakel

giorgio giorgi ha detto...

Indubbiamente!

Stefyp. ha detto...

Di queste persone, purtroppo, ce ne saranno sempre, si trincerano dietro le loro certezze, per non affrontare le loro paure.
Buona serata, Stefania

giorgio giorgi ha detto...

Verissimo!