mercoledì 9 settembre 2020

Carpe diem (cogli il giorno)


Sulla necessità di vivere il tempo presente senza indugiare troppo sul passato o senza pensare troppo al futuro sono stati scritti molti saggi e trattati.

Nel primo secolo a.C. Orazio scrisse questa breve e semplice poesia intitolata Carpe diem, che forse compendia in sé tutto quello che di veramente importante si può dire sull'argomento.

A mio parere non è un inno a godere unicamente l'attimo presente e a fregarsene di tutto il resto (come purtroppo capita spesso di veder fare al giorno d'oggi),  è piuttosto un invito ad onorare ogni momento della vita che ci è concesso vivendola a fondo con consapevolezza, senza sprecarla inutilmente in vani lamenti o in desideri inappagabili di immortalità (oggi si parlerebbe di mindfulness o buddhità).

Mi è anche venuto da pensare che accostando al Carpe diem (cogli il giorno) di Orazio il Panta rei di Eraclito (tutto scorre, la realtà è in continuo divenire), si ha una sintesi degli aspetti statici e dinamici della realtà, che sempre si trasforma ma che può essere vissuta consapevolmente in ogni momento. 

E' curioso che mi sia capitato di rileggere questa poesia per caso dopo tanti anni, mentre facevo delle ricerche su internet per risolvere la definizione di un cruciverba che riguardava Orazio (!). L'avevo forse studiata al liceo tanti anni fa, ma quando l'ho riletta mi ha attirato e affascinato: per qualche minuto ho avuto la necessità di rileggerla più volte lentamente, gustandola come un ottimo vino rosso pregiato, sorso dopo sorso.   

Eccola (notate la forza del primo e del quinto verso):


Tu non chiedere, è vietato sapere 

quale fine a me, quale a te 

gli dei abbiano assegnato, o Leucone,  

e non consultare la cabala babilonese. 

Quanto è meglio, qualsiasi cosa sarà,  accettarla!

Sia che Giove abbia assegnato più inverni, 

sia che abbia assegnato come ultimo

quello che ora sfianca con le scogliere di pomice 

che gli si oppongono il mare Tirreno, 

sii saggia: filtra il vino 

e ad una breve scadenza limita la lunga speranza.

Mentre parliamo sarà fuggito, inesorabile il tempo: 

cogli il giorno, il meno possibile fiduciosa in quello successivo.

Orazio (Carm. 1,11)

9 commenti:

Pia ha detto...

Ciao Giorgio.
Io l'attimo lo colgo ma spesso sfugge senza che ce ne accorgiamo.
Non so quanto siano giuste le parole di Orazio. La saggezza per me è altro.
Concordo sul godere di ciò che abbiamo, con serenità e senza esagerare. Tutto qui. Abbraccio.

giorgio giorgi ha detto...

"Godi di ciò che hai,
con serenità
e senza esagerare".
Per me anche questa è una bellissima poesia e un'ottima regola di vita!
Grazie!

Pia ha detto...

Grazie va te! 😘

Annamaria ha detto...

Ma quanto mi riporta indietro questa poesia! Anch'io l'ho studiata al liceo.
Il "Carpe diem" è stato nel tempo svuotato del suo senso originario che è invece proprio quello che dici tu: "onorare ogni momento della vita...con consapevolezza...con serenità e senza esagerare".
Splendido. Mille grazie!

giorgio giorgi ha detto...

Grazie a te del commento e benvenuta...

Giulia Lu Mancini ha detto...

Abbinare Carpe diem a Panta rei mi sembra perfetto.

giorgio giorgi ha detto...

Si, sembra anche a me!

Graziana ha detto...

Reminiscenze scolastiche anche per me. Il carpe diem secondo il mio prof di latino, esplicita il concetto di aurea mediocritas: cito a memoria le sue parole. "Nelle avversità spera nel cambiamento della sorte, nella prosperità temi il cambiamento della sorte, cosicché il tuo animo sarà imperturbabile."

Sono d'accordo con te per la tua sintesi.Cogliere l'attimo nel suo dinamismo.Le parole del prof mi inquietavano e mi inquietano.

giorgio giorgi ha detto...

Qualcosa del genere di ciò che vi disse il professore, ma con intonazione molto più positiva, lo dice l'I King, antico testo della saggezza orientale.
L'I King dice (più o meno): quando le cose vanno bene non montarti la testa, ricordati che un giorno potrà esserci qualche problema (quindi, ad esempio, non spendere tutti i tuoi soldi, ma accantonane un po'); quando invece le cose vanno male, ricordati che un giorno potrà tornare il sereno.
Detto così mi sembra più accettabile. Quell'imperturbabilità del tuo prof. non mi convince per niente...