I bambini hanno una grandissima capacità di percepire i sentimenti autentici che i genitori provano perché non hanno ancora tutte quelle sovrastrutture razionali che noi adulti ci siamo costruiti nel tempo.
Essi
appartengono più di noi adulti al mondo della natura e, come gli animali, hanno delle antenne
potentissime che permettono loro di percepire le emozioni e gli stati
d’animo di chi hanno intorno.
Se
noi siamo tristi e angosciati, i bambini lo sentono, a meno che non siamo così
bravi da interrompere il flusso interno di questi sentimenti quando siamo con
loro; è però sufficiente che ne rimanga qualche traccia percepibile perché loro
la avvertano.
E non
serve a nulla dire: "sto benissimo" quando coi gesti, col tono della
voce, con gli sguardi e col nostro umore triste stiamo comunicando loro il nostro
malessere.
Un bambino sa perfettamente quando un genitore è felice o quando è preoccupato; se in quest'ultimo caso noi facciamo finta di stare bene, il bambino percepisce che lo stiamo imbrogliando e non potrà avere con noi un rapporto sincero riguardo a questo imbroglio che, dolorosamente, si terrà dentro sentendosi terribilmente solo e senza fiducia, chiedendosi perchè mai il genitore abbia mentito.
Riceverà due messaggi contemporanei e opposti (a parole "sto bene", nei fatti "sto male") e quindi non ci capirà più nulla, si sentirà confuso e ciò lo farà sentire abbandonato a se stesso, solo e triste.
12 commenti:
Buongiorno Giorgio.
Bisogna fare molta attenzione con i bimbi e cercare di dare sempre risposte sincere. Loro percepiscono ogni cosa, hai ragione. La fiducia non deve mai crollare almeno nei genitori ma anche in chi li ama e da chi si sentono amati. Grazie, ciao.
I bambini sono dei piccoli microcosmi terribilmente sensibili, bisogna stare attenti a non ferirli in una fase delicata come sono i primi anni di vita, è in quegli anni che si forma la loro personalità.
Vagamente integralista questo post, nel senso che qualsiasi genitore tende a dire di star bene quando magari è nervoso, alla luce di questo assunto dovremmo avere tutti bimbi abbandonati, soli e tristi perché avvertono falsità attorno a loro? Direi che esistono diverse intensità sul come rilasciare messaggi contraddittori, e anche appurato questo c'è da considerare una più o meno serenità d'ambiente dove vengono disseminati messaggi più o meno subliminali, e non ultima la sensibilità di ogni singolo bambino.
Detto questo, non ho figli. Ma lo sono stato. Tuttora a dir la verità, ma ormai abbastanza impermeabile. ;)
@franco: volevo semplicemente sottolineare la grande capacità di sentire che hanno i bambini, per cui se un genitore è un po' stanco, stressato, ecc., meglio che lo ammetta in modo tranquillizzante (ad es.: sono un po' nervoso perchè ho avuto una giornata molto pesante ma mi rilasso un attimo e poi passa) piuttosto che volere a tutti i costi essere performante come al solito e poi non farcela. So per esperienza che non si può essere sempre in forma, come genitori ma, quando capita, meglio condividerlo chiedendo un po' di comprensione che negarlo. In questo modo ci si abitua che tutti (anche i bambini) possono avere dei momenti difficili che, se sono condivisi, non creano solitudine e separazione.
Ai bambini basta una frazione di secondo per capire - per esempio - il clima di casa quando tornano da scuola. E certi sorrisi forzati dei genitori, per nascondere un dispiacere o per mostrarsi comunque al meglio, servono a poco perchè i bambini hanno un radar per cogliere la loro sincerità e autenticità...sanno farti la radiografia! E allora, se un genitore ha un problema, è meglio che ne parli invece che manifestare una serenità solo di facciata.
Grazie!!
Un genitore fallisce, più o meno, come fallisce un imprenditore: faciloneria, calcoli sbagliati, eccesso di fiducia nelle proprie idee, sfiga. Definirei "sfiga" l'insieme dei fattori ambientali e umani che sfuggono al nostro controllo. Le "cattive compagnie" sono un esempio di sfiga. L'insegnante balordo è un altro esempio. Se consideriamo le malattie, gli incidenti, i traumi psichici eccetera, facciamo una casistica che non finisce più. Fare l'imprenditore, però, è molto più facile che fare il genitore. L'impresa opera in un ambiente amorale (non immorale: attenzione!), regolato dalle norme impersonali del mercato. L'impresa segue l'andamento dell'economia e, se la congiuntura è buona, bisogna essere proprio degli idioti per fallire. Il genitore, invece, deve misurarsi con l'etica. Che cosa è Bene e che cosa è Male? Boh. Cinquant'anni fa, tutti sapevano distinguere il Bene dal Male. Dio, Patria e Famiglia erano il Bene; Satana, l'Anarchia e l'Adulterio erano il Male. Poi c'è stata l'atomica della rivoluzione culturale che ha fatto esplodere la nostra cultura polverizzando i valori. Chi dice che non ci sono più valori sbaglia di grosso. I valori ci sono ancora, solo che ce ne sono a miliardi perché ogni individuo ha i suoi. La frammentazione dei valori è il vero problema, non la loro assenza. Di tutte le sfighe che contribuiscono al fallimento di un genitore, la frammentazione dei valori è quella più tremenda.
A parte che l'anarchia era dalla parte del bene anche cinquant'anni e più fa.
Concordo sul fatto che si può insegnare ai bambini anche le difficoltà e la tristezza dei genitori. Ovviamente rasdicurandoli e "comunicando" in un modo che possano capire. Più facile a dirsi che a varsi, ovviamente. Anch'io a mia figlia ho cercato di evitare di far capure, ma non credo sia stato saggio. Tutto qui
@gus: concordo con te. Concordo con te sul problema della frammentazione che non è solo dei valori collettivi, ma anche individuali. Io mi trovo di fronte sempre più a persone che si vivono frammentate, un pezzo di sè funziona, altri no, e si fissano sugli uni o sugli altri perdendo di vista l'intero. Amo le mie parti belle, odio quelle brutte: in questo gioco perverso di frammentazione di sè si perde la visione di sè nella propria totalità, non si esiste più ai propri occhi come un essere umano tutto sommato positivo anche se con qualche difetto. Si assume una logica di impresa, per dirla con le tue parole: se una cosa non funziona bene in una sua parte, si butta via il tutto perchè l'unico valore è essere sempre al top di gamma.
@alberto: dalle mie parti c'è un detto molto popolare che dice "si fa sempre quello che si può". Se c'è una cosa che cerco di fare è proprio di non pontificare, della serie "adesso arriva l'esperto e ci dice cosa dobbiamo fare per essere normali". Un atteggiamento di questo tipo crea delle persone dipendenti, invece di aiutarle a fare del loro meglio. Siamo tutti sulla stessa barca e non dobbiamo perdere fiducia in noi stessi, in ciò che sentiamo e in ciò che riusciamo a fare. Fregarsene di tutto e non essere mai soddisfatti di quello che si riesce a fare sono due estremi da cercare di evitare, perchè si può sempre fare solo quello che si può.
Molto bello il post ed ancora più interessanti i commenti :)
È che l'istinto primordiale ci porta a voler proteggere l'innocenza di queste creaturine ed allora ecco che si inventa la bugia a fin di bene del "va tutto bene" anche se non ci va.
I bambini sono strepitosi, io li amo.
Assolutamente in sintonia con le parole del post ,in fondo l'amore più autentico e sano è quello che non si cela dietro la menzogna ,ma si apre soprattutto alla fragilità interiore che appartiene anche ad un adulto e in questo caso ad un genitore.
Vero anche che scatta interiormente un meccanismo di protezione dei genitori verso un figlio per evitargli sofferenza ma diventa contraddittorio nella natura dell amore stesso ,che si basa soprattutto sulla verità e non sull'inganno ...inganno che come scrive nel post ,non regge nel bambino privo di meccanismi legati a sovrastrutture in cui spesso noi adulti incorriamo.
Buona giornata
L.
Concordo.
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