lunedì 13 giugno 2022

qualcosa di unico, qualcosa di nuovo

Cosa si può dire che non sia già stato detto?

Forse quello che si prova sul momento, quello che si sente dentro guardando una persona o un luogo di natura, ascoltando una musica, leggendo un libro o una notizia, riflettendo o lasciando vagare liberamente i nostri pensieri.

Forse noi siamo una poesia quando ascoltiamo le emozioni, i sentimenti veri e profondi che qualcosa ci comunica, quando possiamo dire che un pensiero, uno stato d'animo o un dubbio sono nostri fino in fondo, perché in essi ci riconosciamo in pieno.

Ascoltandoci sinceramente possiamo scoprire anche quello che non ci siamo mai detti, quello che abbiamo sempre tenuto nascosto a noi stessi per il timore di scoprire qualche scomoda verità.

Facciamo esperienza del nuovo solo se manteniamo sempre lo stato d'animo dell'esploratore, come se fosse sempre la prima volta che facciamo una cosa, anche se l'abbiamo vissuta mille volte.

Si può stare in relazione con la stessa persona per anni, ogni giorno vivendo un'esperienza nuova mentre si fanno le stesse cose, così come per un bambino è sempre nuovo alla stazione attendere e poi vedere sfrecciare davanti a sé un treno, sapendo che gli toglierà il respiro e gli scompiglierà i capelli come altri treni che sono già passati, ma quel treno, in quel momento, sarà diverso da tutti gli altri.

Al contrario, si può cambiare cento volte partner ma ripetere meccanicamente sempre lo stesso copione se il sentimento non è nuovo e non conferisce unicità ai gesti che si compiono. 

Ricordo un mio conoscente, che riusciva a sedurre con facilità molte donne e che una volta mi disse una frase tra le più terribili,  tristi e desolanti che io abbia mai udito: "Riesco a conquistare molte donne ma, cosa vuoi, l'unica cosa che davvero cambia ogni volta è soltanto il colore delle mutandine".

4 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Avrei offerto una seduta aggratis al tuo conoscente.. 😁

Maria D'Asaro ha detto...

Sottoscrivo. E aggiungo che possiamo essere 'nuovi' se riusciamo a sognare un mondo diverso, a misura di pace, armonia, rispetto della natura e di tutte le creature. Insomma, se abbiamo voglia, desiderio e speranza di essere creativi, divergenti e addentrarci nei sentieri dell'utopia, del non-ancora sperato...
Buon tutto.

alberto bertow marabello ha detto...

Alla fine il bisogno continuo di cambiamento è come la bulimia, mi sa.
Essere nuovi ed essere vecchi. Un funnambolismo mica facile, ma il nuovo deve portare dentro anche le cose buone del vecchio. O non arriverà da nissunissima parte

Annamaria ha detto...

Concordo con Alberto: "il nuovo deve portare dentro anche le cose buone del vecchio".
A parte questo, sono convinta che tutti siamo pezzi unici, motivo per cui anche il nostro vissuto, pur se simile a quello di tanti altri, ha una luce particolare, uno sguardo, un punto di vista, un desiderio di vita che sono e saranno solo nostri e quindi anche nuovi e inediti. Il guaio è quando il desiderio si spegne e si diventa piatte fotocopie...
In fondo, non è forse per questa attitudine da esploratori che - dalla musica, alla psicologia, alla letteratura e via dicendo - abbiamo creato i nostri blog? Non per essere la copia di cose già dette, ma per comunicare, anche nel nostro piccolo,esperienze e sensibilità uniche.
Grazie!