sabato 27 marzo 2021

del piacere e della necessità di covare

 


Opera di Giampaolo Tomassetti

Stamattina, appena sveglio, mi stavo godendo il calore del letto sotto al piumone, mentre la mia mente seguiva un immagine, un pensiero che mi portava lontano, ad altre immagini e ad altri pensieri.
E mi è apparso chiaro quanto sia importante covare al caldo i propri pensieri, i propri sentimenti.
Voglio dire che come le uova degli uccelli o di altri animali hanno bisogno di qualcuno che ci stia accovacciato sopra a lungo per proteggerle e dare loro calore, così anche ciò che comincia a circolare in modo spontaneo e un po' confuso nella nostra mente e nel nostro cuore ha bisogno di tempo, cura e calore per maturare, ha necessità insomma di essere covato per acquistare una forma e una sostanza più precise e più concrete.
Covare significa stare amorevolmente attorno al nostro uovo-idea o uovo-sentimento, stando attenti a non schiacciarlo col peso di conclusioni affrettate, creare cioè le condizioni ideali affinchè possa avvenire un processo naturale  di trasformazione.
Opera di Giampaolo Tomassetti
E dobbiamo covare con cura, con costanza e con piacere finché ci appare necessario: guai ad abbandonare il nido prima!
Ma stare lì a covare non è semplice.
Penso a quanti stimoli ci bombardano continuamente e ci distolgono dallo stimolo precedente, come se un uccello cambiasse l'uovo da covare ogni cinque minuti: sicuramente non nascerebbe niente e il calore della cova verrebbe disperso inutilmente.
Credo quindi che dovremmo cercare di selezionare con cura gli stimoli per covare solo quelli che sono per noi essenziali, senza volerci impegnare in troppe cose od occuparci di tutto.
Le magie riescono solo ai maghi e molto spesso sono illusioni.
E anche se all'inizio l'idea o il sentimento nascono in un lampo, da un'intuizione o un colpo di fulmine, con la stessa velocità dello spermatozoo che feconda l'uovo, dopo, per far nascere qualcosa di vitale, dobbiamo covarlo con assiduità, senza stancarci e senza abbandonare troppo presto il nostro progetto.

7 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Importante, soprattutto, sarebbe non stare lì a covare odio, come fanno tanti rendendo ancora più minuscola la loro esistenza..🥴

alberto bertow marabello ha detto...

Che bel pensiero. In effetti siamo sempre malati di poco tempo. Ma visto che le guornate sono di 24 ore dovremmo più che altro farci delle priorità di stimoli o di attività magari escludendo quelle che il tempo te le rubano. Chè la gestazione richiede tempo e cura

Annamaria ha detto...

Verissimo quanto scrivi, Giorgio, in tutto e per tutto! Una sorta di elogio della lentezza che ci riporta all'essenziale contro la dispersione che è uno dei rischi principali di questo vivere. Covare, al contrario, richiede tempo, cura e costanza, ma ci riconduce a noi stessi e a volerci bene.
Grazie!!!

Paola S. ha detto...

Quando ho una idea, un pensiero...sono loro alla fine a covare me :-P
Non riescono a lasciarmi nemmeno se lo chiedo loro personalmente.
Ho tutto il tempo per farli nascere, vederli crescere e far spiccare loro il volo.
Ci vuole pazienza e dolcezza. A volte sono brutale ma serve anche quello, ci sono abituati :)

Maria D'Asaro ha detto...

Sono in sintonia con il tuo sottolineare il bisogno esistenziale di "covare sempre qualcosa" con cura amorevole e costante.

Anonimo ha detto...

Bellissimo questo post.
Covare vuol dire anche dare il giusto senso a Qualcuno che sta per nascere...Ho scritto volutamente "Qualcuno" perché penso che anche il qualcosa è imprescindibilmente legato al Qualcuno...Un concetto semplicissimo che va al Cuore del tuo bel post e ci riconduce all'Amore.



L.

Er Matassa ha detto...

Totalmente d'accordo. Tanto è importante il "covare" e afferrare spunti di riflessione, quanto è difficile farlo in un contesto storico in cui ogni giorno siamo letteralmente bombardati di notizie e di informazioni, foriere di ulteriori riflessioni che ci fanno scordare (e non covare) quelle precedenti. Il rischio, che tu hai ben stigmatizzato, è quello di ritrovarci con un nulla di fatto alla fine della giornata. Nulla di covato, per rimanere in metafora.
Insomma: è obiettivamente difficile tenere il punto.
Un caro saluto,

EM