giovedì 15 ottobre 2020

simboli: la cucina










La cucina è una metafora della vita perchè è il regno delle trasformazioni: in cucina il freddo si trasforma in caldo, il crudo in cotto, il duro in tenero, il secco in morbido, l'insipido in saporito. 

Elementi che da soli sarebbero cattivi e immangiabili come il pepe, il peperoncino e le spezie acquistano senso se usati nella giusta misura, rendendo gustose zuppe e minestroni.

In cucina impariamo che ogni piatto risulta sempre diverso dagli altri, mentre i cibi prodotti industrialmente hanno sempre lo stesso sapore. Inoltre nessun piatto riesce sempre perfettamente e a ciò bisogna abituarsi, proprio come nella vita.
Chiunque ha avuto a che fare coi bambini piccoli sa che i giochi acquistati nei negozi sono per loro molto meno interessanti della possibilità di stare in cucina a paciugare con farina, acqua, latte e uova.
In cucina si impara a prendere le cose così come vengono e a cercare di fare meglio la prossima volta, imparando dai propri errori.
Attorno ai fornelli si possono osservare le diverse caratteristiche di personalità: il preciso, il meticoloso, il creativo, l'ansioso, il tranquillo, l'egocentrico, lo sbadato...


Il cibo ha un valore simbolico: noi ci nutriamo di cibi materiali, ma anche di affetti e di alimenti per lo spirito. Quasi tutte le religioni vietano alcuni cibi sempre o solo in certi giorni dell'anno e conferiscono valore di simbolo ad altri cibi assunti nell'ambito di cerimonie rituali.  
E' molto importante il modo con cui viene offerto un alimento, il sentimento e la cura con cui viene preparato. E' molto facile rendersi conto se un cibo è stato cucinato in modo sciatto e banale o, al contrario con cura e attenzione.
Cucinare bene, come vivere bene, è un'arte. E qualche volta bisognerebbe dedicarsi un po' di tempo per prepararsi con cura qualche buon piatto anche se nessuno li condividerà con noi.  
E in ogni caso, come diceva ironicamente Irene Frain:"Per quanto si sorvegli la vita come il latte sul fuoco, appena ti distrai un attimo, uscirà subito dallo stampo".

15 commenti:

R. ha detto...

Ho imparato a cucinare molto presto, da bambina. Inizialmente seguivo i consigli di mia madre poi la curiosità era talmente tanta che già alle medie avevo confidenza con il forno, le fritture, i dolci. Mia madre a quel punto ha iniziato a non cucinare più durante le feste e lasciarlo fare a me che a quel punto mi sentivo prima una bambina prodigio poi crescendo un'adolescente speciale. Poi è diventato un obbligo prima per la cena, quindi non potevo più studiare e poi per tutti gli altri pasti quando ero presente. Mi sentivo responsabile per tutta la famiglia e avevo sentimenti contrastanti: importante da una parte, costretta e privata del mio tempo dall'altra. Credevo che cucinare mettesse a posto le cose, che non facesse arrabbiare mia mamma e che non facesse bisticciare i miei genitori.
Adesso cucinare non mi piace più di tanto, continuo ad essere bravina ma non ha più quella magia creativa che ho provato solo da bambina.
Tanti saluti
R.

Er Matassa ha detto...

Non avevo mai visto la cucina e l'arte del cucinare sotto questo aspetto.
Grazie, giorgio, per questa interessante riflessione. Hai ragione: ognuno, ogni tanto, dovrebbe dedicarsi del tempo a preparare con cura una buona pietanza per sé.
Un saluto,

EM

OLga ha detto...

Veramente interessante la cucina sotto questo aspetto!

Maria D'Asaro ha detto...

La cucina come metafora della vita e il cucinare come atto d'amore per sè e gli altri... l'ho capito forse tardi. Ma meglio tardi che mai!

giorgio giorgi ha detto...

@R.: che peccato! Chissà, forse dovresti rivolgere la tua curiosità in cucina a qualcosa di diverso da quello che hai fatto nel passato, qualcosa di nuovo fatto solo per il tuo piacere di farlo e non per obbligo!

giorgio giorgi ha detto...

@valeria: Mi sembra una bellissima cosa! In effetti ci sono tanti modi di esprimere il proprio bene e quando non si riesce o non si può farlo in un certo modo, è giusto cercare tutti gli altri modi che ci vengono in mente e che sono possibili. Spero che tu riesca a stare meglio e a poter esprimere presto tutto il tuo amore alle persone che ti sono care, anche a te stessa...

Annamaria ha detto...

La cucina è creativa, sì!, e ci permette di vedere nel giro di poco tempo anche il risultato del nostro lavoro. Vuoi mettere il piacere di guardare una torta che cresce nel forno e si colora la punto giusto? E naturalmente poi mangiarla!
Ma soprattutto per chi svolge attività in cui l'aspetto intellettuale supera quello manuale, darsi alla concretezza del cucinare regala un sano equilibrio ed è insieme un modo per connettersi con la realtà o - come scrive sopra Valeria - esprimere un sentimento!
Grazie!

giorgio giorgi ha detto...

@Annamaria: Bisogna solo non andare di fretta...

Giulia Lu Mancini ha detto...

La cucina è per me il luogo del cuore e dei ricordi, pensando agli odori e ai sapori della cucina di mia madre che ormai non c'è più.

giorgio giorgi ha detto...

@giulia: Il valore simbolico del cibo è molto grande. Qualcuno che prepara del cibo per noi non nutre solo il nostro corpo, soprattutto quando siamo bambini. Senza cibo si muore fisicamente, senza amore si è feriti dentro.

Franco Battaglia ha detto...

Adoriamo la nostra cucina, nel mettere su la nuova casa, le sono state riservate attenzione e cura particolari. Viviamo la colazione e la cena, nella nostra cucina, piccola ma attrezzata e accogliente, piena di di comodità, ma anche di ninnoli, quadri, libri, foto; spazio per il televisore, grande frigo comodo, luce sul lavandino, La cucina vive con noi, ci nutre e ci coccola; ci sveglia e ci sorveglia, ci consola e rifocilla, ci offre idee e serenità. Una cucina ci personalizza, forse più di quanto non personalizziamo noi, lei.

giorgio giorgi ha detto...

Che bel commento! Praticamente una dichiarazione d'amore alla tua cucina!!!

cristiana marzocchi ha detto...

Un post bellissimo che offre molti punti di riflessione. Ora vivo da sola, ma a volte mi preparo piatti che alimentano anche i miei ricordi.
Avrei voluto una cucina come quella americane in cui il piano cucina è posto sotto una finestra, in modo da unire cibo e natura o cibo e angoli di vita.
Cristiana

giorgio giorgi ha detto...

Bello il tuo commento. Mi hanno colpito molto "i piatti che alimentano i ricordi" e anche il cucinare con la natura bene in vista.

giorgio giorgi ha detto...

Il pane e le rose: i cuori hanno fame così come i corpi! (J. Oppenheim 1911)