venerdì 1 luglio 2022

l'ospedale psichiatrico

Sono stato a visitare un ospedale psichiatrico, il reparto dei malati più gravi.

C'era uno che credeva di essere lo zar Nicola di Russia  e diceva a uno che stava seduto tranquillamente sulla sua sedia, che gli avrebbe tirato delle bombe e dei missili addosso se non gli dava una sigaretta o un euro per andare a comprarsele.

Un altro, che credeva di essere il Presidente degli Stati Uniti, urlando gli rispondeva che, se solo ci provava, gli avrebbe tirato una bomba atomica in testa e l'avrebbe distrutto.

La maggior parte dei matti guardava cosa stava succedendo ma non capiva il perchè di tutta questa confusione e non sapeva cosa fare.

Parecchi matti cominciarono però a rumoreggiare e ad agitarsi, facendo il tifo per uno dei due contendenti. Alcuni cercavano dei coltelli o delle forchette da dare al matto aggredito perchè si difendesse. Uno, che credeva di essere uno scienziato, disse che andava a creare un virus in laboratorio e che li avrebbe contagiati entrambi.  Insomma, la situazione rischiava seriamente di degenerare, così gli infermieri, soffiando forte nei loro fischietti, presero quelli più esagitati, li portarono via e la calma venne faticosamente ristabilita.

Esistono gli ospedali psichiatrici dove vengono ricoverati i matti e noi, che ci riteniamo sani, possiamo vivere fuori e sentirci liberi e sani. Ma siamo sicuri che sia sempre così?

Qui sotto il link a una delle prime, struggenti, canzoni di Roberto Vecchioni dal titolo I pazzi sono fuori.

https://www.youtube.com/watch?v=YvtKuqOgs48


8 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

@valeria: deve essere stata veramente una esperienza terribile, la tua e credo di comprendere fino in fondo i sentimenti che hai provato e che provi ancora anche al solo ricordarla. In questo post ho voluto esprimere il mio dolore per il fatto che quelli che stanno fuori e che magari governano le sorti dell'umanità fanno cose talmente assurde che, a mio parere, andrebbero immediatamente rinchiusi da qualche parte mentre tanti che sono dentro, se trattati come esseri umani, compresi e aiutati, potrebbero tranquillamente uscire, perchè il confine tra salute e follia è molto sottile e nessuno può permettersi di stabilire con arroganza che uno è tutto matto o tutto sano.

giorgio giorgi ha detto...

P.S. Ho modificato la parte finale del post perchè l'avevo scritta di getto e mi sono reso conto che era difficile capire cosa veramente pensavo, forse così è più chiaro...

Franco Battaglia ha detto...

Forse stavi guardando semplicemente il telegiornale, dove si agitano matti legalizzati e autorizzati da un sistema malato. Comincia ad essere difficile distinguere chi va fuori di testa per cortocircuiti mentali, mentre chi si comporta follemente credendo profondamente al valore di quei cortocircuiti.
Un paradosso che sta finendo per ingoiarci tutti.

Franco Battaglia ha detto...

Valeria testimonia di comportamenti e valutazioni errate, che possono essere giustificate in ogni campo, non quando hai a che fare con la vita e l'equilibrio di una persona umana.

alberto bertow marabello ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te Valeria, per quel che serve, nessuno dovrebbe finire in posti del genere e tu a maggior ragione non ci dovevi finire. Mi spiace tantissimo perché si sente quanto male ti abbia fatto questa esperienza

alberto bertow marabello ha detto...

C'è da chiedersi come possano avere credito e seguito pazzi del genere. Com'è che corriamo subito a prendere coltelli e forchette appena due pazzi lo chiedano per risolvere folli diatribe?
Perché non diciamo loro:" volete scannarvi?" "fatelo! Ma per conto vostro"
Perché ognuno ha diritto di essere fuori di testa, ma non certo di avere credito

Annamaria ha detto...

Davvero a volte i pazzi sono fuori dagli ospedali psichiatrici...tutta la mia comprensione a Valeria!!!

Anonimo ha detto...

- Esistono gli ospedali psichiatrici dove vengono ricoverati i matti e noi, che ci riteniamo sani, possiamo vivere fuori e sentirci liberi e sani. Ma siamo sicuri che sia sempre così?

Fa riflettere quel : " e noi che ci riteniamo sani..." mi riporta a una frase di Vittorino Andreoli.
- Alla fine, anche lo psichiatra abitava il manicomio come gli altri matti. Una vita strana, forse paradossale, forse assurda, ma tutto sommato vera. Quando si doveva stabilire che le cose non andavano, il confronto era con la vita dei sani. Una normalità che, dovendo definirlo, saprei descrivere solo come patologia, in quanto per gli abitanti del manicomio è il “fuori” ad essere anomalo.
(da I miei matti)

Ne riporto un altra,che per me prescinde dalla figura dello psichiatra per stabilire il concetto più vicino alla definizione di normalità dell'essere umano...

-Lo psichiatra non ricostruisce la grandezza, ma sempre e soltanto la fragilità. È come se amasse le caratteristiche dell’uomo fragile, non quelle dell’onnipotente, del forte; semmai la forza è in quella insufficienza, in quella consapevolezza di potersi rompere, come un vaso «segreto»: solo se si rompe esce qualcosa di sconosciuto e di prezioso.
(L’uomo di vetro

L.