sabato 5 marzo 2022

nei momenti difficili ci vuole coraggio e fiducia nei propri ideali

 Prima la crisi economica, poi la pandemia, adesso la guerra in Ucraina: non eravamo abituati ad essere toccati personalmente e tanto a lungo da problematiche così radicali, per cui rischiamo di perdere la progettualità, la creatività e la speranza nel futuro. L'incertezza rischia di dominarci e deprimerci.

In questo scenario, cosa si può fare per non perdere l'equilibrio? A cosa ci si può attaccare per non cadere preda dell'angoscia e del panico?

Ci spaventano soprattutto le cose che non abbiamo la possibilità di risolvere personalmente. Sui problemi che riguardano tutta l'umanità non abbiamo possibilità di un intervento personale risolutivo immediato, per cui è possibile che ci possa cogliere un senso di impotenza e frustrazione. La soluzione non sta certo nel disinteressarci del sociale e del politico, ma nel rimanere  consapevoli che il nostro contributo personale diretto alle vicende collettive è limitato e non immediatamente determinante. Se non teniamo bene in conto ciò, rischiamo di deprimerci, di fare entrare tutto il male del mondo dentro di noi per poi sentirci perduti. Invece il mondo ha bisogno che ciascuno di noi continui a credere nei valori che riteniamo essenziali e che cerchi di difenderli con forza, altrimenti non serviamo a nulla e non contribuiamo a migliorare le cose.

Per relazionarci sanamente con il mondo, anche coi suoi aspetti più problematici, dobbiamo rimanere integri, non farci distruggere dalle cattive notizie. I carri armati di Putin che scorrazzano in Ucraina non devono distruggerci moralmente: dobbiamo rimanere saldi nei nostri principi, come saldi sono i cittadini ucraini che lottano contro chi li sta invadendo. Abbiamo la fortuna di non essere sotto tiro fisicamente, cerchiamo di mantenere intatta la nostra forza morale e di non farci abbattere dalla paura.

La vita non è un gioco di bimbi, il mondo reale non è quello del Mulino Bianco, vediamo di non spaventarci troppo se oltre ai genitori che ci amano e ci coccolano scopriamo che esiste anche il lupo cattivo che vorrebbe mangiarci e, come insegna una famosa fiaba, diamoci da fare per costruirci una casa fatta di mattoni e non di paglia o fango. 

Se ce ne eravamo dimenticati, ricordiamoci che i lupi cattivi sono sempre esistiti e sempre esisteranno.

Abbiamo una grande responsabilità individuale che richiede massima fermezza e intatta fiducia nei nostri ideali. Superiamo le paure, i piagnistei e le mollezze. La vita è anche dura e richiede coraggio. Cerchiamo di prenderci cura innanzitutto di noi stessi: dobbiamo rimanere efficienti per contrastare al meglio il male. Non è egoismo o egocentrismo, è prendersi cura di sé per poter essere meglio in grado di aiutare gli altri e il mondo intero ad andare meglio.

La lotta per la vittoria del bene si è sempre combattuta innanzitutto così: mantenendosi efficienti fisicamente e psicologicamente. 

Il male si combatte facendo il bene, dicono gli antichi libri sapienziali. 

Mentre un esercito fiacco e demotivato verrà spazzato via facilmente e in poco tempo, l'indignazione e la forza morale di opporsi a ciò che riteniamo profondamente ingiusto potranno guidare il nostro agire e ci daranno energia, innalzando la barriera più alta che potremo erigere personalmente per difendere il nostro desiderio di avere una vita libera e felice insieme agli altri.

 

9 commenti:

alberto bertow marabello ha detto...

E sopratutto, dieri,stiamo vicini, teniamoci in stretto contatto, gli uni con gli altri. Non siamo in pochi e rendersene conto può siutare parecchio

Maria D'Asaro ha detto...

Grazie, Giorgio.

Andrea Sacchini ha detto...

Credo che l'impossibilità di poter offrire un contributo personale determinante per la soluzione di questo dramma non generi solo senso di impotenza e frustrazione, ma anche indifferenza. Mi è capitato spessissimo di sentire dire cose come: Non posso fare niente di concreto, per cui che senso ha che mi prenda a cuore la questione? Magari non sono cose dette per cinismo o vera indifferenza, ma generate appunto dall'impressione che comunque non si possa fare niente.

Franco Battaglia ha detto...

Un po' il bis dello scenario Covid che blocca il mondo. Mantenere nervi saldi ed equilibrio psicofisico. Siamo sempre là. E chi riesce meglio sia di aiuto e conforto a chi tende a deprimersi, angosciarsi, buttarsi giù.

Annamaria ha detto...

Concordo in pieno con le tue considerazioni, Giorgio! Manteniamioci VIVI dentro e fuori, per noi e per gli altri!
Grazie!

nucci massimo ha detto...

Sono d'accordo e cerco di vivere la normalità ma come dice qualcuno qui sopra ho paura di scadere nell'indifferenza, il mio impegno politico me lo impedisce ma se fossi solo non so se avrei resistito.

Anonimo ha detto...

"In questo scenario, cosa si può fare per non perdere l'equilibrio? A cosa ci si può attaccare per non cadere preda dell'angoscia e del panico?"

...aggrapparsi alla certezza che non esiste solo bruttura umana ...esiste la bellezza ed è spesso proprio sotto i nostri occhi ma soprattutto nel cuore di molti di noi .

Buona serata


L.

Est 21 ha detto...

Credo che quasi nulla sia stato semplice per molti di noi eppure siamo sempre andati avanti, abbiamo combattuto le nostre piccole battaglie. Forse con questo spirito affrontando, anche con gli altri, le nostre paure e mettendoci un poco di solidarietà ci sentiremo utili e forti abbastanza per questo mondo così malato.

GazzettaPopolare ha detto...

Alcune cose dipendono da noi, altre no.

Qualcuno suggerisce di interessarsi delle prime e distrarsi dalle altre.

Il problema, però, è nella complessità della realtà, nella evanescenza delle distinzioni nette, dei confini ben delimitanti.

Le cose che non dipendono da noi, quando sono descritte con cura, scomposte, fatte a pezzi, rivelano molti aspetti sui quali possiamo intervenire.

Senza eroi e martiri, magari, senza clamori. Tutti abbiamo un ruolo nella storia.