giovedì 23 luglio 2020

trasmettere ai figli l'abc dei sentimenti

Immagine tratta dal film "Inside out" (Pixar, 2015)
La notizia è che sette ragazzi e ragazze di 16 anni sono stati trasportati d'urgenza all'ospedale in coma etilico per aver ingurgitato bevande alcooliche in modo esagerato durante una nottata trascorsa in una discoteca della riviera romagnola che quella sera conteneva duemila persone.
Alcuni genitori, intervistati, hanno accusato con violenza i gestori della discoteca che, a loro dire, non hanno controllato a sufficienza che i minorenni non assumessero alcoolici durante l'evento. La discoteca è stata poi chiusa dal questore per dieci giorni.

Aldilà delle difficoltà di controllare se nei tavoli dove siedono minorenni e maggiorenni i primi si limitino a bere analcoolici, sappiamo tutti (a me lo dice mio figlio ventenne) che ci sono discoteche dove gli alcoolici vengono serviti senza controllo anche ai minorenni e questo è odioso e va punito rigorosamente.
Ma, detto questo, spero che questi genitori si siano anche interrogati sullo stato del loro rapporto col proprio figlio, il quale a 16 anni non ha maturato la consapevolezza e l'amore per se stesso per non farsi del male bevendo tanto alcool al punto di andare in coma etilico. 
Spero che si siano chiesti se hanno trasmesso ai figli l'abc dei sentimenti, l'affetto profondo per se stessi e per gli altri, unitamente al dolore per il proprio e l'altrui stare male, sentimenti che sicuramente aiutano a non andarsi a cacciare con leggerezza in situazioni pericolose e ad alto rischio.
Perchè dietro a tutti questi comportamenti nei quali gli adolescenti mettono a repentaglio la propria vita (bere smodatamente alcool, guida spericolata, assunzione massiccia di sostanze stupefacenti, salti da balcone a balcone o da tetto a tetto, ecc.) c'è, a mio avviso, una quasi totale inconsapevolezza della bellezza dello stare al mondo, dell'importanza dei rapporti affettivi e della vita in generale; il rischio di morire a causa dei comportamenti che mettono in atto non sembra essere per loro molto importante.
Ora, è chiaro che il problema è anche sociale, ma la società non è un'entità astratta, siamo noi singoli che componiamo la società, creando famiglie e mettendo al mondo figli della cui formazione anche affettiva abbiamo la responsabilità almeno fino alla loro maggiore età.
Spero vivamente che i genitori di questi ragazzi, oltreché prendersela giustamente coi titolari della discoteca, trovino il tempo e il modo di parlare coi propri figli sgridandoli con amore, cioè comunicando con forza e chiarezza la loro grande arrabbiatura e il  loro profondo dolore per il male che essi si sono provocati a causa dei loro stupidi comportamenti.
Questa arrabbiatura dovrebbe, a mio parere, essere espressa in modo tale da essere percepita dai figli non come uno sfogo contro di loro, ma per loro, come qualcosa che nasce da tre sentimenti uniti insieme: l'amore del genitore per i figli, il dolore per ciò che è successo e il profondo desiderio che essi vivano il più possibile sani, sereni e magari anche felici.




10 commenti:

OLga ha detto...

Secondo me bisogna educare figli e genitori!Saluti OLga

Claudia Turchiarulo ha detto...

Detesto i genitori che non sanno fare il proprio mestiere e scaricano la responsabilità su altri.
Sono sempre stata astemia e non fumatrice per scelta, eppure ne ho visto di alcol (e droghe) passare sotto ai miei occhi, ma non avrei potuto tradire la fiducia dei miei genitori.
In fondo basta poco per educare i figli alla responsabilità.

giorgio giorgi ha detto...

@OLga: I figli si possono educare con l'autorevolezza affettiva dei genitori, ma i genitori è impossibile educarli se non sono disposti a mettersi seriamente in discussione.

giorgio giorgi ha detto...

@claudia La fiducia è fondamentale nel rapporto genitori-figli, deve esserci da entrambe le parti e deve essere coltivata quotidianamente. Senza fiducia reciproca non ci possono essere buone relazioni in famiglia, solo rapporti formali.

Maria ha detto...

Eh gia' ci vorrebbe un'educazione ai sentimenti, educazione al contatto con le emozioni (non a caso hai messo la foto di Inside-out, con le parti interne dell'uomo).
Per me la Comunicazione non Violenta di Rosenberg e' stata una buona chiave per prender dimestichezza e trovare i nomi delle emozioni per esempio (per capire che dire "fastidio", non vuol dire ancora niente...), e soprattutto scoprire il loro rapporto coi bisogni (soddisfatti o no).
Direi che questa grammatica emozionale potrebbe essere insegnata a scuola (e sarebbe bello) ma probabilmente non basterebbe e non si puo' delegare questo compito solo alla societa'. Per questi ragazzi ci vorrebbe un ancoraggio affettivo come quello che dici: qualcuno che tiene a loro e che insegni loro il valore che hanno nella vita, di per se' e relazionale. E per questo ci vuole presenza e amore. Un calore vero. Spero che lo spavento insegni qualcosa anche lui.

giorgio giorgi ha detto...

@maria: Sì, lo spavento insegna tantissimo. Il problema è lo spavento dello spavento (se mi permetti il gioco di parole), che porta a spaventarsi troppo tardi, spesso quando la situazione è così profondamente complicata che è difficilissimo oppure impossibile risolverla, in analogia con quanto succede per il corpo: se si ha male da qualche parte, non si deve lasciar passare troppo tempo prima di cercare rimedi.

silvia ha detto...

Storie già viste e riviste.
Genitori che non hanno le palle per mettere dei paletti ai figli.
E lo dice una che ha avuto una figlia tutt'altro che accomodante!

giorgio giorgi ha detto...

@silvia: Credo che sia bene mettere paletti ai figli, non troppi nè troppo pochi. I figli, soprattutto da piccoli, in qualche modo li chiedono con il loro prendersi spazi sempre maggiori: vogliono essere fermati, vogliono che un genitore intervenga e gli segni un limite, così dopo si acquietano.
Quando i figli sono più grandi, l'altezza dei paletti può essere contrattata. E' meglio litigare prima per trovare un accordo, poi, una volta concordato il limite, va rigorosamente rispettato e fatto rispettare.
Ma anche noi genitori, quando prendiamo un accordo coi nostri figli dobbiamo sempre rispettarlo e non fare i furbi perchè nel frattempo abbiamo cambiato idea...

Ernest ha detto...

Da genitore spesso mi domando cosa stiamo facendo. Ogni volta vedo scene che mi fanno scrollare la testa, basta andare ad esempio ai giardinetti.

giorgio giorgi ha detto...

Io me lo chiedo da genitore e da psicoterapeuta...