Una di
loro si era meravigliata perché io avevo risposto con estrema franchezza
ad un comune conoscente; poiché stava facendo un corso di comunicazione
non violenta, le sembrava che le mie parole fossero state
troppo dirette e in contrasto con alcuni modelli di comunicazione efficace che aveva imparato frequentando
alcuni corsi.
Ascoltandola, ho provato un po' di insofferenza, anche perché la persona cui
avevo detto quelle cose non aveva reagito negativamente e il mio intento
era stato proprio quello di parlargli senza mezze misure per indurlo
a riflettere su alcuni suoi problemi che egli aveva raccontato.
In
generale, penso che una comunicazione che si fonda troppo sull'osservazione
di regole formali, possa nuocere alle relazioni, perché tende ad
ingessarle, a favorire il controllo dell'espressività a scapito della
naturalezza e dell'ascolto profondo di se stessi e degli altri.
Temo che
le nostre relazioni soffrano spesso di un eccesso di controllo razionale al
quale a volte si alterna un'incontrollabile, violenta e prorompente
fuoriuscita di sentimenti.
Spesso
scambiamo la forma per la sostanza e bisticciamo a lungo su inutili
questioni formali, senza comunicarci l'essenza delle cose.
Diventiamo
allora asettici, sterili, non ci infervoriamo per le cose essenziali, non
trasmettiamo calore: tendiamo ad essere freddini, distaccati, un
po' estranei e troppo concentrati sul nostro comportamento nella
relazione.
Non dico
che ci si debba scannare, non mi piacciono le sceneggiate televisive alla
Sgarbi; il rispetto per l'altro non deve mai mancare, ma il calore umano,
la partecipazione del cuore, l'interesse genuino per l'altro, sono, a
mio avviso, elementi necessari in una relazione che non sia superficiale e
che abbia un minimo di senso.
L'amore,
l'amicizia, le relazioni tra gli esseri umani, richiedono di
offrire agli altri il distillato della propria umanità in presa diretta,
mantenendo sempre attivo l'ascolto delle reazioni dell'altro, per modulare
correttamente l'esposizione dei nostri pensieri e sentimenti, evitando
inutili esagerazioni.
5 commenti:
Si, lo penso anche io...
In qualsiasi rapporto umano la cosa migliore è essere naturali, un confronto fatto con il cuore è a mio avviso sempre il migliore. Credo che essere troppo controllati nuoce in primo luogo a se stessi, meglio parlare, comunicare, ascoltare le proprie sensazioni e degli altri.
Un confronto va fatto, come dici tu, con tutto il calore umano possibile... altrimenti non ne vale la pena nemmeno parlare, altrimenti non è amicizia, non è amore...
Vengo sempre in questo tuo blog che ritengo molto interessante
Buona serata
Vilma
appassionatamente..sto cantando la canzone, hai presente?
Essere spontanei, se stessi, non aver paura di comunicare..e se abbiamo paura dobbiamo pensare che ce l'ha anche chi ci sta di fronte.
io devo proprio lavorarci a questo.
Non è semplice per chi ha passato la vita a reprimersi, ma condivido tutto quello che hai detto. Essere se stessi nel modo più autentico possibile, senza prepotenza, con sincerità. Chi come me non ci riesce facilmente è perchè si frena per paura del giudizio, di non piacere e deludere. Ma è meglio trovare poche anime affini piuttosto che un tiepido, unanime consenso senza vero sentimento e partecipazione.
Come sempre, grazie
un saluto a te
Io sono la naturalezza in persona, però dopo sto male perchè penso di essere apparsa invadente e in più mi pento di essermi aperta troppo, ho paura di aver offeso in qualche modo la sensibilità altrui, cerco di trattenermi ma è inutile, sempre curiosa, sempre in qualche modo cerco di aiutare, sempre rompiballe...io amo gli altri più che me stessa e questo non va bene, perchè gli altri ti chiedono sempre di più...
Quanto è sconfortante, soprattutto in certi ambiti cui ci si rivolge per la risoluzione di problemi anche pratici, incontrare persone che sono lì solo per sentir parlare se stesse, solo per esercitare la comunicazione secondo i modelli imparati, e non per dire "qualcosa" di vero, di praticamente risolutivo !!! Così capisco perchè in questo paese tante cose non funzionano, quando proprio le persone cui è demandato magari il governo si pavoneggiano solo in un esercizio formale...
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