L'atteso non si compie
e all'inatteso un dio apre la via.
Euripide
Io
sono la somma delle mie esperienze. Bene.
Ma ora come vado avanti? Come posso fare nuove esperienze?
In due
modi: cercando il nuovo o aprendomi all'inatteso.
C'è
una notevole differenza tra questi due atteggiamenti, apparentemente simili.
Se
cerco il nuovo, sono Io che mi organizzo e decido le strategie sul come e dove
cercare, seguirò un piano che avrò deciso in base a ciò che già sono, sulla base di ciò che so, che già conosco.
Se
invece mi apro all'inatteso, se sono disposto ad andare a conoscere senza
pre-giudizi ciò che mi capiterà "casualmente", che non sarà
ciò che stavo cercando perchè non era nelle mie pre-visioni, allora avrò
l'occasione di fare davvero una esperienza diversa.
Lo si
vede bene quando si pianifica un viaggio. Io posso decidere di andare in un
certo luogo per vedere determinate cose, ma quando sono nella zona prescelta
posso incontrare cose che non avevo previsto e che mi suscitano interesse,
mentre quelle che avevo prescelto possono non essere poi così interessanti.
Certo,
se faccio parte di un viaggio organizzato, non sarà possibile deviare dalle
mete prestabilite, ma se sono autonomo potrò modificare il programma,
assecondando i miei desideri del momento.
Uno
dei rischi che corriamo nella nostra vita quotidiana è di predefinire con
troppa precisione i nostri comportamenti e le nostre ricerche, senza prendere
in considerazione le occasioni inattese che la vita ci fa incontrare. Spesso
viviamo l'inatteso come un disturbo, come un fastidio, perché siamo concentrati
esclusivamente sui nostri progetti iniziali.
Il rischio vero è di perseguire
l'ideale perdendo l'incontro col reale.
Per
questo ogni tanto bisognerebbe andare in giro senza mete troppo precise,
tenendo il cuore aperto alle possibili deviazioni che ci si possono presentare, che potrebbero aprirci la strada verso nuovi e inaspettati percorsi
realmente trasformativi.
Certamente
questa è una condotta che ci espone a dei rischi, perché si va realmente aldilà
del conosciuto e delle abitudini, ma è proprio in una regione
diversa da quelle conosciute o immaginate, che si possono fare nuove esperienze.
E d'altra parte, il non essere aperti a prendere seriamente in considerazione
l'inatteso ci espone al rischio reale di non fare mai esperienze veramente
nuove.
7 commenti:
Spesso mi infastidisce la gente che subisce l'inatteso come un affronto alla loro vita, alla loro ricerca.
Certo tutti vorrebbero avere una vita facile e lineare che scivoli leggera e tale da far arrivare al proprio traguardo o a successi immediati.
Ma quando un po' di pioggia, o un piccolo contrattempo vengono esaltati come una catastrofe o un insulto alla loro programmazione, mi fa veramente annoiare!
Eppure è proprio l'imprevisto che spesso porta il movimento giusto nella vita, che insegna e fa crescere, ci dà come dici tu, un'opportunità, che noi non potremmo mai programmare!
Si, il paragone con il viaggio è calzante. Le migliori esperienze di viaggio, gli incontri più belli, li ho fatti proprio deviando da quello che era l'itinerario stabilito... Avrei anche potuto prendere una bella "sola", è vero, ma non avrei scoperto dei piccoli autentici tesori.
Un abbraccio
Francesca
Io ho paura dell'inatteso. Di solito sono sempre brutte notizie, come malattie nuove o cose che preferirei evitare.Non amo le sorprese. Intanto sono sempre brutte.
contradditoria come sempre a me piace pianificare proprio per farmi poi stupire dall'inatteso, specie quando viaggio, negli altri casi ho sviluppato un'invidiabile (a detta di altri) consuetudine all'adattamento
Mi pare che ci stia quella frase che mi piace tanto di John Lennon.. la vita è ciò che ci accade mentre stiamo facendo altri piani, o qualcosa del genere.
L'inatteso può essere bello ma anche brutto e comunque genera un sacco di problemi, anche perchè ciò che appare bello oggi può diventare brutto nel domani e viceversa, inoltre se ti carichi di aspettative rosee e trovi il rosa pure nelle avversità, ci sarà sempre qualcuno che ti demolirà anche solo con una parola.
L'ideale sarebbe avere una vita equilibrata come le architetture del Brunelleschi ( Cappella dei Pazzi)( solo i pazzi sono felici?) oppure armoniche come i quadri di Mondrian, eliminando il dionisiaco, ma non si può.
L'incognita mi provoca sempre un pò d'ansia, ma una volta superata riesco ad apprezzarla.
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