Cercare la propria verità
può essere faticoso perché ci si può rendere conto che in passato si sono fatte
delle scelte che si credeva sarebbero state vere per sempre ma che, anche se
allora erano giuste, oggi vengono messe in dubbio e forse non sono più
corrispondenti alla verità che si sente dentro.
Che accada ciò è però
normale, perché siamo esseri umani e non indovini e non possiamo mai sapere con
totale certezza come evolveranno le situazioni in futuro.
La verità è da riferire sempre
al momento della scelta, alle consapevolezze che abbiamo nel preciso momento in
cui scegliamo. Del senno di poi son piene
le fosse dice, con ragione, un noto proverbio popolare.
Se le nostre consapevolezze
cambiano, possiamo valutare negativamente le scelte fatte in passato senza
farci venire assurdi sensi di colpa; ciò che serve è, invece, rendersi
sanamente conto dei cambiamenti avvenuti nel nostro modo di sentire e di valutare
le cose per cercare di modificare i nostri comportamenti in tal senso, perché è
assurdo sentirsi in colpa per qualcosa che non corrisponde più alla nostra
verità attuale.
3 commenti:
Un altro detto dice che non non esistono errori ma lezioni di vita.
Come mi diceva sempre mio padre rifacendosi ad un detto latino:errare è sbagliato, perseverare è diabolico.
Una volta a mamma che s'impuntava sempre nelle stesse cose disse:- sei come la radice di un radicchio, la impianti e riamane sempre lì , pensare quanto grande è il mondo! - allargava le braccia e diceva:- tanto così-e noi siamo in continua trasformazione,le scelte fatte in un determinato momento ci sembravano le più giuste, ma non significa che nel nostro cammino esistenziale risultino essere le più idonee, bisognerebbe giustamente essere indovini..ma poi, che gusto ci sarebbe a non sbagliare mai? Buon ferragosto
Hai ragione Doc, ogni scelta, anche la più sbagliata -e spesso lo si sa solo a posteriori-, è comunque quella giusta, perché di quell'esperienza abbiamo avuto bisogno per evolvere!
Per anni ho vissuto da gregaria prima alla famiglia d'origine e poi a mio marito e di questo rapporto ero insofferente, perché mi rendevo conto di aver soppresso le mie scelte per seguire ed appoggiare gli altri.
Mi son resa conto che in realtà anche questa era stata una MIA scelta: diversamente sarebbe andato se avessi puntato i piedi.
Ma come dice il detto " se gli altri ti fanno del male: sei tu che glielo permetti" almeno sul piano spirituale! Solo quando l'esperienza ci fortica, siamo in grado di superare il giudizio degli altri ed affermare noi stessi!
Abbiamo bisogno d'imparare a perdonarci ed accettare (nel senso di prender atto) le nostre scelte, sia che siano giuste o errate!
...messer Giorgio ( non sapevo quale titolo rivolgerti)tutto quello che scrivi è di buon senso, "fila", non solo il post di oggi, ma anche gli altri, potresti ben scrivere un libro con una serie di consigli preziosi, maaaaaaa le persone sanno tutto ciò e quindi il problema è perchè la ragione non si combina con la psiche?
Io penso, almeno nel mio caso, il dolore è sentirsi dilaniati, spezzati in due come un bue squartato non essendo in grado di prendere una decisione, perchè per ascoltare sè stessi bisogna fare del male agli altri?
Ferire gli altri è peggio che ferire sè stessi, c'è chi vive di rimpianti e chi di rimorsi e chi come me cerca il minor male possibile, il miglior bene possibile.
Buon ferragosto, anche se in ritardo.
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