sabato 22 giugno 2024

una corsa a ostacoli senza traguardo

 


Vi trascrivo in sintesi quello che mi hanno raccontato recentemente due giovani che non si conoscono, un ragazzo e una ragazza entrambi di circa 25 anni: 

1) "Quando mi accadono delle cose negative sto male, mentre quando riesco a raggiungere qualche obiettivo importante per me, penso di avere fatto una cosa normale, di aver fatto il mio dovere, quindi non è qualcosa di cui devo compiacermi o per cui dovrei gioire, a meno chè non sia una cosa eccezionale, assolutamente imprevedibile o eclatante".

2) "Quando sto male soffro. Quando le cose vanno bene e riesco a raggiungere un obiettivo anche importante che mi ero prefissato non provo gioia nè soddisfazione, mi sembra tutto normale, forse perchè sto già pensando a come realizzare l'obiettivo successivo che voglio raggiungere. E così fanno anche i miei amici e amiche. Quando ci incontriamo nessuno parla mai delle sue soddisfazioni, ma prevalentemente parliamo delle cose che ci vanno male, forse per trovare conforto".

Credo sia un atteggiamento piuttosto diffuso. Queste testimonianze mi hanno fatto riflettere e ho provato un senso di disagio.

Come si può stare bene se non si gioisce delle cose belle che riusciamo a realizzare? Se si rincorre sempre l'obiettivo successivo?

La vita rischia di diventare una corsa ad ostacoli nella quale il traguardo non si raggiunge mai.

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5 commenti:

Franco Battaglia ha detto...

Gente cresciuta con Inside Out (cinque emozioni: quattro negative e una positiva). Ora con Inside Out 2 si è aggiunta l'Ansia, ma per il prossimo arriveranno Depressione e Rimorso. Star male sembra un obiettivo sociale. Si può essere felici, insegniamo a sorridere. ;)

Annamaria ha detto...

Ho la sensazione che ci sia una sorta di "consumismo" anche delle emozioni, come se si esaurissero in brevissimo tempo e non bastassero mai. Il guaio è che sono proprio gli eventi positivi a farne le spese, a passarci sopra senza lasciare il segno, al contrario di quelli negativi che hanno maggiore incisività e durata.
E sono pienamente d'accordo con te, Giorgio, e con Franco: è essenziale imaparare a soffermarsi sulle cose belle e a sorridere.
Grazie!

Maria D'Asaro ha detto...

Aggiungo ai commenti di Franco e Annamaria - che condivido in pieno - che dovremmo forse essere un po' più intrisi di sana saggezza di matrice orientale: il buddismo ci dice che sono 'dimore divine' la gentilezza amorevole, la compassione e persino, oltre alla propria gioia personale, la gioia per la gioia dell'altro... Grazie, Giorgio. Buona domenica.

alberto bertow marabello ha detto...

Purtroppo è così, credo: una corsa continua, a comprare, ad avanzare, a conquistarsi qualcosa in più. E quindi l'eterna insoddisfazione per quello che si ha. Stiamo allevando una generazione di infelici

Ernest ha detto...

Non ho le risposte, ma mi spaventa molto vedere il disagio presente in giro. Forse dovremmo domandarci che società abbiamo contribuito a creare, le richieste, i messaggi che lanciano i social e molto altro.
Credo che l'ascolto possa essere un canale da percorrere, quello vero che non sminuisce i problemi dei ragazzi.
A volte basta ascoltare.