martedì 20 dicembre 2022

per un Natale autentico

Credo che tutti noi, quando eravamo piccoli, amavamo il Natale: guardavamo con occhi incantati i preparativi, l'albero, il presepe, i doni, gli addobbi. Eravamo affascinati anche dai pranzi di Natale: la cena della vigilia e il pranzo del giorno di Natale e, per chi era credente, c'era anche il rito della Messa di mezzanotte.

Poi, anno dopo anno, crescendo, i riti di Natale per molti di noi hanno perso il loro fascino, si è persa la meraviglia infantile, ma questo mi sembra assolutamente naturale. Il problema è che a volte ci sentiamo sottomessi al Natale, obbligati ai pranzi di famiglia che viviamo in modo ripetitivo, come se, anno dopo anno, si dovesse recitare sempre lo stesso copione: sempre gli stessi gesti, le stesse situazioni, gli stessi discorsi già fatti e sentiti mille volte, così che alla fine subentra la noia e, mentre sorridiamo un po' a tutti,  immancabilmente, prima o poi, ci viene voglia di tornarcene a casa, se solo si potesse. Ma non si può e siamo obbligati a restare. 

Nei giorni di festa che ruotano intorno al Natale, spesso ci sentiamo obbligati a fare tante cose: correre in giro per negozi a scegliere i regali, comperare qualche vestito nuovo da sfoggiare, addobbare la casa con luci e colori, fare l'albero, fare il presepe, lavare l'automobile per fare bella figura, infiocchettare e agghindare noi e i bambini per essere belli davanti ai parenti, andare dal barbiere, dal parrucchiere o dall'estetista. La cosa più strana che accade me l'ha racccontata la mia dentista: all'inizio di dicembre le avevo chiesto un appuntamento per fare la annuale pulizia dei denti e lei mi ha chiesto se potevo aspettare gennaio. Ho acconsentito e lei mi ha sussurrato nell'orecchio:"sa, le settimane prima di Natale sono sempre pienissima di lavoro perchè tante persone vogliono venire a fare la pulizia e sbiancarsi i denti per avere un sorriso smagliante il giorno di Natale!".

Insomma, non dico certo una cosa originale se dico che per molti il Natale è qualcosa che ha quasi solamente  a che fare con l'esteriorità e il consumismo e che quindi tutto diventa ripetitivo, privo di anima e di senso.

Chi è credente dovrebbe un po' salvarsi da questa banalizzazione del Natale, ma spesso non è così facile e spesso anche loro rischiano di perdere contatto col valore del Natale.

Già, ma qual'è per noi il valore di questo Natale? Ecco la domanda che ci può salvare, o perlomeno, far stare meglio. Perchè questa domanda ci riporta al rapporto con noi stessi, al senso che per noi hanno, quest'anno,  questi giorni di festa e, miracolo dei miracoli, non c'è una risposta univoca, prefabbricata e valida per tutti. Si fa fatica a pensare che ci possano essere mille modi diversi di sentire il Natale, ma è assolutamente possibile, se solo noi ci chiedessimo come ci sentiamo di vivere questo Natale qui, quello di quest'anno, in che modo ci può fare bene nella nostra situazione esistenziale attuale. Il trucco forse consiste nel non considerare il Natale come qualcosa di standardizzato, di automatico, il prodotto sempre uguale di una perpetua catena di montaggio!

Se partiamo dalla considerazione che il Natale è una festa che celebra una nascita, possiamo chiederci, ad esempio, che nascita dentro di noi possiamo immaginare di desiderare o di festeggiare quest'anno, cosa ha a che fare una nascita, il tema della nascita, con la nostra vita attuale? Cosa sentiamo nascere dentro di noi in questo periodo oppure cosa vorremmo che nascesse dentro di noi nel prossimo anno?

In questo modo, il Natale di quest'anno potrà essere diverso da tutti gli altri Natali passati e futuri perchè lo vivremo in relazione alla nostra situazione esistenziale di questi giorni. Se riusciamo a riprenderci il periodo di Natale, a viverlo cercando di fare il più possibile ciò che sentiamo farci davvero bene, trascorreremo delle belle giornate e alla fine saremo più carichi di energia e non svuotati e stanchi. Se faremo così, saremo anche in grado di tollerare con più serenità quei momenti conviviali di cui magari faremmo volentieri a meno.

Chi invece vive bene il Natale tutti gli anni, anche facendo sempre le solite cose, sicuramente è sempre sinceramente presente con tutto se stesso in  ciò che fa ed è contento di farlo anche insieme ai suoi cari.

A tutti i lettori, comunque, auguro di cuore di stare bene e di essere felici e sereni in questo periodo festivo.

    


7 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

Grazie Valeria. Un abbraccio e tanti auguri per tutto.

Franco Battaglia ha detto...

Il Natale ha significato particolare per ognuno di noi, se abbiamo voglia di trovarlo. Altrimenti diventa una festa consumistica e spesso scocciante. Io ricorderò sempre i natali dell'adolescenza, con tutti i parenti, le mangiate, le giocate a carte..ed eravamo sempre dai nonni, 24, 25 e 26.. ora ci si divide, chissà perché, non siamo più i bambini ma gli adulti, abbiamo spesso altro da pensare, abbiamo perso gioco e leggerezza, chissà se gli adulti di allora avevano le stesse preoccupazioni, i medesimi crucci.. probabilmente sì, e forse tracce neanche troppo nascoste le avevamo subdorate anche noi bimbi. Ma i tempi cambiano, dovremmo essere solo capaci di tornare bimbi, magari non solo a Natale. Auguri comunque, per tutto.. e vienici a trovare ogni tanto.. ;)

giorgio giorgi ha detto...

Grazie del commento. Purtroppo da qualche mese ho davvero poco tempo ed energie da dedicare alla blogosfera e al mio blog stesso, comunque appena potrò ti tornerò sicuramente a trovare. Buone Feste!

Annamaria ha detto...

Anch'io ricordo con gioia il Natale della mia infanzia. Oggi il consumismo lo ha stravolto e ridotto a una carnevalata. Per me, quello vero, è il Natale invocato nei versi di Padre Turoldo:

"Vieni sempre, Signore” .
“Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci.
noi siamo sempre più tristi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni, Tu che ci ami:
nessuno è in comunione con il fratello
se prima non è con Te, Signore.
Noi siamo lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni ,Signore,
vieni sempre, Signore.”

Auguri, Giorgio, e grazie!

giorgio giorgi ha detto...

Grazie del tuo regalo. Tanti auguri a te Annamaria, e ai tuoi cari.

Anonimo ha detto...

"Già, ma qual'è per noi il valore di questo Natale? Ecco la domanda che ci può salvare, o perlomeno, far stare meglio. Perchè questa domanda ci riporta al rapporto con noi stessi, al senso che per noi hanno, quest'anno, questi giorni di festa e, miracolo dei miracoli, non c'è una risposta univoca, prefabbricata e valida per tutti"

Oh... ma la risposta univoca valida per tutti c'è ed è l'Amore!:)Credo però che la differenza la facciamo noi persone perché molte volte non si vede l'amore quale sentimento disinteressato,quanto piuttosto un bisogno di possedere.

Grazie di tutto dottore,questa volta il suo augurio me lo prendo tutto... semplicemente perché sono tra quei "lettori".
Buone Feste.

giorgio giorgi ha detto...

Buone Feste anche a te, lettrice anonima.