mercoledì 7 luglio 2021

ancora sull'ascoltarsi


 Una mia paziente, qualche anno fa, mi disse che le era successa una cosa importante. Lei era abituata a fare jogging per rilassarsi e, quando usciva di casa, si metteva a correre fino a quando, stanca, decideva di rientrare. Nell'ultima uscita, invece, a un certo punto, improvvisamente, aveva sentito che il suo corpo le chiedeva di smettere di correre e di iniziare a camminare, poi, dopo qualche minuto, le chiedeva di correre di nuovo, poi di camminare, poi di fermarsi, e così via. Per tutto il tempo della sua passeggiata lei aveva semplicemente esaudito alla lettera ciò che le chiedeva il corpo.

Mi disse che avere ascoltato e assecondato le richieste del suo corpo era stata per lei un'esperienza nuova e appagante, che le aveva dato un senso di pienezza e di benessere totale. La testa non si doveva più porre domande su cosa fosse meglio fare, nè su cosa desiderasse davvero: il corpo. inequivocabilmente, le suggeriva qual era la cosa giusta da fare in ogni momento. Aveva sperimentato il proprio corpo come una parte di sè che sapeva con chiarezza cosa desiderava e la sua testa aveva semplicemente recepito ed eseguito le richieste che venivano dal corpo.


Le ferie possono essere un'occasione ideale per ascoltarci, per stare con noi stessi, liberati dalle esigenze del lavoro e dei ritmi spesso frenetici che viviamo abitualmente.
Approfittiamone, per chiederci cosa vogliamo veramente e cos'è davvero importante per noi, per ascoltare la nostra psiche e il nostro corpo, che sono ciò che ci costituisce, sono la nostra essenza, e spesso ci chiedono le stesse cose, con modalità e strumenti espressivi diversi.
Cerchiamo di volere bene e di nutrire bene la nostra psiche e il nostro corpo: in cambio avremo quella serenità e quella sicurezza che ogni rapporto d'amore regala a chi lo vive in modo appassionato. 

6 commenti:

alberto bertow marabello ha detto...

In effetti io non mi so ascoltare, ma con tutte le sciocchezze che dico, come darmi torto?
😀
Scherzo, ovviamente.
Molto bella e veritiera questa cosa che corpo e mente ci dicono la stessa cosa, ma in modi differenti.

Franco Battaglia ha detto...

Un equilibrio con noi stessi prevede conoscenza e coscienza di limiti e capacità. Se esco e vado a correre perché mi rilassa e provoca benessere, non significa che dopo venti chilometri una vocina non possa dirmi:"Uè..guarda che pure se ti ammazzi non ti chiamano per le Olimpiadi!" Quindi il fermarsi, il rallentare, il sedersi un attimo su una panchina, o il tornarsene serenamente a casa, può voler dire che abbiamo perso confidenza col nostro acido lattico, ma anche che siamo un tutt'uno col nostro sistema, capaci di assecondarne volontà, ritmi e ambizioni. Non dobbiamo per forza vincere le partite con noi stessi.
Spesso è fondamentale comprendere che giochiamo dalla stessa parte.
Non contro.

Maria D'Asaro ha detto...

Ciao Giorgio. Penso finalmente di...capire col corpo quello che scrivi splendidamente. Sto approfondendo il testo di Perls Goodman Hefferline "Teoria e pratica della Terapia della Gestalt" (oltre a un lavoro su me stessa e altro ancora) ed... è stata un'illuminazione!
Grazie.

giorgio giorgi ha detto...

Alberto, credo che ci sia una grandissima capacità di ascolto dietro le tue "sciocchezze"!

giorgio giorgi ha detto...

Franco, splendido il tuo commento che condivido in pieno.

Ernest ha detto...

quanto è vero, ascoltarci, trovare l’equilibrio senza forzarci.
Io ci provo, non è facile, ma ci provo