venerdì 21 agosto 2020

elogio dell'imperfezione

L'attrice Jeanne Moreau

Per vivere bene non si deve solo cercare di migliorare la propria bellezza interiore o esteriore, bisogna anche accogliere le proprie ombre, le proprie mancanze, i propri difetti  e proprio in virtù di questi aprirsi alla consapevolezza di dover accettare di avere dei limiti senza sentirsi in colpa. I confini e i limiti, infatti, sono inevitabili perche' nessun essere vivente può crescere all'infinito o diventare perfetto. 

Chi, senza colpevolizzarsi, riesce a essere consapevole dei propri limiti e a conviverci, pur cercando di migliorarsi, é  nella condizione ideale per poter vivere serenamente. Chi invece si abbatte per le sue imperfezioni non è di giovamento né a sé né  agli altri, esattamente come chi non accetta che anche gli altri possano essere imperfetti. Gli artisti Zen lasciavano sempre un piccolo particolare imperfetto nelle loro opere, per ricordare che l'importante è avere il desiderio di migliorarsi, non di raggiungere la perfezione.

Invece molte volte capita di non essere contenti di se stessi perché si ha il timore di non piacere agli altri, di non essere da loro apprezzati. Questa è una dipendenza veramente terribile perché si pensa che per essere benvoluti  e amati sia necessario essere sempre perfetti nel corpo e nell'anima e così si passa la vita nell'ansia perenne di rimanere soli. Spesso questo problema deriva dal fatto di non essersi sentiti amati a sufficienza dai genitori, nonostante tutti gli sforzi fatti per dimostrarsi degni del loro amore. Bisognerebbe cercare di uscire al più presto  da questa dipendenza e imparare ad amarsi e a cercare qualcuno che ci ami globalmente, per quello che siamo,  limiti compresi. Non ha senso amare solo alcune parti di se stesso o di un'altra persona:  l'amore vero non ammette sezionamenti!

Per un figlio è molto faticoso avere dei genitori che tendono ad aspettarsi  da lui la perfezione: è una condizione che costringe a sforzi senza fine per migliorarsi, senza potersi mai rilassare e gioire della vita. Una persona che ha la necessità di essere sempre perfetta è sempre in tensione, come un equilibrista che cammina su un filo, perennemente attento a non fare un passo falso per non cadere giù e farsi male.

In realtà,  i rapporti affettivi più belli sono quelli nei quali si possono manifestare reciprocamente le proprie ombre e i propri limiti,  sentendosi comunque accettati, compresi e amati per ciò che si è.

Quando la grande attrice Jeanne Moreau diventò vecchia, le chiesero come mai non si faceva togliere dal chirurgo estetico le rughe che le imbruttivano il volto, come avevano fatto tante sue colleghe e lei rispose che non ci pensava proprio, che le piaceva guardarsele perchè le ricordavano tutta la vita che aveva vissuto!


16 commenti:

OLga ha detto...

Io ho sempre accettato i miei limiti.L'attrice è una persona intelligente e l'apprezzo.Saluti

giorgio giorgi ha detto...

Saluti anche a te!

Pia ha detto...

Buongiorno Giorgio.
Hai scritto cose interessanti. L'imperfezione è di tutti, quel che conta è accettarsi e continuare per la propria strada. Ciao e buon fine settimana.

giorgio giorgi ha detto...

Siamo tutti esseri umani...

Maria D'Asaro ha detto...

Riflessioni ricche di saggezza autentica. Grazie. Buona domenica.

giorgio giorgi ha detto...

Buona domenica anche a te!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Conoscere i propri limiti o le proprie subentrate carenze credo sia importante non solo per avere un buon rapporto con se stessi ma anche per sentirsi più sicuri di fronte agli altri.

giorgio giorgi ha detto...

Sono d'accordo. Mi hai fatto venire in mente una mia amica che quando conosce una persona nuova per prima cosa elenca tutti i suoi difetti, così, dice, dopo non ha più il problema di dover nascondere nulla di sé!

silvia ha detto...

Se fosse cosi semplice ... purtroppo non sempre si riesce a mettere in pratica quello che in teoria si ritiene giusto, non credi?

giorgio giorgi ha detto...

Certo. Ma il senso della vita non è forse cercare di diventare sempre più consapevoli di cosa ci fa davvero stare bene o male e poi cercare di comportarsi conseguentemente?
Anche solo avere qualche piccolo miglioramento è positivo, senza pretendere di risolvere sempre e subito tutti i problemi!

Maria ha detto...

Bel post, e bel richiamo...
Trovo paradossale che quanto piu' cerchiamo la certezza (piacere agli altri e non perderli) tanto piu' stiamo nutrendo la nostra insicurezza.
Al di la' dei tanti pecorsi evolutivi...Mi viene in mente che sarebbe bello se si diffondessero "corsi per imparare a fischiettare". Per farsi leggeri, privi di pensiero, privi anche dell'intenzione di contrastare la dipendenza stessa. Fischiare: per goder della propria vitalita'.

giorgio giorgi ha detto...

Non male la tua idea! Credo che il risultato di un buon lavoro psicologico possa anche definirsi così: "Ho scoperto che so fischiettare sufficientemente bene e mi piace farlo!".

silvia ha detto...

Si certamente.
La consapevolezza è il primo step, direi quasi il primo gradino della salita; senza quella non si va da nessuna parte!

giorgio giorgi ha detto...

Esatto!!!

Graziana ha detto...

Amarsi e perdonarsi, fare i conti con le proprie ombre. Per fare ciò bisogna incontrarsi, cosa non facile perché molto scomoda. E' un passo fondamentale tuttavia.

giorgio giorgi ha detto...

Sì, é fatica e al giorno d'oggi la fatica non é popolare, salvo poi lamentarsi di non trovare l'amore desiderato, che si immagina al modo degli adolescenti.