A volte noi genitori ci troviamo in situazioni imbarazzanti perchè non sappiamo come dobbiamo parlare ai nostri figli di qualcosa di spiacevole che riguarda i nostri affetti o le nostre relazioni.
Credo che sia necessario non dimenticarsi mai che i bambini hanno una capacità grandissima di percepire i sentimenti veri che noi proviamo. I bambini conoscono i nostri stati d'animo veri spesso meglio di noi stessi, perchè loro non hanno ancora tutte quelle sovrastrutture e difese razionali che noi adulti ci siamo costruiti nel tempo.
Essi appartengono più di noi adulti al mondo della natura, sono dei piccoli animaletti, da questo punto di vista, e, come gli animali, hanno delle antenne potentissime che li mette in grado di percepire le emozioni e i sentimenti di chi hanno intorno.
Se noi siamo tristi e angosciati, i bambini lo sentono, a meno chè non siamo così bravi da interrompere il flusso interno di questi sentimenti quando siamo con loro. Se però ne rimane qualche traccia percebile, loro la sentono.
E non serve a nulla dire: "sto benissimo" quando coi gesti, col tono della voce, con gli sguardi, col tono dell'umore, stiamo gridando loro il nostro malessere.
Un bambino sa perfettamente quando un genitore è felice o quando è preoccupato; in questo secondo caso non è raro che il bambino venga da noi e ci chieda cosa abbiamo. Se noi rispondiamo "niente, niente" e facciamo finta di stare bene, il bambino percepisce che lo stiamo imbrogliando, ma, e questa è la cosa terribile, non potrà mai avere con noi un confronto sincero su questo imbroglio, perderà la fiducia in noi e, con dolore, si terrà tutto dentro. Riceverà due messaggi contemporanei e contrastanti (a parole "sto bene", nei fatti "sto male") e quindi non ci capirà più nulla, si sentirà confuso e ciò lo farà sentire solo, triste e abbandonato.
Credo che sia necessario non dimenticarsi mai che i bambini hanno una capacità grandissima di percepire i sentimenti veri che noi proviamo. I bambini conoscono i nostri stati d'animo veri spesso meglio di noi stessi, perchè loro non hanno ancora tutte quelle sovrastrutture e difese razionali che noi adulti ci siamo costruiti nel tempo.
Essi appartengono più di noi adulti al mondo della natura, sono dei piccoli animaletti, da questo punto di vista, e, come gli animali, hanno delle antenne potentissime che li mette in grado di percepire le emozioni e i sentimenti di chi hanno intorno.
Se noi siamo tristi e angosciati, i bambini lo sentono, a meno chè non siamo così bravi da interrompere il flusso interno di questi sentimenti quando siamo con loro. Se però ne rimane qualche traccia percebile, loro la sentono.
E non serve a nulla dire: "sto benissimo" quando coi gesti, col tono della voce, con gli sguardi, col tono dell'umore, stiamo gridando loro il nostro malessere.
Un bambino sa perfettamente quando un genitore è felice o quando è preoccupato; in questo secondo caso non è raro che il bambino venga da noi e ci chieda cosa abbiamo. Se noi rispondiamo "niente, niente" e facciamo finta di stare bene, il bambino percepisce che lo stiamo imbrogliando, ma, e questa è la cosa terribile, non potrà mai avere con noi un confronto sincero su questo imbroglio, perderà la fiducia in noi e, con dolore, si terrà tutto dentro. Riceverà due messaggi contemporanei e contrastanti (a parole "sto bene", nei fatti "sto male") e quindi non ci capirà più nulla, si sentirà confuso e ciò lo farà sentire solo, triste e abbandonato.
10 commenti:
Mi hai fatto riflettere ancora una volta sull'educazione non verbale che da bambini subiamo.
Un muro terribile per la nostra psiche, perché acquisito senza cognizione di causa, non siamo in grado di decodificarlo scientemente se non con l'aiuto di un esperto. Ma ce ne vuole prima di affidarsi all'esperto... e non tutti se lo possono permettere, quindi a priori siamo condannati alle conseguenze!
Mi fai riflettere sul mio essere sempre in conflitto, indecisa, che provenga da ciò?
Allora sono stata una cattiva madre perchè mio figlio pure è sempre indeciso, anche se poi riesce a prendere la decisione.
In quanto alle sovrastrutture, io sto lavorando per cercarle di toglierle, voglio assolutamente è la cosa che più voglio la mia bontà e solarità e amore per la vita che avevo da adolescente.
..molto vero e molto interessante/istruttivo questo post.
complimenti !
ciaoo Vania :)
io ricordo di aver avuto un'infanzia felice. Oggi a quasi a 40 anni riconosco che i miei genitori e tutto l'entourage familiare hanno vissuto, quando ero bambino, momenti molto difficili, se non tragici. Io non me ne accorsi. Mi hanno trasmesso un senso di serenità, preservandomi dalle loro paure, dai loro malumori, dalla pesantezza del malessere "adulto".
Credo che sia un grande atto d'amore per i nostri figli, almeno, per quelli piccoli, riuscire ad essere così bravi, come dici tu, a nascondere il dolore e a trasformarlo in sorriso. A volte mancano le forze per essere così bravi, però.
Ciao Giorgio, begli spunti, come sempre.
Un po' come gli animali?
Io avevo un cagnolino che faceva così. Quando ero triste mi si accucciava accanto e mi leccava le mani... oppure mi guardava con una immensa dolcezza, come a volermi consolare!!!
Un abbraccio
Francesca
si, i bambini percepiscono ma forse non capiscono il nostro dolore, non sempre si può spiegare e dire tutto a loro e non sempre si riesce a nascondere la tristezza dietro un sorriso. Nella vita purtroppo non splende sempre il sole, a volte ci sono delle nuvole e non mancano i temporali, l'importante è far capire a loro, che gli vogliamo bene e che non sono loro la causa del nostro stato. Ciao. GO
Sincerità, coi bambini.
Verità adattate al loro livello di comprensione e di maturità, ma bugie mai.
Ciao Giorgio
le tue parole mi hanno fatto molto piacere. Perché mi sono sentita rassicurata e ho ritrovato la fiducia nella scelta fatta. E poi perché il tuo commento mi ha permesso di "ritrovarti". Mi sono resa conto che ti avevo perso di vista... e sono felice di aver ritrovato il tuo blog. Ho letto i tuoi ultimi post con molto interesse e ho trovato in ognuno spunti di riflessione e pensieri che condivido.
A presto dunque e buona domenica
Cinzia
I bambini vedono senza alcun filtro mentale. Invece ogni giorno della nostra vita è scandito dall'aggiunta di "un filtro" avanti agli occhi (al cuore) che rende sempre più opaca l'esistenza. Mantenere intatta nel tempo la vista dei bambini (giocosa) è il risultato di una buona ricerca interiore, del guardarsi dentro, del vivere consapevolmente.
Purtroppo, in genere, lo "studio" (capacità di osservazione) di se stessi è direttamente proporzionale alle proprie sofferenze.
In poche parole si cerca la cura solo quando si sta male.
La saggezza probabilmente consiste nel saper mettere gli occhiali per "filtrare" (decriptare) la realtà e nel saperli togliere al momento opportuno.
Si deve aver pensato tanto per arrivare poi a non pensare.
Ciao
hai assolutamente ragione
è proprio così
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