lunedì 6 maggio 2013

comizi d'amore

Pier Paolo Pasolini andò in giro per l'Italia negli anni '60 intervistando persone di ogni ceto sociale sul tema dell'amore e del sesso, argomento quest'ultimo quasi tabù per l'epoca.
Con la naturalezza che lo contraddistingueva, faceva domande semplici e dirette. Le risposte raccolte offrono un quadro veritiero della realtà sociale di quegli anni che, a mio parere, è estremamente interessante anche a 50 anni di distanza.
Qui sotto trovate un piccolo frammento di quel lavoro, raccolto nella campagna modenese (su youtube alla voce Comizi d'amore Pasolini potete trovare molto altro materiale).
Sono molto curioso di sapere cosa ne pensate.


4 commenti:

carmen ha detto...

Interessante! Le risposte sono dirette, sincere.
La ragazzina sembra avere le idee chiare, nonostante i genitori : la mamma parla di spudoratezza dei tempi odierni, il padre pensa la donna “un pochettino inferiore”. D’altronde, dopo cinquant’anni, la chiesa cattolica non ammette il sacerdozio femminile .. (che la donna sia ancora un pochettino inferiore? O magari un po’ superiore, da venerare come la madonna, ma mai alla pari… per non parlare del mondo islamico)
La signora col fazzoletto in testa non rimpiange i bei tempi andati (quelli dei famosi Valori), sa che tanti bambini nascevano per caso e “si crescevano da soli”, come diceva un mio prozio, e tanti altri venivano abbandonati, insieme alla madre nubile, colpevole di averli concepiti!

nellabrezza ha detto...

trovo che sono ...teneri ! anime candide, semplici, così intenti ad un duro lavoro...ma contenti. non pronti a lamentarsi per ogni cosa come oggi la maggior parte delle persone. che popolo grande, gli emiliani sì!!! decisamente migliori.

Paola Tassinari ha detto...

Dici che sei curioso...quale curiosità, solo lacrime, lacrime per le imposizioni che ci inculcano, la scuola, l'ambiente,ci danno linee guide, per migliorare la nostra vita, così crediamo di avere più libertà oggi, che il mondo abbia un cammino lineare in avanti...la libertà sessuale di oggi è poca cosa se paragonata a quella degli inizi anni '70 o a quella delle veneziane nel '700.
By,by.

Rossland ha detto...

Non facile da commentare. Sull'amore, il sesso, la qualità della vita o la maggiore/minore libertà della donna, ci sarebbe da parlare per ore, giorni.
Non vedo una linea di separazione netta che dica cosa era meglio prima o cosa sia meglio ora.
Siamo più disinvolte nell'approccio al sesso, questo senz'altro, ma siamo per questo più libere? Più felici? Dipende, a volte sì a volte no.
aver maggiore libertà, cioè meno vincoli sociali nel decidere sulla nostra sessualità, non fa di noi delle donne libere e felici in automatico. Anzi. Perché a me pare che sia quasi scomparso dall'orizzonte tutto il discorso sui sentimenti, sulle implicazioni emotive del sesso, che rimangono diversi (a me pare), fra uomo e donna.
E qui, sul senso di una relazione amorosa, soprattutto negli ultimi anni, ho la sensazione che si siano fatti passi indietro.
Si fa più sesso, più presto, con meno investimenti emotivi. Ma poi, nel quotidiano, l'assenza di coinvolgimenti affettivi profondi si fa sentire. E nell'indipendenza ottenuta dalle donne grazie all'ingresso massiccio nel mondo del lavoro, non vedo sempre maggiore libertà, come dovrebbe essere, ma un'esigenza di bilancio che, alle prime difficoltà, torna ad abbattersi in maggiore misura sulle donne, che continuano a essere retribuite meno, ad essere ricattate di più per via di maternità (in conflitto con la produttività in azienda), gestione familiare, carico emotivo dei drammi che si dovessero riversare sul compagno in caso di perdita del lavoro.
Insomma, non sarebbe male riaprire il discorso per cercare di capire se abbiamo davvero ottenuto ciò che come donne volevamo.
Pensavo, guardando queste donne nei campi, che abbiamo solo spostato il lavoro nelle fabbriche e negli uffici. Il "carico familiare" e la responsabilità sociale della donna, è ancora sproporzionato uguale.
Credo, forse, chissà...