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Il castello di Carpineti |
A mio parere l'anima si nutre soprattutto di natura, bellezza e autenticità.
Ieri è stata una buona giornata per la mia anima, che si è nutrita ottimamente durante tutto il giorno.
In programma c'era una gita scolastica di due classi prime della scuola media frequentata da mio figlio, alla quale erano invitati anche i genitori.
Sveglia alle 7, ritrovo alle 8.30 sotto un cielo plumbeo con pioggia battente e freddo autunnale (per la cronaca, il giorno prima c'era cielo sereno, sole pieno e 32°); presenti 30 bambini, altrettanti genitori e due insegnanti.
Mèta della nostra gita: le terre collinari di Matilde di Canossa vicine a Reggio Emilia, con visite ai castelli di Carpineti, Sarzano e Canossa.
Arrivo al castello di Carpineti ( a 800 metri di altitudine, con temperatura di 7° e pioggia sottile) alle 10. Incontro con Edda, la nostra guida, una giovane donna molto vitale e sorridente che fa parte di Ideanatura, un gruppo di giovani che, con mille iniziative intelligenti, cercano di valorizzare il territorio. La guida ci accoglie e parla per mezz'ora a bambini e genitori di Matilde e dei suoi tempi, in modo ammirevole e caldo, riuscendo a tenere catalizzata l'attenzione di tutti, con una simpatia pari alla sua notevole preparazione storica. Del castello medioevale sono rimasti quasi solo ruderi, ma sufficienti per capire come fosse stato in origine. La posizione era stupenda e avrebbe permesso una vista meravigliosa, anche se noi abbiamo visto solo nubi tutt'intorno, ma quel luogo emanava comunque un fascino particolare, grazie anche alle descrizioni della guida, che ci metteva davvero l'anima per trasmetterci lo spirito di quei luoghi.
Alle 12 tutti a mangiare in un posto semplice e rustico, l'Ostello e Ristoro di San Vitale, luogo magico, sede di un insediamento bizantino, in mezzo alle colline, gestito da giovani che ci hanno fornito cibi semplici e genuini, saporiti e gustosi.
Poi tutti al castello di Sarzano, dove ci attendeva un liutaio che aveva portato con sè violini, viole e anche un violoncello di sua costruzione, e qui, colpo di scena, abbiamo scoperto che la nostra guida sapeva anche suonare il violino e ha accennato per noi un paio di brani medioevali, riscuotendo applausi.
Alle 16, ultima tappa, il castello di Canossa, mèta di molti tedeschi che vengono a visitare il luogo dove il loro imperatore Enrico IV venne a chiedere perdono al papa e fu fatto aspettare da Matilde fuori dal portone per tre giorni.
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Matilde di Canossa |
Ricapitolando: luoghi suggestivi, carichi di storia e immersi in una natura rigogliosa e rispettata; una guida che ci ha messo l'anima nel fare il suo lavoro, riuscendo ad interessare sempre tutti; un gruppo di giovani che ci hanno fornito cibi buoni e naturali.
E, oltre a ciò, una insegnante che non ha esitato ad accompagnare i ragazzi senza problemi, "sacrificando" una sua domenica di libertà, per sostituire una collega che avrebbe dovuto venire ma che è stata trattenuta a casa da un grave problema familiare.
Con tutti questi ingredienti, in questo clima caratterizzato dalla sincera attenzione al bene gli altri, si capisce come l'anima si sia nutrita ottimamente e nemmeno il brutto tempo abbia avuto il potere di deprimerla.