Cosa significa far convivere gli opposti?
Cosa vuol dire affrettarsi lentamente? Come è possibile? La ragione ci dice che è una frase assurda: o ci si affretta o si va lentamente, non c'è alternativa.
Invece, se ci pensiamo bene, l'alternativa ci può essere: è l'alternativa che permette di unire gli opposti, invece di tenerli separati. E' l'alternativa che permette di evitare le scissioni: il bene da una parte e il male dall'altra, la giovinezza da un lato e la vecchiaia dall'altro: dualità costituite da dimensioni apparentemente inconciliabili, che non possono avere nessuna relazione tra loro: le certezze contro i dubbi, le sicurezze contro le paure.
La separazione troppo netta degli opposti crea risvolti paranoici: l'assoluta necessità di tenere lontano l'opposto fa vivere nella continua paura di incontrarlo realmente.
Allora è meglio cercare di farli convivere gli opposti, anche perchè la vita reale è fatta di tutto, e se è vero che bisogna distinguere per capire e istituire scale di valori, è altrettanto vero che gli opposti non si possono mai eliminare completamente.
Quando mai nella storia dell'umanità si sono create delle società nelle quali è esistito solo il bene ed è stato estirpato definitivamente il male? Quando mai la vita di un singolo uomo è stata solo un paradiso senza nessun momento di difficoltà?
L'importante è continuare a tendere verso la realizzazione di ciò che riteniamo positivo, ma per tendere è necessario avere fiducia, speranza e consapevolezza della realtà.
Nella prima parte della nostra vita è necessario chiarirsi le idee su cosa è bene e su cosa è male, ma diventando adulti, forse bisogna arrivare a riconoscere che col male bisogna imparare a convivere, non per assecondarlo, ma proprio per continuare ad avere la fiducia e la speranza necessarie per poter fare del nostro meglio, per essere realistici e non lasciarci scoraggiare dall'ineluttabilità del male.
La vecchiaia è un ottimo esempio: dobbiamo scoraggiarci e vivere male perchè la nostra parabola inizia a diventare discendente o dobbiamo cercare di accettare la realtà, vivendo anche gli ultimi anni della nostra vita nel modo migliore possibile, compatibilmente con le nostre residue energie e capacità?
Allora affrettarsi lentamente può significare che ci si dà da fare con tutte le proprie forze a migliorare la propria vita, ma senza buttarsi allo sbaraglio, senza cedere all'ansia da prestazione, riflettendo su ciò che realmente si può fare nella situazione in cui siamo, con i mezzi che realmente abbiamo a disposizione.
Ciò contrasta con le idee di onnipotenza, di mancanza di limiti, di crescita continua, di miglioramento infinito, ma questi sentimenti sono nocivi ed irreali: sono una trappola esistenziale, perché ci fanno realmente vivere nella paura, a volte nel terrore, dell'impotenza, del limite, della malattia, della vecchiaia e, infine, della morte, perdendo irrimediabilmente contatto con la nostra creatività.