domenica 3 febbraio 2013

fare anima


Fare anima è un espressione del poeta John Keats, ripresa da James Hillman per significare il lavoro di ricerca e di presa di coscienza personale che nasce dal rapporto con la propria interiorità.
Anima e psiche sono concetti molto simili tra loro, anima ha a che fare con animare, animazione, con l'atto di trasmettere contenuti vitali, dinamici e creativi (dal greco anemos, che significa vento).
In quanti modi si può fare anima? Almeno in due: nel rapporto con la propria interiorità, con la ricerca e l'ascolto dei propri contenuti interiori, del proprio mondo immaginale, oppure nella relazione con gli altri, nel mettere in comune con altre persone i contenuti del proprio mondo interiore.
La prima modalità di fare anima è introversa, la seconda è estroversa. Nella prima cerchiamo dentro noi stessi, per acquistare una sempre maggiore consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo, nella seconda ci relazioniamo agli altri, mettendo in relazione con loro la nostra autenticità.
Un gruppo che si proponga di fare anima è costituito da persone che hanno imparato a conoscersi e a fidarsi reciprocamente, che sentono di avere qualcosa in comune, che non hanno paura di esprimere i propri sentimenti e le proprie idee ascoltando quelle degli altri, nel massimo rispetto reciproco. Aprire agli altri la propria anima significa confidare dolori, dubbi, problemi, difficoltà, ma anche speranze, gioie, consapevolezze e scoperte interiori, e condividere ciò che dall'esterno ci ha toccato: musica, canzoni, romanzi, poesie, film, sogni, opere d'arte o pensieri.
Un gruppo che faccia anima insieme è un gruppo aperto alle sollecitazioni dei singoli, è un gruppo che accoglie ciò che i singoli componenti desiderano condividere.
Tutto questo non per arrivare ad una definizione normativa di ciò che è bello, buono o giusto, ma semplicemente per arricchire la propria anima attraverso l'interiorità degli altri. 
E' un esercizio che interroga la psiche, la mette in relazione con stimoli nuovi e permette un dialogo che è ricerca individuale di nuove consapevolezze e trasformazioni grazie alla relazione e al rapporto con gli altri.
Un lavoro che è tanto più possibile quanto più è alto il livello di autenticità raggiunto dai membri del gruppo nel relazionarsi tra loro.

4 commenti:

Renata_ontanoverde ha detto...

Ho letto a 18 anni il Terzo Occhio di Lobsang Rampa e da allora la mia vita è una continua "far anima".

Poi da adulta in tempi recenti il Vivation mi ha permesso di vivere le emozioni "qui ed ora" dandomi la capacità di elaborarle, in un continuum, che ho voluto condividere poi nel blog.

Ricordo con nostalgia e gratitudine il mio gruppo di far anima con il vivation: eravamo uniti, ma nessuno ingeriva nell'intimo dell'altro, eravamo un ambiente protetto dove ognuno poteva confessare i propri limiti e le proprie paure senza remore e liberarsene definitivamente con le tecniche della respirazione trovando conforto nella presenza degli altri pronti a sostenerci vicendevolmente ma senza ingerire!

Mi hai portato alla mente ricordi inestimabili : grazie!

Paola Tassinari ha detto...

Fare anima, le parole sono molto belle, io parlo per la mia esperienza, parlo per me,ore ad ascoltare e io credo di aver capito ciò che l'altro mi comunica, forse, passo ore a parlare e alla fine l'altro non ha capito niente di quello che volevo dire, nonostante io ripeta e svisceri le stesse cose, sembra, annuiscono ma poi scopro che non hanno capito niente, ma proprio niente...oppure la nostra anima cambia in modo repentino e non è mai la stessa di un minuto prima.

Anonimo ha detto...

è una condizione che conosco molto bene. La sperimento con le persone che amo ( le mie amiche, quattro, poche ma buone...) Si entra in un cerchio magico d'energia... è qualcosa che non si può spiegare se non per gli effetti di "comunione totale" e dissolvimento dei propri limiti fisici e mentali, che si provano.
michiamodame

Virginia ha detto...

Ma anima,"anemos"-vento è anche "psychè"-farfalla .Quanti giochi tra farfalla e vento...