giovedì 28 febbraio 2013

maschile e femminile tra conflittualità e integrazione

Sabato 16 marzo alle ore 17 a Modena, presso il Centro Culturale Alberione in via 3 Febbraio 1831 n° 7, la dott. Maria Luisa Agostaro ed io terremo un incontro pubblico gratuito e aperto a tutti sul tema:
Maschile e femminile tra conflittualità e integrazione.

Sebbene la definizione di maschile e femminile sia controversa, non vi è dubbio che esse siano due modalità diverse di esistere, sia fisicamente che psicologicamente, che possono essere in conflitto o in armonia tra di loro.
Credo che superare gli stereotipi di genere e raggiungere una migliore conoscenza del proprio maschile e femminile permetta un maggior equilibrio personale e la possibilità di creare buone relazioni con gli altri.
L'esistenza di un altro genere, diverso dal nostro, ci obbliga a confrontarci col diverso, offrendoci la possibilità di arricchirci ma generando altresì timori e paure. La coppia può essere un luogo dove avviene un processo di reciproca trasformazione ed evoluzione, ma anche la sede di rinunce eccessive, di prevaricazione dell'altro e di conflitti per il potere.
Per realizzare coppie felici, credo che sia importante che l'uomo abbia un rapporto positivo con la parte femminile della propria personalità, così come la donna con la propria parte maschile.
Una buona integrazione tra sessualità e tenerezza, tra razionalità e sentimento, tra attività e passività si può realizzare anche all'interno di ciascuno di noi, indipendentemente dal fatto di essere maschi o femmine.

martedì 19 febbraio 2013

l'integrazione di maschile e femminile

L'albero della vita - G.Klimt (1905-1909)
La società in cui viviamo e la cultura che ne è l'espressione condizionano inevitabilmente il nostro modo di pensare e di sentire, anche su questioni personali e soggettive come l'identità di genere.
L'immaginario collettivo, orientato principalmente da spettacoli televisivi e messaggi pubblicitari, offre spesso immagini stereotipate del maschile e del femminile.
Le donne denunciano il ruolo loro attribuito, subalterno e centrato soprattutto sulla bellezza esteriore, rivendicando pari dignità e pari opportunità.
I maschi sembrano dividersi tra coloro che continuano a recitare la parte dell'uomo forte, coloro che sono disorientati dalla mancanza di un modello di maschile nuovo cui fare riferimento e i più giovani che spesso vivono con un sottofondo di insicurezza il modo più aggressivo di comportarsi delle giovani donne.
Maschile e femminile sono attualmente al centro di un processo di ridefinizione delle identità di genere, tra la nostalgia di chi lamenta che non ci sono più gli uomini o le donne di una volta e chi vede con favore l'attuale fase di cambiamento dei vecchi ruoli rigidi e predefiniti, per cui, ad esempio, molte donne oggi prendono l'iniziativa nel corteggiamento e nelle richieste di incontri a sfondo erotico in modo esplicito, mentre alcuni genitori maschi si comportano da mammi con i figli.
Di fronte a questo quadro dinamico e poco definito, può essere importante chiedersi se esiste davvero una specificità del femminile e una del maschile che si manifesti, oltre che nelle ovvie diversità fisiche, anche a livello psicologico, se cioè essere maschio o femmina comporti un modo diverso di sentire e vivere le cose della vita.
Rispondere a questa domanda mi sembra importante perché una buona relazione, un buon rapporto tra maschile e femminile, ha le sue radici anche nella consapevolezza delle diversità in vista di una loro reciproca accettazione per giungere ad una reale integrazione creativa tra i due sessi invece che ad un conflitto che porta sterilità e malessere ad entrambi. Maschi e femmine, da questo punto di vista, sono davvero insieme sulla stessa barca...
Io credo che ciascuno di noi abbia in sé, all'interno della propria personalità, caratteristiche che tradizionalmente vengono attribuite al maschile o al femminile, e che sia molto importante giungere ad una integrazione positiva di queste parti diverse dentro di noi, come una specie di conquista che può permettere un maggiore equilibrio personale, ma mi piacerebbe molto leggere le vostre opinioni su questo argomento che mi sembra fondamentale per la vita di ciascuno di noi.
  

venerdì 15 febbraio 2013

noi siamo quello che diventiamo

La nostra vita non è statica ma dinamica, l'immagine che noi abbiamo di noi stessi deve essere continuamente aggiornata sulla base di come cambiamo nel tempo.
Gli automatismi sono sempre in agguato. 
Se noi ci siamo vissuti in un certo modo, se abbiamo avuto di noi stessi una certa immagine, rischiamo di pensarci sempre uguali a come siamo stati ieri.
Ma oggi è un altro giorno e magari nel frattempo siamo un po' o tanto cambiati.
Quando si entra in relazione con persone o cose che sono state significative nel nostro passato, ma con le quali i rapporti sono cessati, è inevitabile ricordare le esperienze, le atmosfere, i sentimenti che abbiamo vissuto, vale a dire il modo in cui siamo stati e ci siamo percepiti nel passato.
A volte bisogna fare uno sforzo consapevole per attualizzare la nostra immagine di noi stessi, ricordarci che ora noi siamo diversi da come eravamo, che siamo passati attraverso esperienze che ci hanno cambiato. Solo così possiamo rimanere nella realtà dell'oggi e viverla in base a come siamo diventati.
E' quindi utile ricordare sempre che noi siamo quello che diventiamo.

sabato 9 febbraio 2013

bene e male


Il modo migliore di combattere il male è fare il bene.

I King

Per poterlo fare è indispensabile sapere qual'è il bene o almeno cercare di intuirlo.
E solo noi possiamo sapere qual'è il comportamento o l'atteggiamento giusto che in una determinata situazione realizza il bene.
Possiamo ascoltare con attenzione le opinioni degli altri, ma alla fine dobbiamo essere noi a scegliere, a decidere in un senso o nell'altro. Ci dobbiamo assumere questa responsabilità.
E lo possiamo fare solamente se ci diamo valore, se pensiamo che ciò che crediamo e sentiamo in un certo momento è la nostra verità e la accettiamo.
E non importa se in futuro ci sembrerà non del tutto corretto o sbagliato ciò che abbiamo fatto, perché in futuro saremo comunque diversi.
Non è corretto giudicare ciò che siamo stati in passato col senno di poi.
Perchè altrimenti la nostra vita è condannata ad una perenne immobilità, più simile alla morte che alla vita, perchè la vita non è e non potrà mai essere perfetta, nè la nostra nè quella degli altri.
Possiamo solo fare sinceramente e onestamente del nostro meglio e continuare a impegnarci per accrescere le nostre energie e la nostra consapevolezza, imparando anche dagli errori che eventualmente commettiamo.

domenica 3 febbraio 2013

fare anima


Fare anima è un espressione del poeta John Keats, ripresa da James Hillman per significare il lavoro di ricerca e di presa di coscienza personale che nasce dal rapporto con la propria interiorità.
Anima e psiche sono concetti molto simili tra loro, anima ha a che fare con animare, animazione, con l'atto di trasmettere contenuti vitali, dinamici e creativi (dal greco anemos, che significa vento).
In quanti modi si può fare anima? Almeno in due: nel rapporto con la propria interiorità, con la ricerca e l'ascolto dei propri contenuti interiori, del proprio mondo immaginale, oppure nella relazione con gli altri, nel mettere in comune con altre persone i contenuti del proprio mondo interiore.
La prima modalità di fare anima è introversa, la seconda è estroversa. Nella prima cerchiamo dentro noi stessi, per acquistare una sempre maggiore consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo, nella seconda ci relazioniamo agli altri, mettendo in relazione con loro la nostra autenticità.
Un gruppo che si proponga di fare anima è costituito da persone che hanno imparato a conoscersi e a fidarsi reciprocamente, che sentono di avere qualcosa in comune, che non hanno paura di esprimere i propri sentimenti e le proprie idee ascoltando quelle degli altri, nel massimo rispetto reciproco. Aprire agli altri la propria anima significa confidare dolori, dubbi, problemi, difficoltà, ma anche speranze, gioie, consapevolezze e scoperte interiori, e condividere ciò che dall'esterno ci ha toccato: musica, canzoni, romanzi, poesie, film, sogni, opere d'arte o pensieri.
Un gruppo che faccia anima insieme è un gruppo aperto alle sollecitazioni dei singoli, è un gruppo che accoglie ciò che i singoli componenti desiderano condividere.
Tutto questo non per arrivare ad una definizione normativa di ciò che è bello, buono o giusto, ma semplicemente per arricchire la propria anima attraverso l'interiorità degli altri. 
E' un esercizio che interroga la psiche, la mette in relazione con stimoli nuovi e permette un dialogo che è ricerca individuale di nuove consapevolezze e trasformazioni grazie alla relazione e al rapporto con gli altri.
Un lavoro che è tanto più possibile quanto più è alto il livello di autenticità raggiunto dai membri del gruppo nel relazionarsi tra loro.