sabato 1 febbraio 2014

elogio dell'amicizia

Nel saggio L'Iliade o il poema della forza, Simone Weil riflette sul tema della sopraffazione dell'uomo sull'uomo, cioè sull'esercizio della forza che "annienta tanto impietosamente, quanto impietosamente inebria chiunque la possieda o crede di possederla". 
C'è un solo farmaco, nota quasi di passaggio, che può fermarla, anche tra nemici mortali: "l'amicizia che sgorga dal cuore".
Disegnandone a perfezione la caratteristica, Simone Weil afferma che "l'amicizia è il miracolo grazie al quale un essere accetta di guardare a distanza e senza avvicinarsi quello stesso essere che gli è necessario come il nutrimento".
E.Rasy

4 commenti:

Renata_ontanoverde ha detto...

E' giusto, l'amicizia sgorga dal cuore a volte non si spiega.

Quando i due nemici si rendono conto di essere due persone normali che il destino ha messo uno contro l'altro contro la loro volontà.
Mi ricorda l'intervista di Mario Rigoni Stern quando descrive come, chiedendo permesso entrò in un isba, durante la campagna di Russia, chiedendo un po' di cibo e fu accolto come un ospite, nonostante vestisse la divisa del nemico.

Dovremmo sempre cercare quanto ci lega e non ciò che ci divide e mette contro.

Maria D'Asaro ha detto...

Significativa, la riflessione di Simone Weil. Condivido appieno poi il commento precedente, che cita un passo stupendo de "Il sergente della neve", libro nel quale Rigoni Stern racconta la ritirata in Russia e l'episodio riferito, appunto, da Renata.
Buona domenica.

Anonimo ha detto...

Concetto molto profondo e importante, ma quanto mai raro da trovare nelle persone che ci circondano...serve più speranza? Forse... O forse basterebbe porsi in maniera più umile e meno pretenziosa, senza esibire l'amicizia e senza cercare vicinanze fasulle... La giusta distanza...forse l'amicizia vera si trova li, alla giusta distanza

lookingfor ha detto...

Riprendo il concetto di Onda e mi chiedo...ma quella "giusta distanza" qual è?
L'amicizia per come la vedo io ha bisogno di nutrirsi di vicinanza e presenza, quantomeno è quello il bisogno primario.Crescere su un terreno comune, condiviso... Poi però mi contraddico da sola, pensando a come l'amicizia vera, e
lo sento molto bene, scavalca ogni recinzione, spaziale, temporale,
umorale. E' qualcosa che "è" presente e vicino,perché è dentro, scalda e non si perde, a prescindere.
Sempre che non si tratti di abbaglio, o -come dice Onda-di vicinanza fasulla.