sabato 28 dicembre 2013

buon 2014

Auguro a tutti un caldo 2014,
pieno di amore e di amicizie,
di relazioni umane feconde e durature.
Di novità piacevoli
e di forza per superare i momenti difficili.
Di gioie inaspettate
e di scoperte nuove.
Di serena accettazione dei nostri
e degli altrui limiti.
Di amore per il proprio corpo
e per la propria psiche.
Un anno dove tutto sia più equilibrato
e le giornate non assomiglino
a un freddo manuale di geometria.

sabato 21 dicembre 2013

buon Natale


Quest'anno mi sento di sottolineare il tema della nascita, rappresentata dall'immagine dei bambini.
Penso a tutto quello che è nato o può nascere dentro di noi, tutti i giorni, in ogni momento.
Penso alla nostra creatività, alle nostre certezze, frutto di duro lavoro o di illuminazioni improvvise, e ringrazio le incertezze, senza le quali non si può crescere.
Penso a chi ama i bambini e ama anche il bambino che è dentro di lui.
E spero che i bambini crescano e diventino adulti, ma che mantengano viva la loro parte bambina: la curiosità, la voglia di scoprire, di sperimentare, di esprimersi in modo diretto, lo stupore, l'ingenuità, la voglia di essere amici e giocare, la fiducia, la fedeltà, la sincerità e l'impegno.


 


mercoledì 18 dicembre 2013

luminarie natalizie


Detesto le luminarie natalizie di colore blu. 
Il blu elettrico è un colore freddo, non trasmette calore, soprattutto se associato al bianco, e solo in una società fredda come la nostra può avere successo. 
Il blu è un colore molto elegante, ma il Natale non è la festa dell'eleganza, è la festa della semplicità e del calore, quindi meglio i colori tradizionali: gialli, verdi e rossi:


Mi sono insopportabili anche le luminarie che si accendono e si spengono troppo rapidamente, perché danno sensazioni frenetiche e veloci come i ritmi ansiogeni della vita di oggi. 
Meglio le luci che si accendono e si spengono cambiando colore lentamente.

domenica 15 dicembre 2013

papà, mamma, io sono qui...




Mi sono imbattuto qui (www.facebook.com/ViaGiacosaAlba?ref=hl) in questa vignetta che ritengo molto significativa. 
Un padre chiede al figlio dove ha sbagliato con lui, ma sbaglia perfino ragazzo, non è nemmeno capace di riconoscere il figlio.

Quante relazioni sono così? Quante volte non riusciamo ad essere veramente in relazione con qualcuno, non lo vediamo per ciò che realmente tenta di comunicarci, accecati dai nostri pregiudizi e preconcetti? Quante volte sappiamo già cosa diremo dopo che l'altro avrà parlato e non ascoltiamo davvero ciò che l'altro ci comunica?

Quanti vorrebbero gridare ai propri genitori: Papà, mamma, guardatemi, io sono qui...

giovedì 12 dicembre 2013

la musica può anche uccidere

Stasera a cena mio figlio mi ha raccontato di un ragazzino di Bologna che, con le cuffiette per ascoltare la musica nelle orecchie, ha attraversato a piedi un passaggio a livello con le sbarre abbassate ed è stato ucciso da un convoglio in corsa perchè non aveva sentito il fischio del treno.

Pochi minuti fa ho letto sul sito di un giornale locale che oggi a Modena una ragazza, sempre con le cuffiette nelle orecchie, ha attraversato una strada non sentendo la sirena di un'autopompa dei vigili del fuoco che l'ha travolta ed ora è in rianimazione all'ospedale.
Forse dobbiamo dirlo ai ragazzi che la musica può anche uccidere.
  

lunedì 9 dicembre 2013

andare per negozi

Mi capita ogni tanto di cercare nei negozi un prodotto ottimo, che uso da molti anni con soddisfazione e sentirmi rispondere dal negoziante: mi dispiace, ma non lo fanno più oppure la ditta che lo produceva ha chiuso, frasi che mi lasciano sempre una sensazione di vuoto. 
L'ultima volta che mi è successo, ho replicato: mi dispiace molto, era un ottimo prodotto e la negoziante, una donna piuttosto anziana, ha aggiunto:  eh, tutte le ditte che fanno degli ottimi prodotti chiudono..., frase che mi ha parecchio abbattuto...
Nel complesso, ho la sensazione che a chiudere siano quelle aziende che fanno prodotti un po' diversi dalla media, da quelli che vanno per la maggiore e che resti in piedi un numero sempre minore di aziende, sempre più grandi, che producono tantissime cose molto simili tra loro, con un effetto complessivo di impoverimento nella nostra possibilità reale di scegliere, un po' come succede per i centri commerciali, che si divorano centinaia di piccoli esercizi e negozietti.

Guardate le insegne dei negozi lungo una strada commerciale: ci sono tantissimi negozi che vendono servizi (banche, assicurazioni, sale giochi, servizi finanziari, parrucchieri e barbieri, agenzie interinali, ecc.) ma relativamente pochi che vendono cose, a parte abbigliamento e telefonini. 
Spesso trovare una ferramenta, una merceria, un negozio di giocattoli, un negozio di alimentari o una macelleria non è così facile.

Per non parlare poi dello scadimento generale della qualità dei prodotti e della loro durata nel tempo: i venditori onesti consigliano quasi sempre di tenere gli elettrodomestici più vecchi, perchè i nuovi sono magari più belli esteticamente, ma si rompono molto più facilmente.

Insomma, nonostante sia vero che in un centro commerciale possiamo trovare tante cose, ho la sensazione che la possibilità di scelta stia restringendosi sempre più. Un po' come i canali televisivi, che si sono moltiplicati, ma che offrono più o meno gli stessi programmi, solo con nomi diversi.