sabato 6 aprile 2013

il cocktail psicanalitico

Ho letto sulla Repubblica di ieri un articolo di Massimo Recalcati su una nuova serie televisiva in onda su Sky, dal titolo In treatment, ambientata nello studio di uno psicanalista (Sergio Castellitto).
Se non ho capito male, in ogni puntata si assiste ad una seduta dello psicanalista col suo paziente di turno. Il programma è un format americano e pare abbia avuto grande successo negli Stati Uniti.
Recalcati fa presente che nel programma non si parla mai né di sogni, né del passato dei pazienti, neanche di striscio: si parla solo dei problemi attuali del paziente di turno, come se il passato e l'inconscio non esistessero.
D'altra parte, il programma sembra soddisfare una curiosità vecchia come la psicanalisi: scoprire cosa succede in quella stanza, cosa viene detto e fatto tra analista e paziente, scoprire come può essere una relazione umana dove chi ascolta l'altro a fini terapeutici non si pone né come giudice, né come confessore, né come amico.
In realtà, nella stanza d'analisi succede qualcosa che riguarda esclusivamente le due persone che ci entrano: se succede qualcosa di terapeutico, ciò è dato dalla relazione, dall'alchimia che si crea tra le due persone presenti: cambiando uno degli ingredienti, il cocktail analitico avrebbe irrimediabilmente un diverso sapore e un diverso profumo. 
E' molto meglio che una persona non sappia niente di ciò che succede ad altri in quella stanza, perché potrebbe solo confondersi le idee e trovarsi ancor più nella nebbia.
Se qualcuno ha qualche curiosità personale e vuole esaudirla, non deve guardare cosa in quella stanza ci hanno fatto altri, perché sono cose che non lo riguardano, né nel bene né nel male; l'unica cosa da fare è entrarci per davvero in quella stanza. Ma può essere impegnativo, come è accaduto ad una persona che ho conosciuto, che andò da un analista perché era sicuro di non averne bisogno e voleva provarlo a se stesso in modo definitivo, dopodiché è entrato e uscito da quella stanza per parecchi anni, rivoluzionando completamente la propria vita.

8 commenti:

Adozioni a Distanza in Indonesia ha detto...

Sempre piu' la televisione vuole entrare dentro la sfera del privato per fare audience e questa cosa non aumenta il sapere , ma pian piano sminuisce tutto. Quanto vorrei assistere ad una televisione che invece presta attenzione a ognuno analizza le cose dando cultura e spessore. Complimenti per il tuo blog e il tuo lavoro.

Renata_ontanoverde ha detto...

Avevo visto tanto tempo fa una puntata del telefilm americano, poi cessato improvvisamente. Non mi era piaciuto granché.

Detesto i telefilm che presentano la parte per il tutto e puntano sulla morbosità della curiosità della gente comune, invece che sulla profondità e sulla difficoltà di vivere la vita!

curlydevil ha detto...

Spero che prima o poi trasmettano il programma anche in chiaro. Io che ho passato molti anni in analisi fin dalla adolescenza, ho un po' nostalgia di certe dinamiche e riviverle per interposta persona, ben sapendo che di fiction trattasi, mi farebbe piacere.

alessandra ha detto...

Ho visto proprio ieri sera due episodi del programma.
Forse perchè mi piace moltissimo Castellito tanto da restare inchiodata a fissarlo con la bocca aperta, o forse perchè mi affascinano i psicanalisti o psicologhi,ho guardato la trasmissione con curiosità ed interesse.
In una seduta c'era una ragazzina che sembrava mia figlia , parlava dei suoi conflitti con mamma e papà, senza sapere che stava parlando proprio di loro. Lo psicanalista le ha chiesto del suo passato, dei suoi sogni, delle sue aspettativa, piano piano ha cercato di penetrare nel suo inconscio.
Il programma mi è piaciuto ed ho persino pensato:-cosa ne penserebbe Giorgio Giorgi?
Stamattina leggo il post e mi sembra di capire che tu non approvi molto questo tipo di programmi, forse la faciloneria con cui vengono trattate tematiche molto importanti tanto da stimolare curiosità quasi morbose , banalizzando la sofferenza della psiche.
Bè, ripeto, mi piace Castellito!

giorgio giorgi ha detto...

@alessandra: io penso che qualsiasi cosa, se è davvero utile, ha un senso. Quindi se guardare questo programma può far riflettere sulla propria vita, a me sta bene.

Paola Tassinari ha detto...

Io non guardo più la TV, non so cosa è bene nè cosa è male, non lo so più,cerco di capire cosa vuole il maledetto che ho dentro di me,mi ha fatto fare cose che le mia ragione non voleva...la mia risposta più sincera è un boh...tutto è tutto e tutto non è, ci arrangiamo un po' tutti di qua e di là,non capisco niente e mi lascio andare all'inconscio collettivo o a forze che agiscono accanto e dentro noi,faccio come un animale, annuso, dal naso d'altronde è nato il cervello.
Buona domenica.

nellabrezza ha detto...

è una ambizione stupida pensare di poter sapere ciò che accade tra le persone, perchè le combinazioni sono moltissime, infinite !!
un programma stupido...

Pierluigi ha detto...

La prossima serie televisiva si chiamerà "Ego te absolvo" e racconterà il dramma esistenziale di un giovane prete alle prese con il suo ministero.