sabato 20 aprile 2013

equilibrio/eccessi

Equilibrio e eccessi: due parole inconciliabili? Non credo.
Ci può essere un eccesso anche nella virtù e non credo che sia buono, come qualsiasi eccesso unilaterale.
Certo, l'equilibrio sta nel mezzo, ma non vuol dire che si debba sempre stare fermi a metà strada.
Voglio una vita spericolata cantava Vasco Rossi, ma a volte fa piacere anche stare un po' tranquilli.
L'equilibrio è fatto di tanti a volte... diversi. E' poter interpretare ruoli diversi, è poter essere bianco ma anche nero, grigio e di mille colori.
Eccedere con equilibrio è possibile? Sì, e significa arrivare fino al limite dell'irreversibilità, dell'univocità, della perdita di contatto con tutto il resto del mondo e con le possibilità diverse. Sperimentare senza annullarsi od omologarsi.

L'eccesso ripetuto è alla lunga monotono, può diventare moda, banalità, standard, oggetto di consumo.
Quando si impara ad andare in bicicletta, si sbanda un po' a destra e un po' a sinistra, prima di trovare l'equilibrio. Ma questo equilibrio permette poi di andare dove si vuole, permette di accelerare, di rallentare, di fermarsi e ripartire, mica di andare sempre alla stessa velocità!

L'eccesso di pulizia è orribile, come lo è l'eccesso di sporco, ma se si sa stare nel pulito come nello sporco, forse si è più sereni.
Momenti di introversione, di solitudine che si alternano a momenti di estroversione, di tuffi nel mondo, possono essere sintomi di equilibrio, se non ci lasciamo sopraffare.
E così è la realtà del corpo, che chiede sonno e veglia, inspirazione ed espirazione, sistole e diastole: eccessi sì, ma solo fino a un certo punto, fino alla soglia dei parametri vitali.
Si può eccedere anche con la libido, ma solo fino a un certo punto.

Allora è solo un problema di non superare i nostri limiti, e i limiti sono diversi da individuo a individuo, da momento a momento. La soglia del limite può essere spostata attraverso l'allenamento, l'impegno, lo sforzo fisico e mentale.
Ma una cosa è certa: solo noi la possiamo conoscere, se ci ascoltiamo, se siamo consapevoli di noi stessi, se non ci buttiamo via per assomigliare o per piacere agli altri.

Credo che molte persone abbiano una vita poco soddisfacente perché cercano la vita nell'eccesso, sempre e a tutti i costi; pensano che l'equilibrio sia una noia mortale, ma sono vittime dello stesso equivoco di coloro che cercano costantemente di essere equilibrati perché hanno paura degli eccessi.
Forse normalità significa anche non avere paura né dell'equilibrio né degli eccessi, ma cercare di vivere anche gli eccessi con equilibrio: un equilibrio dinamico, che si modifichi sempre, che non sia mai perfettamente uguale a se stesso.
Spesso, quando si vive un eccesso, bisogna passare attraverso l'eccesso opposto per arrivare poi all'equilibrio. 




8 commenti:

Renata_ontanoverde ha detto...

La vita è una continua ricerca per raggiungere l'equilibrio ed un continuo lavorare per evitare e non soccombere all'eccesso.
Senza gli eccessi, non si conosce neanche l'equilibrio ed il limite, ma raggiungerlo è molto difficile perché spesso mentiamo a noi stessi e non ci rendiamo conto di perseverare in una via sbagliata, mentre l'equilibrio è relativamente facile da seguire, ma difficile da accettare ;) perché spesso apprezziamo l'equilibrio solo quando lo perdiamo...

Unknown ha detto...

Controllo e Arrendevolezza

due opposti di me che si differenziano , come fossero due vissuti

il controllo mi permette di gestire situazioni critiche o anche il nuovo che temo , seppur la curiosità mi è compagna

l'arrendevolezza dei giorni neri , mi permette di accogliere e raccogliere istintivamente
e qui io mi ritrovo libera, di dare senza la necessità di un riscontro positivo
e raccogliere quel che il fato mi invia , ignara e serena

l'equilibrio per me è un punto indefinito dal quale vado e vengo come in una porta che ruota tra ingresso ed uscita , senza sosta

niki

Lorenzo ha detto...

Non pretendo di trovare l'equilibrio. Mi accontento di non cadere.

Anna ha detto...

Io prima esageravo in tutto, poi dopo all'opposto mi sono rinchiusa in casa. Ora sto cercando un equilibrio.

Paola Tassinari ha detto...

Io faccio quello che mi va al momento, non giudico, mi giudico ma poi do un'alzata di spalle...con fatica e dolore ho chiuso con gli stereotipi, ascolto il mio inconscio collettivo,che in fondo è molto uguale a quello degli altri, con una differenza sono sincera con me stessa, mi consolo da me, e mi perdono, in fin dei conti ho sempre perdonato tutti, potrò pur farlo con me stessa, ma tante persone non ce la fanno anche se dicono di sì, non si perdonano.

Romina ha detto...

La normalità e l'equilibrio intesi in senso assoluto non esistono. A me piace parlare degli effetti positivi della "moderazione" in tutto. La persona saggia cerca di essere moderata anche nei piaceri, perché sa che l'eccesso convulso comporta una disgregazione della personalità e la perdita della libertà. Non si è liberi, infatti, quando si dipende dalla ricerca spasmodica di piaceri o di esperienze "estreme" di qualsiasi tipo. Il saggio non vuole ridursi al rango di una bestia incapace di moderare i propri istinti, rendendosene patetico schiavo. Questa è anche un'etica laica, se ci si pensa bene.

La moderazione ovviamente non è quantificabile e non può essere calcolata in una formula universalmente valida, ma è qualcosa cui ciascuno può fare appello, di volta in volta, in base agli accadimenti della propria esistenza e alle proprie necessità contingenti. Per fare ciò, occorre essere allenati alla riflessione razionale o aver raggiunto quel buon senso che, anche senza ragionamenti complessi, fa capire la follia della ricerca degli eccessi a ogni costo. Conta anche la predisposizione personale, sulla quale riflessione ed esperienze di vita innescano un circolo virtuoso.

curlydevil ha detto...

Il concetto di eccesso secondo me è molto relativo. Se seguo la mia natura e le mie vere necessità senza reprimermi né voler strafare a tutti i costi, avrò il mio personale equilibrio e poco importa se ad un'altra persona sembrerò vivere nell'eccesso,o al contrario sembrerò troppo prudente.

arnicamontana ha detto...

è un mestiere che si impara vivendo l'equilibrio! Bello il commento di Lorenzo :-)
un caro saluto Giorgio