mercoledì 3 ottobre 2012

il mare che abbiamo dentro

"Miranda-The Tempest" - J.W.Waterhouse (1916)
In un giorno d'agosto guardavo il mare da un altura e riflettevo sulla più basilare differenza tra mare e montagne: sempre orizzontale il primo e sempre verticali le seconde; le montagne che puntano al cielo e il mare che ricopre come una pianura la superficie terrestre.
C'è chi ama solo il mare e chi ama solo le montagne; io amo entrambi i paesaggi, amo le loro caratteristiche naturali così diverse.
Quel giorno ero davanti al mare e questo smisurato mare che avevo davanti, mi ha fatto pensare a quante volte il mare, con i suoi simboli, è comparso nei miei sogni e in quelli dei miei pazienti: il mare che abbiamo dentro.
Viandante davanti al mare di nebbia - D.F.Caspar (1818)
Il mare nei sogni può essere calmo o tempestoso, l'acqua può essere chiara e trasparente oppure scura e torbida. Nel mare si possono nascondere preziosi tesori o terribili pericoli. Il mare può inghiottire e uccidere oppure può essere strumento di gioco e divertimento.
Dove l'acqua è alta bisogna saper nuotare per stare a galla, oppure trovare un appiglio che ci sostenga e ci salvi. Ci sono tratti di mare sicuri e altri pericolosi.
Poi c'è la riva del mare, la zona di confine tra il mare e la terra, uno spazio in cui spesso ci si ritrova e in cui accadono peripezie di ogni tipo: il mare che improvvisamente si ingrossa e ricopre la terra, la ricerca di un punto riparato e sicuro da cui osservare il paesaggio...
Il mare tempestoso e pericoloso può rappresentare bene tutte quelle forze negative che vorrebbero inghiottirci, togliere di mezzo la nostra vera personalità, annullarci e farci scomparire, mentre il mare calmo e senza pericoli può simboleggiare la nostra capacità di lasciarci andare con gioia, di non stare sempre coi piedi piantati sulla terra, di tuffarci in territori sconosciuti e profondi della nostra anima con la capacità di esplorarli e riemergere più ricchi di conoscenza e consapevolezza.
Ricordo ancora con chiarezza la prima volta che, tanti anni fa, mi misi la maschera e guardai sotto la superficie del mare: rimasi senza fiato. Sotto di me un fondale profondo con piante, pesci piccoli sotto la superficie e pesci sempre più grandi man mano che il mare si faceva più profondo. Pensai con meraviglia e stupore che sotto la superficie del mare c'era tutto un mondo, una parte della vita che io non conoscevo.
E' bello nuotare e giocare nell'acqua, così come è bello andare a passeggiare lungo i sentieri di montagna, a patto che non ci si vada a cacciare nei guai, che non si sopravvalutino le proprie forze e che si porti rispetto e un sano naturale timore per le forze della natura, uniti a una sana consapevolezza delle proprie energie e capacità.

11 commenti:

Pierluigi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nellabrezza ha detto...

...anch'io ho indossato la maschera solo pochi anni fa, ed anch'io ho provato uno stupore ed una meraviglia simili alla tua...e la scorsa estate ho rinnovato la magia, e addirittura mi sono spinta addirittura nel buio di una grotta marina ! è stato difficile sai? passare dalla gran luce alla tenebra, con grandi scogli affioranti contro cui dovevi spingerti... io sogno sempre il mare, anche in tempesta, e minaccioso e pauroso...ma non affogo mai, almeno di ciò sono contenta.
Gran bel post, trasmette una grande serenità, grazie !

Paola Tassinari ha detto...

...per chi non ha paura

Renata_ontanoverde ha detto...

Spesso quando nuoto mi sorprendo della capacità del nostro corpo di galleggiare e di quanto poco ci voglia per restare a galla, ma anche nello stesso tempo, se presi da panico, quanto poco ci voglia a rompere il nostro equilibrio e se lasciamo che nella nostra mente prenda sopravvento il panico, come sia difficile tenersi a galla.

Anch'io, essendo di Trieste, una città particolarissima, amo sia il mare, che i monti. Noi monti non ne abbiamo, sono vicini, vicinissimi li possiamo vedere in certi giorni di atmosfera limpida: di fronte a piazza unità si ergono all'orizzonte le prealpi friulane con il massiccio del monte Cavallo. Alle spalle della città nella vicina Slovenia abbiamo le terribili Alpi Giulie, che hanno fatto più vittime del massiccio dell'Himalaia.

Eppure vedi Trieste sorge su delle colline e l'altopiano Carsico su cui si estende la provincia ha delle asperità alpinistiche di tali difficoltà che il C.A.I. le usa come scuola d'alpinismo: perchè a 300 metri s.l.d.m. puoi trovare un 7° grado! Chiaro che eventuali cadute hanno un impatto inferiore, ecco perché la scelta per la scuola.
Ci sono poi cavità enormi, la gioia degli speleologi, sia a livello del terreno, che sviluppa in superficie, che sotto terra, svelando un mondo fantastico, con il mitico proteo, roseo e cieco, che sguazza nelle acque sotterranee.

Forse è questa la peculiarità di Trieste : una città a tutto tondo, a misura d'uomo, dove lo spirito si può irrobustire, può esplorare.
L'immensità del mare, la profondità del grembo della terra con le luccicanti stalattiti e stalagmiti, ma anche le colline con rocce, asperità e vie facili o difficile a seconda del momento o della situazione che vuoi o che puoi affrontare.

La vita è la propria scelta del nostro percorso. Penso che più sperimentiamo luoghi diversi, situazioni disparate, più arricchiamo la nostra mente e la nostra anima di esperienza.

Ma quello che più conta, come hai ben sottolineato E' IL RISPETTO, che dobbiamo avere verso di essa, perchè qualsiasi "ambiente" può essere pericoloso, ma qualsiasi ambiente pericoloso può essere anche meraviglioso e darci tanto, se lo approcciamo con il dovuto rispetto!

giorgio giorgi ha detto...

@renata: grazie per il racconto-immagine di Trieste che hai condiviso, molto poetico e, credo, impossibile da trovare su una qualsiasi guida turistica.

nellabrezza ha detto...

ha scritto nulla sull'autostima e di come si colleghi alla stima, nei rapporti umani ?

giorgio giorgi ha detto...

@nellabrezza: No, ma è un argomento interessante.
Però non ho capito bene se la stima di cui parli è la stima degli altri per noi,la nostra per gli altri o entrambe.

Ivana ha detto...

Un post rilassante,
guarderei per ore verso la linea dell'orizzonte ,l'infinito .Dà una sensazione che non riesco bene a descrivere , un senso di pace e di speranza. Anche il moto delle onde , con la sua musica ,a volte dolce , altre secca oppure vivace... Non ho il mare proprio vicinoma me lo porto dentro , lo sogno spesso, calmo e limpido ,a volte leggermente mosso ,qualche volta anche di notte ,perciò è scuro, ma poi viene presto la luce.

Nella Crosiglia ha detto...

Mare o montagna, calmo o mosso, tempestosoo tranquillo, silente o buia..... tutto quello che è natura mi affascina irrimediabilmente
Mi fa sentire così piccola, così granae , così protetta e così inerme....

Anonimo ha detto...

il mare...è un cielo fatto d'acqua, rispecchia i sogni e si confonde alle lacrime...
Michiamodame

Anna ha detto...

Nell'ultimo mese il mare è spesso presente nei miei sogni.