sabato 25 febbraio 2012

la paura di aprirsi alla vita

Veliero farfalla di Vladimir Kush
L'eros, inteso come slancio vitale, come apertura alla vita, è difficilmente separabile dalla paura.
Paura di perdere il quotidiano, con tutte le sue tranquille certezze, paura della trasformazione, paura di andare verso nuove e sconosciute esperienze.
A me pare che, in questo senso, la nostra società sia in generale poco erotica: predomina la difesa, la conservazione dell'esistente e l'eros viene vissuto o nella sua dimensione fisica, spesso strumentalizzata e terreno di lotte per la conquista del potere, o nella sua dimensione spirituale. Ma l'eros non è nè l'una nè l'altra cosa, è l'una e l'altra insieme; Eros è il dio che scaglia le frecce nella carne, ma ha in sè anche il divino.
Ciò che favorisce più di ogni altra cosa l'incontro con il proprio eros è la relazione con persone che vivano la vita in modo passionale oppure l'ascolto di quella forza vitale interiore che ci spinge ad andare là dove abbiamo paura di andare, dove non siamo mai stati, fuori dalla strada che conosciamo bene.
Come diceva Oscar Wilde: il vantaggio delle emozioni è che ci portano fuori strada. 
Concerto di Caravaggio
Chi vuole il controllo sugli individui fa di tutto per evitare di lasciare loro tempo libero, tempo vuoto, perchè proprio lì potrebbero incontrare il proprio personale eros, sotto forma di fantasie, di inquietudine, di immaginazione e creatività: meglio vendere, per il loro tempo libero, le immagini di un eros preconfezionato, mercificato, sterilizzato, catalogato, privato del suo potere trasformativo.
Come dice un personaggio de "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij, che parla di come mantenere il potere sul popolo: "Sì, noi li obbligheremo a lavorare, ma nelle ore libere dal lavoro daremo alla loro vita un assetto come di giuoco infantile, con canzoni da bambini, cori e danze innocenti".

17 commenti:

alessandra ha detto...

"la paura di aprirsi alla vita", forse non saper vivere l'eros, l'amore sensuale, ascoltare le vibrazioni del proprio corpo è sintomo di paura? Non sempre direi, troppi fattori agiscono sulla capacità di vivere appieno la propria sfera sessuale ed erotica. l'educazione, la cultura, il percorso di vita.
Come giustamente hai fatto notare l'eros non si vive nella mercificazione di un corpo, dietro ad un privè o altro, la perfezione non indica trasporto in tal senso.
Porto come al mio solito un esempio: Sto leggendo un romanzo che evidenzia proprio questo aspetto dell'eros.
Uno scrittore compie un viaggio fino ad Haiti per trovare un'ispirazione, non la trova nel lussuoso Hotel dove gli vengono offerte le donne più belle per notti piacevoli, non riesce a trovare spunti nemmeno nel paesaggio.
Ad un certo punto al mercato incontra "una servetta" ha la pelle scura, due grandi occhi in un viso semplice e pulito, porta degli orecchini sottratti alla sua padrona che stridono con la poverissima tunica che indossa ed i miseri sandali. I due si sentono attratti, lui le guarda le magre gambe scure, lei non capisce cosa la attiri in quell'uomo molto più grande di lei, lui ha un'erezione dopo tantissimo tempo e gli sopraggiunge l'ispirazione.
Mi sembra che il tutto nasca da un desiderio, che l'eros nasca da una forma d'amore e non può scindere da essa.

Massimo Caccia ha detto...

Veramente interessante. Devo ammettere che la tua analisi è rispondente alle osservazioni che conduco su me stesso e chi mi sta attorno. Fa piacere leggere (ed incontrare, anche se solo virtualmente) persone con le quali si possono condividere affinità di questo genere.
Buona giornata.
Massimo

alessandra ha detto...

Sempre io,mi hai ispirata per un post perchè scrivere solo un commento mi sembra poco, ho ancora tante cose da dire sull'argomento, spero non ti dispiaccia che io faccia la copiona.
Buon fine settimana

cristina ha detto...

è molto interessante questo tuo post, davvero uno spunto riflessivo che mi fa battere il cuore più velocemente;-)io sono attratta da quella parte di ma che mi fa paura...anche se spesso non lo voglio ammettere...

Paolo Falconi ha detto...

L'importanza del tempo perso o dell'ozio, per avere modo di rifletter, riscoprirsi, esplorare ... avere tempo per scoprire altro tempo gravido di altre possibilità

Costantino ha detto...

Parole molto condivisibili.
Paura di perdere o solo mettere in discussione ciò che si ha,paura del prossimo (Homo homini lupus).

nellabrezza ha detto...

Tanto tanto lavoro, per fare tanti soldi con cui comprare cose, e donne (e uomini) a pagamento, da consumare proprio come oggetti. Mi sembra che la nostra società spinga proprio in quella direzione.
Ma per fortuna molti siamo immuni...:-)))
La passionalità mi è stata sempre rimproverata come sintomo di mie frustrazioni ed insofferenza...e invece c'era del buono?

Paola Tassinari ha detto...

Un post veramente interessante...Eros ha due frecce, una per l'amore una per l'odio,Marcuse pensava che i tempi fossero pronti per lasciare più libero l'uomo...il punto, almeno per me, è che non si può essere liberi senza ferire qualcun altro, è lì che scatta il difficile come seguire la freccia d'oro senza seguire anche la freccia di piombo.
Ciao.

giorgio giorgi ha detto...

Ho modificato il modulo commenti perchè qualcuno aveva delle difficoltà a lasciare i commenti. Se i problemi persistono, fatemelo sapere.

iriselibellule@gmail.com ha detto...

Nella mia vita c'è anche il rimpianto di non aver saputo vivere pienamente questo aspetto , lo spero per le mie figlie . Sì l'Eros avvicina al divino , è divino , ricordo quando lessi Per chi suona la campana , Robert Jordan e Maria quando facevano l'amore perdevano quasi i sensi , si sentivano cadere ...

Sandra M. ha detto...

Ogni tanto ripenso, oggi più di un tempo, a ciò che "è stato" e riconosco che certe scelte dei miei 17..18 anni hanno risentito di quello che tu descrivi come "...aura di perdere il quotidiano, con tutte le sue tranquille certezze, paura della trasformazione, paura di andare verso nuove e sconosciute esperienze.." E può essere angosciante la conseguente domanda "come sarebbe andata se..." ...cerco di non pormela troppo spesso.
L'educazione al "tempo vuoto" credo sia fondamentale e anche poco considerata. Quando ancora insegnavo, alle elementari, notavo come sempre più negli ultimi anni fosse difficile per molti i bimbi godere del tempo libero, quello VERAMENTE libero: molti sono come persi se nessuno li "organizza".

Sandra M. ha detto...

P.S.: GRAZIE per la modifica al modulo dei post.
:O))))

Sandra M. ha detto...

P.S.n°2: quel veliero di Kush alimenta l'ossigeno necessario per respirare...è magnifico!

tittidiruolo ha detto...

ora si commenta molto meglio..sì. Grazie.

Ancora una coincidenza..il dominio sulle persone si ottiene anche togliendo loro il tempo creativo.. poco fa una discussione riguardo a questa tesi, che è anche la mia convinzione..

Pierluigi ha detto...

Paura, un sottile piacere.

Anonimo ha detto...

Per controllare l'inquietudine degli individui abbonda la pornografia col sesso addomesticabile e consumistico che con l'energia di Eros ha davvero poco a che fare.

Recidiva ha detto...

A tale proposito mi viene in mente:
"La società dello spettacolo" (G. Debord)
"1984" (G. Orwell)
"Metropolis" (F. Lang)
La teoria di Winnicot sul gioco e sul ruolo poi.
Marx
Il movimento dadaista.

Ma a voler tornare alle origini...
ci hanno tolto il dionisiaco, la danza, c'è rimasto solo il balletto.