sabato 28 gennaio 2012

simboli: il giardino

Un detto orientale recita:

Se vuoi essere felice qualche ora, bevi vino;
se vuoi essere felice qualche anno, prendi moglie o marito;
se vuoi essere felice tutta la vita, coltiva un giardino.

Dunque, la cura del giardino come passaporto per la felicità, che sembrerebbe non essere conseguenza del piacere, ma del prendersi cura di un giardino con affetto, sentimento ed impegno.
Chi si prende cura si accolla anche preoccupazioni e affanni, accoglie e accetta anche quelli.
E allora perchè collegare la felicità alla cura di un giardino? Forse perchè il giardino è un simbolo della vita.
Un giardino è limitato, ha dei confini, come è giusto e naturale che li abbia anche la nostra vita; nel nostro giardino possiamo cercare di mettere le piante che ci piacciono di più, creando scenari, paesaggi e rapporti tra colori e forme, nello stesso modo in cui ogni giorno cerchiamo di modellare la nostra vita nel modo che sentiamo più autentico.
Il giardino va curato quotidianamente: bisogna innaffiare, concimare, pulire, potare, proteggere dal troppo sole e dal troppo freddo le parti più sensibili; non si può abbandonare la cura del giardino per troppi giorni, altrimenti le piante muoiono. Allo stesso modo ci dobbiamo prendere cura quotidianamente del nostro corpo e del nostro spirito, con affetto e benevolenza.
Nel giardino si cerca di curare le parti malate e si può anche modificarne qualche settore, proprio come a volte ci capita di fare nella nostra vita.
V.Van Gogh: Il giardino dell'ospedale di Arles (1889)

Osservando il nostro giardino, vedremo il susseguirsi delle stagioni e il ciclo vitale delle piante e degli animali; osservando noi stessi possiamo vedere giorno per giorno le naturali modificazioni del nostro ciclo vitale.
Come con il giardino dobbiamo fare anche con la nostra vita: vedere con chiarezza i nostri confini, seminare, zappare, vangare, piantare e strapiantare con cura; osservare la vitalità che a volte si mostra negli angoli più nascosti delle nostre giornate.
Inoltre bisogna fare attenzione ai parassiti, che rischiano di distruggere il nostro lavoro creativo, nel giardino come nella vita.
E, anche se abbiamo steso le reti protettive, dobbiamo sempre confidare che dal cielo non scenda una grandinata così forte da danneggiare irrimediabilmente le nostre piante.




15 commenti:

alessandra ha detto...

ricordo una lettera in cui mi veniva scritto di smettere di rincorrere una determinata farfalla, che coltivassi il mio giardino e così sarebbe stata lei ad arrivare.
Non ebbi una reazione positiva, mi ribellai, mi venne il desiderio di fuggire da quel giardino che ero io, mi sentivo soffocare come chiusa in una delimitazione di terreno. Guardavo gli uccelli, ah, quelli si che volavano alto nel cielo, che migravano!
Non mi è facile commentare in due parole, mi verrebbe da dire tante cose come un torrente in piena alla fine dell'inverno quando si scioglie la neve, ma cercherò di essere succinta.
Mio figlio in primavera con tanto amore prepara giardino e orto, ad estate avanzata arriva la desolazione perchè i suoi sforzi sono compensati da parassiti di cui nessun veleno sembra efficace, malattie strane sulle verdure, e così vedi l'erba infoltirsi intorno alle piante. Un giorno mi disse:- io mi sforzo, mi sforzo come nella vita, con rigore e disciplina, con costanza, ma sia il giardino che la vita mi rispondono così, che rispondere?

giorgio giorgi ha detto...

Forse bisognerebbe chiedere a qualche anziano contadino che, grazie alla sua esperienza, conosce rimedi utili.
Quanto a te, il tuo desiderio di volare mi sembra legittimo, a patto che non significhi fuggire da te stessa, ma esprimere appieno te stessa e la tua creatività.

Rossland ha detto...

Il giardino è quanto di più vicino, come metafora, a ciò che mi definisce.
Non solo per la simbologia già da lei ben sintetizzata, ma per quel valore - per me fondante - di stretta relazione - fisica, concreta e quindi spirituale, con la Terra.
E con il Cielo, quello dello Spirito e dell'Invibile; e quello fisico, con le sue nubi, la pioggia, il sole, la nebbia, l'azzurro e la notte.
Da quando abito in questa piccola casa, dotata di un giardino della stessa metratura, mi trovo spesso a considerare che anche in questo c'è relazione con ciò che sono: uguale spazio fra il fuori e il dentro, con le mie stagioni emotive e fisiche - primavera, estate, autunno, che mi chiamano progressivamente a prendermi cura del fuori e quelle - inverno - in cui sembro precipitare nella cupezza prolifica delle riflessione, dei ripensamenti e del dolore.
Per trovarmi, appena la temperatura e la luce iniziano a cambiare, a riscoprire ogni volta che il faticare in giardino è una delle dimensioni in cui trovo maggiore senso di integrazione e armonia con me stessa.

iriselibellule@gmail.com ha detto...

La metafora del giardino (diceva un mio amico : metà fora metà dentro)va integrata un pochino, secondo la mia esperienza . Il giardino si fa molto da solo,lo governano le condizioni esterne , luce temperatura, terreno ecc. e questo fa sì che ci viva bene solo ciò che vi si adatta, un giardiniere deve anche lui adattarsi, e smettere di desiderare ciò che è impossibile per quel luogo, accettarne la particolare e unica bellezza,a volte molto lontana da quella che aveva sognato o immaginato all'inizio . Faccio per dire che magari uno voleva un giardino di ortensie e si ritrova felice in un giardino di lavande e rosmarini .Comunque il giardino, lo testimonio di persona , offre una felicità piccola e quotidiana che guarisce ed anche una grande scuola di vita , favorendo l'introspezione e la meditazione.Mi dispiace per il figlio della signora qua sopra che non trova le misure per il suo spazio verde, ma nel giardino ci sono anche molte rinunce e periodi oscuri, vedi il mito di Proserpina, che io cito sempre perché verissimo.

giorgio giorgi ha detto...

Condivido la tua integrazione e ti ringrazio.

Renata_ontanoverde ha detto...

Quando abitavo in una casa con il terrazzo avevo tantissimi fiori e piante, fino all'arrivo di mio figlio, che le annegò nell'imitarmi. Dedicarmi alla pulizia ed alla cura del mio piccolo giardino, mi calmava. Riordinare, sarchiare concimare periodicamente erano delle azioni rivitalizzanti, al contrario di Vitamina accudirlo mi svuotava la mente : solo alla fine quando mi rivolgevo di nuovo ai miei problemi affioravano le soluzioni giuste.
Le cure che riversiamo su piante fiori e la terra vengono ripagati con tanta gioia, di vederli crescere, sbocciare : per questo il legame con il nostro giardino fisico è la dimostrazione che almeno alcune delle nostre azioni realizzano un successo immancabilmente, con rare eccezioni.
Per il figlio di Rossland consiglio un libro di bio-dinamica, che potrà suggerirgli i rimedi più semplici e sani per i problemi del suo giardino.
Il giardino interiore invece è la nostra anima che spesso trascuriamo riversando la nostra attenzione troppo all'esterno, troppo a voler diventare ciò che vorremmo essere trascurando le nostre doti fino ad annullarle per diventare brutte copie di mediocri standard.

Paola Tassinari ha detto...

Tanti anni fa, ho fatto un giardino da un terreno povero e sassoso, ho lavorato e sudato tanto, poi ho capito che occorreva troppo impegno, la voglia di giardino, anche se nel frattempo era diventato rigoglioso, è sparita, qualcun altro se ne occupa e io ho deciso che è meglio il cemento.
Buon fine settimana di sole e di fiori.

Rossland ha detto...

Temo vi sia una svista: non ho alcun figlio, a parte un albero, che considero tale ma non ho citato nel mio commento per rispetto della privacy dei minori (non ha che 11 anni, capisci?).
Scherzo (non sull'albero, però...)

giorgio giorgi ha detto...

In effetti Renata si riferiva al figlio di Alessandra, grazie della precisazione.

alessandra ha detto...

Grazie, volevo più che altro far notare la simbologia del giardino vista dagli occhi di una adolescente. Alex, mio figlio aveva due nonni con una grande passione della terra, trasmessa anche a me e coltivata da mia sorella, lei usa le braccia io la testa, scherzo!Potrei aiutarlo io con tutte le veschiche che mi ha fatto fare papà per ottenere di andare in campeggio, lunghi filari d'erba da estirpare e fagioli da impiantare nei buchini. Così ,fra casa, negozio, pittura, figlia tredicenne da inseguire mi limito a qualche consiglio.Perdona l'espansione fuori dall'argomento. Sul punto più importante, di non perdermi di vista mentre volo c'è sicuramente molto da discutere e dire,forse farò un post. Buona domenica

Sal ha detto...

:-)

rosso vermiglio ha detto...

Ora capisco la mia attrazione per quel pezzetto di giardino che ho davanti casa. :)
C'è un senso in tutte le cose, anche se spesso ci sfugge di coglierlo.
Devo strare più attenta ai parassiti, credo siano proprio quelli a rendermi diffile la vita

Renata_ontanoverde ha detto...

ops, giusto! Alessandra, che svista 8)

il monticiano ha detto...

"confidare che dal cielo non scenda una grandinata...". Appunto: che non arrivino malanni da danneggiare la vita dell'essere umano.

ele ha detto...

eh ma troooppee preoccupazioni !!! il sole e il vento e la pioggia sono eventi che bisogna accogliere con semplicità... il giardino concluso, limitato e delimitato non va mica bene ! un pò di germoglio e rigoglio naturale ci vuole !!!