martedì 13 dicembre 2011

lo stalking: l'altro è mio per sempre

Per stalking si intende normalmente il comportamento di chi è stato lasciato dal partner e lo perseguita in continuazione con telefonate, sms, appostamenti sotto casa, inseguimenti in auto, ecc.
La motivazione di questi comportamenti è quasi sempre il fatto che chi è stato lasciato non riesce a staccarsi affettivamente dall'ex-partner, non accetta che egli sia ritornato una persona completamente libera. Rimane fortissima la speranza di un ripensamento dell'altro, con continue sollecitazioni, costituite nei casi meno gravi da vari tipi di blandizie e in quelli più gravi da minacce e violenza.
Il dato di fondo sempre presente è, comunque, che una persona non accetta che l'altro non lo ami più e che possa amare un'altra persona.
Il nucleo patologico profondo dello stalker è il sentimento di possesso che egli ha nei confronti dell'ex-partner, come se costui fosse una parte del proprio corpo e della propria anima, che ovviamente non hanno il diritto di abbandonarlo e diventare autonomi.
Come raccontava Romina in un commento al post precedente, questo sentimento di possesso può esistere anche se non c'è stata tra i due una vera e propria relazione, perché a volte lo stalker identifica una persona concreta con il proprio partner ideale e non accetta che qualcuno gliela porti via: deve rimanere libera da vincoli, a sua sola ed eterna disposizione, perchè la identifica come sua.


Questo meccanismo patologico può, in casi gravissimi, degenerare fino all'uccisione dell'altro; il ragionamento è: o per sempre con me o di nessuno mai.
Per cercare di riconoscere questi soggetti bisogna rivendicare, fin dall'inizio di una relazione, spazi naturali di libertà personale e vedere come l'altro reagisce. Se ci si rende conto che per l'altro il bisogno di controllarci e averci sempre al suo fianco cresce oltre limiti normali, bisogna valutare attentamente la situazione.

Nel caso in cui siano già cominciate le molestie, occorrerà mantenere un atteggiamento di distacco assoluto, di chiusura totale delle comunicazioni, perché qualsiasi attenzione, qualsiasi frase, qualsiasi momento dedicato al dialogo con lo stalker, può venire da lui interpretato come il segnale di un cedimento alle sue aspettative, un incoraggiamento alla sua attività molesta.
La maggior parte degli stalker sono maschi, ma esistono esempi anche al femminile.
Credo che questa patologia ci debba fare riflettere sull'importanza di stabilire relazioni che non siano all'insegna del possesso dell'altro e della identificazione dell'altro come parte di noi stessi.
L'altro è sempre un altro: non è mai una parte di noi (anche perchè altrimenti non sarebbe possibile nessuna relazione realmente autentica, dialogica e paritaria).

8 commenti:

❀~ Simo ♥~ ha detto...

Giorgio, ci sono molti casi di stalking ma la cosa importante è non rinchiudersi in noi stessi ma chiedere aiuto altrimenti ci faremo del male senza accorgercene

Renata_ontanoverde ha detto...

quando l'avere prevale sull'essere!

Saucy Siciliana ha detto...

Bellissimi post, mi piace sopratutto quello sul narcisismo, mia figlia conosce qualcuno, glielo devo far leggere. Ciao, ti seguo da Roma. Hai qualche consiglio per chi ha paura di volare? (Io) da 15 anni non prendo l'aereo perchè soffro di claustrofobia.

pierangela ha detto...

Ciao Giorgio, è sempre un piacere leggere i tuoi post.
buona serata.

olgited ha detto...

Deve essere una situazione terribile!Buona serata!OLGA

Romina ha detto...

Nel caso in cui siano già cominciate le molestie, occorrerà mantenere un atteggiamento di distacco assoluto, di chiusura totale delle comunicazioni

Hai fatto bene a sottolinearlo. Troppo spesso, infatti, questo fenomeno viene sottovalutato e si può pensare, sbagliando, che sia possibile avere un "chiarimento" con il persecutore.

No, non esiste alcuna possibilità di dialogo con chi agisce così, perché è evidente che, chi si comporta in questo modo, ha un'anomalia psichico-caratteriale con cui non si deve scherzare.

Ho usato il termine "anomalia" non a caso ma per cercare, se possibile, di essere precisa. Esistono infatti persone con autentiche disabilità mentali che, in quanto macroscopiche, sono evidenti e non presentano problemi di identificazione.

Esistono poi individui, invece, in grado di intendere e di volere, ma caratterizzati da qualche anomalia: in loro, certe caratteristiche, che sono tipiche di tutti gli esseri umani (sadismo, senso di possesso, gelosia, ecc.), diventano abnormi. Ecco, questi soggetti sono potenzialmente pericolosi.

alessandra ha detto...

Sto pensando al poeta Kahilil Gibran, alle parti in cui dice che nell'amore un albero non può vivere all'ombra di un altreo, siate due colonne di uno stesso tempio per poterlo sorreggere, le due sponde di uno stesso fiume, mai una sola cosa.

anche la cultura e mentalità del passato, di secoli direi ha inciso moltissimo su questo senso di possessoo da parte dell'uomo, le nostre madri hanno contribuito in questo nel giustificare una sorta di servilismo da parte delle donne. Servirà moltissimo tempo per debellare una mentalità che fa emergere tutte le deboleze e frustrazioni del maschio non più dominante e delle donne afflitte da dipendenze affettive.Sempre di patologie si tratta.

Anonimo ha detto...

È vero non bisogna cadere nella trappola. Purtroppo lo vissuto e lo sto vivendo sulla mia pelle.. Sono un uomo e da un anno e mezzo combatto con una pazza che mi segue ovunque . mattina sera e notte.. Mi sono ritrovato un disegno del mio volto appeso sulla macchina... Sms telefonate minacce.. Purtroppo quando capita ad un uomo è sempre diverso... Sono diaperato