giovedì 10 novembre 2011

psicoterapia e poesia


Foto di Monika Bulaj
 Se c'è una cosa che ho imparato in tanti anni che faccio lo psicoterapeuta, è che il mio lavoro ha molto a che fare con la poesia, il mio lavoro è soprattutto poesia.
Essere in relazione con un altro essere umano, cercare di sentire i suoi bisogni, i suoi tempi, i suoi ritmi: una specie di metrica umana, un dialogo che si dipana come i versi di una poesia.

Due cuori che battono vicini: uno che soffre e cerca la strada per stare meglio, e l'altro che ascolta e si ascolta, cercando strategie e percorsi possibili per giungere al superamento di uno stato di impasse esistenziale.
Sbloccare l'immaginazione, riuscire a immaginare il paziente mentre vive la sua esistenza in modo più autentico, più sereno e sicuro di sè, finalmente liberato da timori, paure e sensi di colpa.
Restare nella relazione, farsi carico delle paure dell'altro, accoglierle senza svalorizzarle e senza dare risposte superficiali, affrettatamente rassicuranti.
Esserci, continuare ad esserci anche quando il paziente manifesta il suo dolore profondo, la sua disperazione, i ricordi che fanno soffrire di più.
Fare sentire che non si ha paura, non perchè si usano tecniche di autocontrollo, ma perchè, anche se si teme la possibilità del naufragio, la speranza è comunque più grande ed è basata su percezioni interiori forti e precise.
Psicoterapia come poesia: a volte tragica, quando il percorso psicoterapeutico si interrompe o non riesce ad avviarsi, a volte epica, quando si lotta e si battaglia per raggiungere un obiettivo che si sente a portata di mano ma che è difficile da realizzare, a volte comica o ironica, quando si ride insieme come amici di lunga data.
Senza perdere mai la consapevolezza che è vero che i pazienti possono stare meglio grazie al rapporto con lo psicoterapeuta, ma è anche vero che lo psicoterapeuta senza i suoi pazienti non potrebbe fare il proprio lavoro.
E senza dimenticarsi che, una volta uscito da quella stanza e da quel ruolo, lo psicoterapeuta diventa simile ai suoi pazienti: una persona che vive la loro medesima condizione umana, un verso tra gli altri versi, in quella antichissima e attualissima poesia che per tutti è la vita.    

9 commenti:

Sandra M. ha detto...

Eccomi...
:O)

TrecceNere ha detto...

Amore e Psiche non si raccontano senza Poesia.

Graziana ha detto...

Un lavoro sempre nuovo, complesso ma creativo; senza ricette assolute, ma aperto al poliverso umano, null'altro che poesia, per l' appunto. Serena domenica:)

Soffio ha detto...

Alla grande Giorgio !!

horror vacui ha detto...

Forse dovremmo far diventare tutti i mestieri "poesia"...

beppe ha detto...

...un tuo ' passo' mi ricorda una frase bellissima di JOHAAN WOLFGANG GOETHE : "Tratta le persone come sono ed esse lo resteranno. Trattale come dovrebbero essere , ed esse lo diventeranno." ... quando dici e' bello immaginarle quando i loro dolori saranno finiti ,e' pura poesia ...una magica poesia ...

giorgio giorgi ha detto...

@beppe:
la frase di Goethe che hai citato è bellissima; grazie per avermela fatta conoscere.

UIFPW08 ha detto...

Nella vita ho imparato due cose: chiudere gli ochi, è saper volare, poi ti ritrovi "oltre" senza saperne parlare.
Ciao Giorgio, piacere di conoscerti. Buona domenica
Maurizio

Anonimo ha detto...

Proprio perchè amo la poesia sono stata anni e anni presso un narcisista...vanamente? non so.